Decisioni sbagliate? Colpa delle tue bias cognitive.
Ti è mai successo di sentirti il peggior nemico di te stesso? È un sentimento che a volte prende il sopravvento, in particolare quando fai delle scelte sbagliate e poi ti penti. Bene, sappi che i processi responsabili di queste scelte sono le cosiddette bias cognitive.
Le bias cognitive sono delle scorciatoie usate dal nostro cervello per evitare di uscire dalla propria zona di comfort, ma che in realtà sono vere e proprie “trappole”. Spesso prendere decisioni è faticoso, ci porta via delle energie e quindi lasciamo che sia l’abitudine a farlo per noi. Eccoci caduti nell’inganno.
Ma quali sono le bias cognitive? Io ve ne elenco alcune, quelle che mi capita di incontrare più spesso e in cui sono sicuro vi riconoscerete anche voi.
L’effetto ancoraggio
Si tratta di una sorta di errore di calcolo, che si verifica quando prendiamo le nostre decisioni sulla base di informazioni parziali. Per acquistare una casa, serve solo sapere se è ristrutturata?
L’effetto carrozzone
Il cosiddetto “effetto gregge” è la scorciatoia che usa il nostro cervello tendendo a seguire le idee del gruppo più “popolato”: “male che vada, almeno non sono da solo!”
L’illusione dello schema
Chi punterebbe su un cavallo che ha appena vinto? ERRORE! Ci convinciamo che se una situazione si è appena realizzata non potrà verificarsi in futuro. Ma chi lo dice?
L’eccesso di sicurezza
L’overconfidence spesso ci porta a prendere decisioni sovrastimando le nostre capacità previsionali, magari pensando di avere il totale controllo della situazione. “Ho già fatto una previsione di risultato, quindi sono tranquillo al 100%”
L’effetto struzzo
Appena si percepisce una situazione di conflitto o di difficoltà, tendiamo a nasconderci o cambiare subito rotta. È davvero la soluzione del problema?
L’effetto conferma
Nel prendere una decisione, tendiamo a dare maggior peso a tutte le informazioni che sono a favore del nostro orientamento, mentre riteniamo meno veritiere quelle che si trovano in contrasto. “Questa fonte non è attendibile”
L’effetto dello status quo
Quanto è difficile cambiare? E soprattutto, perché farlo? Spesso tendiamo a preferire la situazione attuale piuttosto che quelle possibili. “Io faccio come ho sempre fatto e di sicuro non sbaglierò”
L’illusione della trasparenza
Si pensa di essere trasparenti con gli altri, ma soprattutto che le nostre emozioni arrivino agli altri. Sei proprio sicuro di essere così trasparente? “Io sto male e tu neanche te ne accorgi”
L’effetto pavone
Basta aprire uno dei tanti social media e subito ti accorgi di quanto sia meravigliosa e piena di buone notizie la vita di tutti. D’altronde, perché condividere gli insuccessi?
L’effetto col senno di poi
Si tratta della trappola cognitiva chiamata anche “effetto del giudizio retrospettivo”. Ci capita di pensare che avremmo dovuto prevedere un evento, ma solo una volta dopo aver conosciuto il suo esito. “Eppure dovevo saperlo che sarebbe andata così!”
Per cercare di non imbattersi in questi errori, bisogna prima riconoscerli e poi imparare a gestirli. La scorciatoia è sempre più allettante, ma non è detto che sia altrettanto remunerativa. Il pensiero critico ci viene in aiuto in questo: attraverso un percorso mentale che permette di arrivare al raggiungimento di opinioni consapevoli, è possibile raccogliere informazioni e valutarle, superare i pregiudizi e arrivare ad una conclusione efficace. Quindi, ricapitolando, quello che possiamo fare è:
1. Riconoscere le trappole cognitive
2. Attivare il pensiero critico e cercare di non seguire il nostro “pilota automatico”
3. Confrontarsi con gli altri, per conoscere ciò che non riusciamo a vedere di noi
4. Prendere coscienza del fatto che non possiamo sbarazzarci in una volta di tutte le nostre bias cognitive, in quanto fanno parte della nostra natura
Se la tua mente cerca di portarti verso la via più breve, tu non seguirla.