COS’È L’OGGETTO TRANSIZIONALE?
Secondo il pediatra e psicanalista Donald Winnicott, i neonati, che nei primi mesi della propria esistenza vivono una fase d’onnipotenza soggettiva durante la quale credono di avere il potere di creare tutta la realtà circostante, madre compresa, successivamente attraversano una fase del proprio sviluppo psicanalitico in cui cercano gradualmente di guadagnarsi la propria indipendenza dalle cure della madre e di passare da una situazione d’onnipotenza soggettiva ad una di consapevolezza oggettiva della realtà. Questa fase che permette al bambino di riconoscere la madre come entità a sé e di comprendere che le cose esistono nella realtà indipendentemente dai propri desideri, è una fase molto delicata che deve essere vissuta dal bambino in maniera serena e non traumatica. A favorire questo passaggio, in modo da evitare che la scoperta dell’esistenza della propria mamma indipendentemente da sé si riveli traumatica, interviene quello che Winnicott chiamò oggetto transizionale.
Si tratta di un oggetto di materiale solitamente soffice ed impregnato dell’odore della mamma che il bambino sceglie per portarlo sempre o quasi sempre con sé. Solitamente è un peluche o un lembo di stoffa o comunque un oggetto utilizzato moltissimo dal bambino in compagnia della mamma; potrebbe per esempio essere il fazzolettino o il bavaglino che la mamma appoggia sulla spalla per far fare il ruttino al piccolino e su cui spesso egli rigurgita oppure potrebbe essere il giocattolo morbido che, durante quella che Freud definì fase orale, il bambino porta spesso alla bocca esercitando la suzione. Una volta scelto, l’oggetto transizionale diventa, per un periodo di variabile durata, un sostitutivo della madre che in assenza di quest’ultima dona rassicurazione al bambino, per questo motivo esso favorisce la separazione del piccolo dalla mamma e il percorso verso la sua autonomia. Inoltre l’oggetto transizionale è quell’oggetto che il bimbo riconosce come primo oggetto altro da sé e che lo conduce verso una fase di oggettivazione del reale.
Solitamente il bambino utilizza l’oggetto transizionale talmente tanto da arrivare a rovinarlo e a sporcarlo, tuttavia i genitori non devono rammendarlo o lavarlo per non apportare modifiche che potrebbero distruggere il significato e l’importanza che il bambino gli aveva attribuito ed interrompere così la graduale transizione verso l’indipendenza e l’oggettività. Inoltre non va forzato il bambino ad abbandonare l’oggetto transizionale ma va pazientemente atteso il momento in cui il bambino autonomamente deciderà di non utilizzarlo più o di utilizzarlo solamente nei momenti di forte stress e sconforto. Non dimenticare mai di portarlo con sé in caso di viaggi o traslochi perché una volta che il bimbo ha scelto un oggetto non è possibile sostituirlo con un altro, la sua assenza o la sua perdita comporta pertanto l’interruzione del graduale e sereno processo di transizione che potrebbe dunque rivelarsi traumatico.