Concessa l'autorizzazione provvisoria per lo stabilimento Ferrero di Arlon (Belgio). A quali condizioni la riapertura definitiva?
Risale a pochi mesi fa il ritiro dal commercio di prodotti Ferrero di provenienza belga a causa dell'impiego di cioccolato contaminato.
La concomitanza dell'episodio con le festività pasquali ha inevitabilmente contribuito alla diffusione del focolaio monofasico in ben dieci nazioni europee.
I casi di Salmonella Typhimurium hanno infatti colpito la popolazione - per lo più bambini - di Francia, Regno Unito, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna e Svezia.
L'episodio ha sicuramente rappresentato uno dei maggiori richiami nella storia del commercio europeo di cioccolato, incentrando il focus sull'importanza del rispetto delle procedure di sicurezza alimentare.
Soprattutto all'interno del settore impiegato nella lavorazione del cacao, assume fondamentale rilevanza attenersi a precisi requisiti di igiene alimentare sin dalla raccolta delle fave.
Avvio della fase di riapertura condizionata
Secondo quanto recentemente comunicato dall'AFSCA (Agenzia Federale per la Sicurezza della Catena Alimentare del Belgio), lo stabilimento di Arlon interessato dallo scandalo delle uova contaminate potrà riprendere la produzione per un periodo di tre mesi.
Questa decisione arriva dopo diverse settimane di approfondite analisi durante le quali l’AFSCA ha effettuato diversi controlli in loco sia a livello delle procedure interne messe in atto da Ferrero che delle infrastrutture dello stabilimento.
La cosiddetta autorizzazione condizionale potrà essere tramutata in una riapertura a tutti gli effetti solamente se - proseguendo nel comunicato dell'AFSCA - "Ferrero offrirà le necessarie garanzie di rispetto delle norme e dei requisiti di sicurezza alimentare".
Secondo quanto inoltre definito nel fascicolo dell'Agenzia, in questi tre mesi "verranno analizzate le materie prime, nonché ogni lotto di alimentari prodotto. Solo se queste analisi danno un risultato conforme i prodotti potranno essere immessi nel mercato".
Insomma, se dopo i tre mesi di riapertura condizionata sarà tutto a norma, verrà rilasciata un'autorizzazione definitiva.
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Crisi di sicurezza alimentare
Il caso Ferrero è giunto a poca distanza da un altro caso di contaminazione alimentare, stavolta a causa del batterio E.Coli riscontrato all'interno di una pizza surgelata del marchio Buitoni-Nestlé.
Come garantire la sicurezza degli alimenti?
L'Unione Europea ha introdotto misure atte a garantire che non vi siano rischi per la salute dei consumatori in seguito all'ingestione di alimenti.
Di conseguenza, tutte le persone che operano nella catena di produzione, trasformazione e distribuzione del cibo sono coinvolte nel raggiungimento e nel mantenimento di questo obiettivo.
I principi generali cui si basa la legislazione alimentare sono: garantire controlli integrati lungo la filiera, adottare degli interventi basati sull’analisi del rischio, affidare la responsabilità all’operatore del settore alimentare (definito anche OSA), assicurare la rintracciabilità degli alimenti e considerare il consumatore come parte attiva della sicurezza alimentare.
Spesso le aziende ignorano i provvedimenti di legge a cui sono soggette, oppure faticano a conformarsi per assenza di supporto professionale in merito alla sicurezza sul lavoro. In molti altri casi, esse si adeguano solamente a seguito di sanzioni scaturite da controlli sanitari.
E' invece opportuno lavorare sulla prevenzione del rischio e rivolgersi a figure esperte nell'ambito della sicurezza aziendale.