Bambini con ipoacusia
Un indebolimento dell'udito si ripercuote sullo sviluppo linguistico, sociale ed emozionale, oltre che cognitivo del bambino. Grazie ad una diagnosi precoce è possibile favorire uno sviluppo consono all’età del bambino, paragonabile a quello che si avrebbe con un udito normale.
Un disturbo dell’udito non è visibile. Al contrario di quanto accade con le persone cieche, quelle sorde non indossano bracciali e non utilizzano alcun bastone. Non hanno nemmeno una sedia a rotelle. Pertanto, per coloro che sentono, a volte è difficile comprendere l’enorme sforzo che le persone con problemi di udito devono compiere per adattarsi. Un bambino con deficit uditivo non percepisce l’abbaiare di un cane. Un adulto non udente non sente il clacson delle auto o se qualcuno, che per sbaglio lo urta, senza fermarsi gli dice: “Mi dispiace, ho fretta”, non riesce a comprendere. Una persona affetta da sordità deve essere costantemente attenta e non può lasciare nulla al caso.
La perdita dell'udito può essere causata da una malattia genetica, da una compromissione neurologica o anche da un incidente, può essere già presente alla nascita o manifestarsi successivamente.
In Alto Adige i bambini affetti da perdita dell’udito vengono assistito grazie ad una vasta rete e, tra il resto, tra i servizi dell’Azienda sanitaria vi è anche quello dedicato proprio ai non udenti. Un servizio conosciuto solo dalle persone interessate, che è attivo in tutta la provincia e che strutturalmente dipende dal servizio di Neurologia e Neuroriabilitazione dell'età evolutiva coordinato da Gianluca Casara. Nel contesto del team specialistico collaborano i servizi di riabilitazione dell’età evolutiva dei Comprensori di Merano, Bressanone e Brunico supportati anche dai rispettivi reparti di otorinolaringoiatria.
L’ascolto influisce su molteplici aspetti dello sviluppo, non da ultimo quello del linguaggio, per cui è importante riconoscere precocemente un calo dell'udito. Come individuare un eventuale danno uditivo in un bambino? Anche i neonati vengono sottoposti ad un completo screening dell'udito e, a livello provinciale, viene eseguito un ulteriore screening uditivo all'età di tre o quattro anni. Se un bambino reagisce poco o nulla agli stimoli uditivi come voci e suoni, all’interno del servizio sanitario ed in collaborazione con le scuole e gli asili, viene messa in moto un’intera rete di supporto sia per il bambino che per la famiglia. Petra Gruber, Klaudia Rinner e Brigitta Rottensteiner sono tre psicologhe che viaggiano avanti e indietro per tutta la provincia, offrendo le proprie competenze ad altri servizi e alle famiglie interessate. "La diagnosi precoce è molto importante", afferma Klaudia Rinner. "Attraverso un intervento precoce ed il giusto supporto durante i primi anni di vita, i bambini hanno ottime opportunità di sviluppo." Le fasi più sensibili nello sviluppo del bambino possono essere supportate grazie alla collaborazione di diversi gruppi professionali, migliorando così in modo significativo la qualità della vita del bambino e della sua famiglia. A questo team di specialisti appartengono anche medici otorinolaringoiatri, personale di logopedia, neurologia e dell’assistenza fisiatrica. Per permettere al bambino di costruire delle corrette conoscenze linguistiche, nonché di sviluppare una buona parlantina, sono fondamentali un apparecchio acustico o un impianto cocleare.
Per le persone con disabilità uditiva i fattori "soft" del linguaggio, come ad esempio il tono o il ritmo del discorso, rappresentano una grande sfida. Coloro che sentono percepiscono già dal tono della voce o dalla velocità del ritmo con cui viene pronunciata una frase se una persona è sconvolta, arrabbiata o rilassata. Bisbiglio, urlo, morbidezza della voce o volume - sono dimensioni che non esistono. "Quando parlo con i miei pazienti a volte mi chiedono: Mi hai appena fatto una domanda? Perché, anche se capiscono la frase, non percependo il tono per loro è difficile distinguere” spiega Petra Gruber. È importante sapere che grazie a dei validi aiuti specialistici è assolutamente possibile condurre una vita quasi normale.
Questo articolo è stato pubblicato su "one" - il magazine dell'Azienda sanitaria.