Do you brilliant? | intervista con Elisa Contessotto
Da ragazzina pensavo avrei fatto la giornalista. Ero spinta dalla fiducia di un'insegnante, una grande curiosità verso il mondo e - non lo nascondo 🤭 - la voglia di intervistare Tom Cruise! Ho scelto così di studiare Scienze della Comunicazione ma, sebbene durante il percorso abbia deciso di non fare questa carriera, non ho mai smesso di farmi e fare domande. Questo spazio nasce dal desiderio di portare avanti un'idea in cui credo tantissimo: conoscere le persone che incontriamo - anche in un contesto professionale - prima di tutto per quello che sono e poi nella loro veste lavorativa. Ecco Elisa Contessotto
1. Ciao Elisa, benvenuta! Ci racconti chi sei senza parlare, in nessun modo, di cosa ti occupi?
Difficilissima!
(ride ndr)
Sono piena di energia, croce e delizia delle mie giornate.
Ti posso dire che ho tantissimi interessi, faccio un sacco di cose e se non ho nulla da fare… Me lo invento!
La sfera relazionale per me è importantissima. Mi piace creare connessione tra le persone, ho sempre trovato grande ispirazione nel costruire insieme agli altri, con la piena consapevolezza che costruire è molto più faticoso che non distruggere.
Sono convinta che dall'unione delle forze, con la condivisione si possa creare qualcosa di bello e importante per vivere una vita serena e piena.
Se mi sposto nella parte più ludica dei miei interessi posso dirti che gioco a freccette e ballo il tango argentino. Ok sono ancora una principiante però mi piace davvero molto. E poi mi piace tantissimo leggere, soprattutto gialli e thriller.
Sono sempre stata appassionata di fotografia, mi piace guardare le immagini e andare alle mostre.
All’epoca dell’università ho prima collaborato con qualche rivista, poi ho aperto un mio blog di fotografia. Attualmente, ci scrivo poco, ma la passione resta.
Infine, i viaggi. Per me sono sempre stati un’occasione per soddisfare la mia curiosità. Mi piace conoscere cose nuove ed entrare in contatto con altre persone, con altre culture. Il viaggio è quindi un modo per arricchirmi culturalmente e umanamente.
2. Qual è la tua scintilla? Ovvero, quella cosa, quella situazione che ti entusiasma a tal punto da farti perdere la cognizione del tempo o da farti sentire attraversato da una sensazione frizzantina alla sola idea di viverla?
Aiuto, tutte domande difficilissime! Avrei bisogno di pensarci un po’.
(Sorride, ci pensa un po’ guardando verso l’alto ndr)
Ti direi l’aperitivo! Ma in un senso quasi simbolico.
Per me rappresenta un momento di leggerezza da condividere con gli altri, un’occasione per stare in compagnia, scambiarsi idee, confrontarsi e costruire con gli altri in un mood leggero.
È una di quelle cose che se mi viene proposta dico subito di sì perché fa parte di tutte quelle esperienze che fatte insieme ti fanno vivere qualcosa di bello.
C’è un aspetto che poi che mi suscita tanto entusiasmo anche sul piano lavorativo.
Mi piace molto sperimentare, portare avanti miei progetti personali dandomi la possibilità di sbagliare perché so che non ho nulla da perdere e questa libertà mi attiva molto.
(Lo sguardo si illumina mentre lo dice, ndr)
Ecco questa parte mi accende una grande scintilla, nel senso che è un motore molto forte per migliorarmi, imparare cose nuove man mano che le faccio. Parlo spesso di questo anche nelle conferenze che faccio.
3. Se ti chiedo di pensare a una foto d’infanzia, ce n’è una che ti viene in mente subito? Ce la racconti? C’è qualcosa che esprime ancora bene chi sei adesso?
Mi viene in mente una foto di quand'ero bambina: ero a casa della nonna e alle orecchie avevo due ciliegie. Sai quelle unite in cima.
(Sorride ndr)
Questo racconta quanto mi piace sentirmi bene, sorridere, sorridermi allo specchio, sorridere agli altri ma anche quanto mi piacciono le piccole cose.
Io ogni mattina mi ripeto quattro frasi e una di queste è proprio “Apprezza le piccole cose”. Credo che indossare per gioco una ciliegia come “accessorio” lo racconti bene.
Tra l’altro, prima ti dicevo quanto per me la socialità e la condivisione siano importantissime ma quando si tratta di un livello più profondo sono molto riservata e faccio più fatica a esprimermi a mostrarmi. Le ciliegie di quella foto mi ricordano che può essere semplice trovare un modo per lasciarsi vedere per quello che si è — in armonia con come ci si sente in quel contesto e in quel periodo della propria vita — e stare bene. Non ci riesco sempre ma mi piacerebbe in futuro riuscire a farlo di più.
4. Qual è il tuo perché nella vita e nel lavoro?
Il mio perché?
Direi che è sicuramente nelle relazioni e nel creare connessione con gli altri, e questo vale anche nella sfera lavorativa.
Per me non c’è mai stato il “lavoro della mia vita”, non ho mai avuto una vocazione fortissima che da piccola mi abbia fatto pensare non so “voglio fare l’astronauta!” (Sorride ndr).
Quello che ho cercato nel lavoro era qualcosa che mi consentisse di costruire relazioni con gli altri e — senza anticipare nulla — quello che faccio ora mi consente di farlo molto bene!
5. Dai, ora puoi raccontare di cosa ti occupi.
Da piccola sognavo di diventare Sailor Jupiter! (Sorride, divertita ndr)
Oltre a questo, volevo fare la anchorwoman e se mi guardo nel cuore, penso di vivere a mio modo questo sogno in ogni webinar che faccio. Ogni mese sono online con centinaia di persone per presentare e moderare gli appuntamenti di formazione che organizziamo.
Sono una SEO e sono la Responsabile della Formazione di SEOZoom, un software che aiuta chiunque abbia un sito web a essere più visibile su Google.
6. Come ti sei avvicinata alla comunicazione digitale, e perché?
Per risponderti devo volare indietro sulle ali dei ricordi.
Ho iniziato scrivendo per delle riviste cartacee distribuite in edicola. Mentre cominciavo a formarmi sulle materie del digital marketing, scrivevo e mi occupavo di interviste nel settore della fotografia.
Dopo circa 150 articoli per la carta stampata, ho aperto il mio primo blog.
Se lo guardo adesso mi sembra tutto sbagliato, ma lo osservo con tenerezza e mi è utile tutt’ora: è una traccia degli errori e delle ingenuità che si compiono quando si parte senza un background adatto. Nonostante tutto, fare le cose con passione dà una spinta molto importante: il blog nei primi due anni ebbe oltre 200mila lettori.
Consigliati da LinkedIn
Da lì è stato un crescendo: sono entrata in una web agency dove sono cresciuta tanto insieme con il team. Dal fronte content marketing mi sono spostata dopo qualche anno sulla SEO, studiando e imparando sul campo.
Poi nel mio percorso ho incontrato SEOZoom e ora sono qui, mentre continuo ad appassionarmi, a leggere tantissimo, a confrontarmi. Partecipo come speaker a vari eventi e tengo un sacco di webinar: mi piace condividere e formare formandomi.
Il digital offre davvero tantissime opportunità. Ogni settimana ho scelto di condividere la pausa caffè online, con chi vuole scambiare qualche idea o un suggerimento di lettura (ci si prenota da qui: https://elisacontessotto.it/contatti/)
7. Ti ricordi il primo (o uno dei primi) post che hai pubblicato?
Uno dei primi era una citazione dei Blink 182 “Nobody likes you when you're 23”.
All’inizio su Facebook pubblicavo per lo più citazioni o aneddoti buffi delle mie giornate.
In breve tempo, tuttavia, ho capito le opportunità lavorative che questo social poteva offrirmi e ho ridotto i contenuti personali - che in fondo non avevo così voglia di condividere - a favore di una comunicazione più valoriale e professionale.
8. Per la tua esperienza, perché artisti e creativi dovrebbero lavorare al loro personal branding e capire come costruire una strategia digitale?
Fondamentalmente perché il personal branding, soprattutto in ambito artistico e creativo, ti consente di essere autonomo e non dover dipendere da figure di mediazione come gli agenti o le gallerie d’arte.
Oggi hai la possibilità di arrivare direttamente alle persone che sono interessate a quello che fai con la tua autenticità e la tua creatività e credo che sia un’opportunità potentissima.
9. Qual è il tuo rapporto con l’AI?
Ultimamente si sente tanto l'espressione “AI enthusiastic”, io credo che dovremmo essere “AI relistic”.
L’AI fa parte della nostra realtà, è un'innovazione e sarà sempre più presente. Oggi probabilmente vediamo solo la superficie di quello che sarà e che ci piaccia o meno dobbiamo prenderne atto, perché altrimenti il mondo andrà avanti lo stesso anche senza la nostra partecipazione…
Se non accogliamo questo cambiamento e non comprendiamo che gli strumenti di intelligenza artificiale sono solo degli strumenti, rischiamo di restare indietro. Nel giro di poco ci saranno giovani professionisti nati e cresciuti con l’AI che avranno questo vantaggio competitivo rispetto a chi l’ha ignorata.
Questo è un momento importante e delicato. Abbiamo la possibilità di imparare a usarla con risorse gratuite, ma credo sia importante anche investire in quelle a pagamento per provarle e capire come funzionano. Personalmente credo che in molti lavori possa essere uno strumento in grado di aiutare molto, di velocizzare, di amplificare quello che facciamo, piuttosto che sostituire capacità e creatività.
10. Cosa vuol dire per te la parola formazione?
Per me significa dare forma alla conoscenza, imparare da una sintesi delle esperienze. Io insegno tutti i giorni, ma a mia volta cerco costantemente di formarmi: lo faccio partecipando a un sacco di corsi, ma più che altro è un’attitudine. È lo sguardo curioso di fronte alle novità e a quello che mi circonda. È d’ispirazione per me la diversità, l’unicità di ogni momento.
Elisa, siamo quasi arrivati alla fine.
Se ti dico “Do you brilliant?” tu cosa pensi?
Mi fa pensare che ognuno di noi dovrebbe cercare di guardare se stesso e, prima di
tutto, volersi bene perché spesso tendiamo a sabotarci da soli. Magari vediamo brillare gli altri, li spingiamo a brillare ma quando si tratta di riferirlo a noi stessi, di credere in noi facciamo più fatica.
Questa espressione mi fa pensare quindi che bisogna guardarsi in maniera amorevole e dirsi “credo in quello che faccio, credo nella persona che sono, credo nel mio cambiamento costante e anch'io posso brillare!
E se ti dicessi che con questa domanda mi piacerebbe chiederti
✨Cosa ti entusiasma e fa brillare la tua scintilla? ✨
Se penso a me, credo negli ultimi anni sia cambiato molto il modo in cui mi entusiasmo.
Qualche anno fa ti avrei detto il riconoscimento da parte degli altri, l'essere apprezzata e stimata, adesso mi accorgo di provare soddisfazione ed entusiasmo quando a fine giornata mi fermo e mi accorgo di essere serena, centrata, consapevole di aver fatto le cose al mio meglio.
Questo cambiamento è frutto di un mio personale percorso di crescita che mi ha portato a non soffermarmi solo su quello che arriva dall’esterno, anzi (sorride ndr) c’è un’altra frase che mi ripeto la mattina “Rivolgiti all'interno” proprio per trovare in me l'entusiasmo e la soddisfazione di quello che ho fatto.
Per concludere, ci indichi la prima canzone/video che ti viene in mente e che pensi possa raccontarti?
“Tieni il tempo” degli 883 - sono una fan dei concerti di Max Pezzali.
La canzone esprime il mio desiderio di vita, di energia, di entusiasmo: ho davvero voglia di fare quello che dice. “Scendi nella strada balla e butta fuori quello che hai/ Fai partire il ritmo quello giusto/Datti una mossa e poi”. Tengo il tempo
🎼 Se vuoi ascoltarla clicca qui
Elisa, grazie per esserti aperta con me (e con chi ci sta leggendo ora!)
Roberta (aka MissWonder)
Percorsi di #formazione e #mentoring per il settore #Arts #Media & #Entertainment
🔗 vista il sito
Responsabile della formazione @SEOZoom
5 mesiGrazie Roberta Ponticiello, è stato arricchente fare questa chiacchierata insieme. Mentre parlavo, mi sono conosciuta un po' meglio. 😊