Diversità di genere e salario, la protesta delle donne

Diversità di genere e salario, la protesta delle donne

Sembrerà strano, ma ancora oggi nel 2016 c'è da affrontare il tema della discriminazione di genere.

Il 7 novembre 2016 alle ore 16.34 in Francia le donne - prendendo a esempio quanto già accaduto in Islanda - sono scese in piazza per un flash mob con l'obiettivo di ottenere l'uguaglianza salariale (l'hashtag che spopola in Rete è 7novembre16H34).

Un collettivo di femministe francesi ha infatti calcolato che le donne devono lavorare 38,2 giorni in più dei maschi per ottenere lo stesso salario, la cui differenza tra i due sessi è di oltre il 15% (secondo l'Insee, l'equivalente francese dell'Istat, la differenza è del 9,9%).

E in Italia? Secondo l'Eurostat il divario è del 7,4%, ma altri rapporti indicano che in fatto di occupazione il nostro Paese è messo molto male: in assoluto abbiamo la differenza più alta tra uomini e donne occupati. Per non parlare delle donne manager: in Italia sono pochissime, intorno al 20% circa.

Meglio va la presenza nei board delle aziende: siamo nella fascia medio-alta. Ma il merito, non si dimentichi, è della legge 120/2011 che ha imposto la quota di genere nei Consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa.

Ecco perché ancora nel 2016 è importante affrontare il tema della discriminazione di genere. Este lo fa nel convegno Diversity Management del 15 novembre presso lo Starhotels Business Palace di Milano (clicca qui per maggiori informazioni).



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