A cosa è dovuta l'attuale riduzione dei tassi da parte delle Banche Centrali? In parole semplici
il tasso di riferimento stabilito dalla BCE rappresenta il "costo del denaro" ed è il principale tool di politica monetaria, insieme alle operazioni a mercato aperto e alle riserve obbligatorie.
Stiamo assistendo ad un progressivo allentamento della politica monetaria restrittiva iniziata nel 2022, che aveva lo scopo di ridurre l'iperinflazione generatasi nel periodo post Covid, a causa di politiche fiscali e monetarie precedentemente ultra accomodanti, oltre che da colli di bottiglia dal lato dell'offerta e l'aumento dei prezzi di alcune materie prime.
La BCE ha infatti come obbiettivo principale quello di "mantenere la stabilità dei prezzi" con un target d'inflazione nel medio-lungo periodo attorno al 2%, mentre la FED Americana incorpora nei suoi obbiettivi, oltre che la stabilità dei prezzi, anche la "piena occupazione" ; perciò i dati sull'occupazione hanno maggiore importanza nel determinare le scelte sulla politica da attuare negli USA che in Europa, e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui i tagli sui tassi di settembre da parte della FED sono stati più marcati rispetto alla controparte Europea.
Infatti sebbene la disoccupazione negli Stati Uniti rimanga vicina ai minimi storici, si intravedono delle "debolezze" sul mercato del lavoro che la banca ha valutato con attenzione.
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Nonostante ciò il principale driver da seguire rimane l'andamento dell'inflazione, in netto calo rispetto all'anno precedente, ciò giustifica una riduzione dei tassi che in caso contrario rischierebbe di frenare eccessivamente l'economia. Ricordandoci che le banche centrali BCE e FED guardano con estrema attenzione all "Inflazione core", piuttosto che a quella segnalata dal ben più conosciuto CPI (consumer price index), considerando con maggiore attenzione l'inflazione legata a salari e affitti, che sono visti come la parte più "vischiosa" dell'inflazione, ed escludendo alimentari e materie prime notoriamente ben più volatili, i cui prezzi possono aumentare molto ma anche ritracciare in tempi brevi.
Al momento sembra che le banche centrali stiano riuscendo nei loro intento di politica monetaria di riportare l'inflazione più vicina al target stabilito senza penalizzare troppo la crescita economica, a beneficio degli investitori e dei mercati, che stanno sempre di più prezzando un "soft landing".
Greci Gian Maria 25/09/2024