Da dove iniziare la vera rivoluzione aziendale
Sono sempre stato convinto che ogni imprenditore, ad un certo punto, percepisca la necessità di un cambiamento. A me è successo, e credo che la stessa cosa si possa dire di coloro che alzano il telefono e compongono il mio numero.
È un qualcosa di assolutamente normale.
Chi vede l'impresa come una comoda panchina, spesso si ritrova, dopo svariati anni, oppresso da un sistema difficile da gestire e dal quale non sembra esista via di scampo.
Io, per come ho vissuto la parte imprenditoriale della mia carriera, ho capito che ogni azienda ha la necessità di cambiare sé stessa qualora si percepisca la difficoltà di reagire velocemente alle avversità della vita imprenditoriale.
Se ogni impresa è la concreta realizzazione di un'idea manageriale, essa deve essere in grado di cambiare forma ed aspetto in qualsiasi situazione, critica o felice che sia. Nel momento stesso in cui ciò che dovremmo governare diventa troppo ingestibile, è arrivato il momento di un miglioramento.
Il fastidio imprenditoriale.
Ho sempre ascoltato imprenditori infastiditi. Capita che essi abbiano una visione precisa ma che, nel concreto, l'obiettivo risulti troppo difficile da raggiungere.
Ciò che ho capito di ciò che faccio tutti i giorni è proprio legato a questa visione. Come ripeto spesso...
gli imprenditori sanno cosa va fatto, ma non come.
Alla stessa maniera anche i manager percepiscono la necessità di un ammodernamento, ed è solamente attraverso anni di sofferenza che riescono ad avere il coraggio di chiedere aiuto.
Il fastidio legato ad una situazione sbagliata, con il tempo, diventa insopportabile. Vediamo nemici dove vedevamo alleati, e comincia, nella testa dell'imprenditore, un declino motivazionale spesso difficile da definire.
Alla fine, preda di un sentimento negativo, l'imprenditore si abbandona allo sconforto, senza essersi neppure dato la possibilità di cambiare.
Gli ARRESI, come li chiamo io, pensano che la vita imprenditoriale sia sofferenza, e scambiano l'onere di una decisione rischiosa con la segregazione in un ufficio, oppure in uno stabilimento produttivo.
Fidatevi della vostra intuizione, e chiedete aiuto.
Come ripeto spesso...
chiedere aiuto non è semplice, ma va fatto.
So che esistono manager che, per scelta, non lo faranno mai, ma per come intendo il mondo io, prima o poi tutti noi abbiamo bisogno di aiuto. Non significa che per questo esistano persone migliori o peggiori di noi, ma forse, in definitiva, non è detto che sia questione di meglio o peggio.
Anzi, al contrario, conosco colleghi che hanno apportato migliorie talmente innovative da poter definire la richiesta d'aiuto un atto "altamente intelligente". Il miglioramento, sebbene non realizzato da loro, è stato in ogni caso frutto della loro mente. Sono stati visionari, ed hanno fatto bene.
Tenetevi stretta quella visione.
Se volete veramente cambiare modo di fare impresa, ed avete nella testa l'idea, o almeno la sensazione, di come dovrebbero andare le cose, la prima cosa da fare è quella di non lasciarla andare.
Esiste il modo per arrivare ovunque, occorre solo capire su che imbarcazione compiere l'attraversata. Se ogni sera, prima di coricarvi, il vostro pensiero rimugina sul "come", sappiate che ciò che state immaginando esiste, e può essere fatto.
Deve esistere un modo. Ed esiste davvero...
Spesso ci arrendiamo prima di chiedere, e viviamo la nostra realtà aziendale senza conoscere tutte le strade che ci potrebbero portare al successo d'impresa.
Forse ci serve solamente qualcuno che collabori con noi, e che possa darci l'aiuto di cui ogni imprenditore avrebbe bisogno. Forse, se ciò è vero, abbiamo solo bisogno di un collega che conosca le nostre intenzioni a fondo, e che ci dia un sistema per realizzare il nostro pensiero.
Forse ciò che vogliamo si può fare. Ma di sicuro non lo sapremo mai senza chiedere...