E I TUOI TALENTI?
Un uomo, partendo per un viaggio chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede 5 talenti, a un altro 2, a un altro 1, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto 5 talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri 5. Così anche quello che ne aveva ricevuti 2, ne guadagnò altri 2. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto 5 talenti, ne presentò altri 5. «Bene, servo buono e fedele, - gli disse il suo padrone,- sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.» Lo stesso accadde per il servo che aveva ricevuto 2 talenti. Infine venne colui che aveva ricevuto un solo talento: «Signore, per paura nascosi il tuo talento sotterra; eccolo.» Il padrone gli rispose: «Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, lo avrei ritirato con gli interessi. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.» (Matteo 25:14-30)
Non vi nego che da ragazza ho impiegato molto tempo per comprendere cosa questa parabola volesse dire. Nonostante la mia abilità nel lavorare per metafore, continuavo ad associare i talenti ai soldi... poi un giorno, non so come e non so quando, tutto mi fu chiaro.
Mettere a frutto i nostri talenti, le nostre abilità, non solo è un nostro diritto, ma un nostro dovere.
Sviluppare le nostre capacità innate, supportandole con conoscenze teoriche, esperienze, sperimentazione, non solo vuol dire realizzare pienamente noi stessi, immetterci su un cammino coerente ed appagante, ma vuol dire anche onorare tutti coloro che hanno contribuito a donarci la vita, a plasmarci così come oggi siamo.
Sin da piccolissimi manifestiamo delle preferenze, cose che istintivamente amiamo fare e cose che, al contrario, ci pesa fare perché non ci piacciono. Immaginate di trascorrere la vita intera portando avanti un lavoro che non ci appassiona, che ci trasciniamo dietro come il peggiore dei fardelli... un incubo!
Abbiamo tutti delle potenzialità ed è necessario riconoscerle e svilupparle. Ognuno di noi ha una particolare predisposizione genetica che se incontra la passione e la dedizione ci instrada sul percorso di una vita straordinaria.
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E' necessario spingersi oltre, fare quello sforzo in più, quella fatica che sembra quasi in antitesi alla passione, ma in realtà sta trasformando quella passione in dote.
Bisogna andare oltre, acquisire competenze collaterali che diventino un'impalcatura solida sulla quale far danzare le nostre passioni.
Dobbiamo avere il coraggio di osare di essere noi stessi e provare piacere nel vivere anche quando vivere richiede uno sforzo di gran lunga superiore al semplice respirare.
Se vuoi scoprire i tuoi talenti o cosa ti blocca nel metterli in campo, non esitare a chiamarmi al 338.7780160
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Con amore donata de bartolomeis
La foto, tratta da pexels è di Vlada Karpovich
Professional Counselor, professionista ai sensi della legge n.4/2013,presso Libera Professionista. Whatsapp3343017539 Approccio umanistico-gestaltico. Iscritta associazione di categoria S.I.co di Roma.
2 mesiA proposito di talenti voglio sottolineare come la dott. Donatella de Bartolomeis rappresenti l'emblema della persona che ha valorizzato le proprie risorse e le ha messe al servizio degli altri. Ho avuto modo di sperimentare direttamente in più occasioni la sua professionalità, animata da passione, individuadone un autentico esempio di olismo, in quanto esperta in molti ambiti che connette in modo efficace, mettendo al centro il benessere della persona in armonia con la Natura.
Naturopata e holistic coach legge 4/2013
2 mesiRiporto, con copia e incolla, un commento interessante che è arrivato sulla mia pagina di Facebook: Ovviamente empatizzo per il terzo servo E se quella del terzo servo non fosse pigrizia, paura, mancanza di fiducia in sé stesso... così come sembrerebbe sottolineare la parabola... ma al contrario un "preparare il terreno per..."? e quindi perseveranza e caparbietà? di conseguenza l'accusa di essere un fannullone e la condanna alle tenebre sarebbe un dimenticare che i tempi di ognuno sono diversi e che ciò che per tanti è "molto tempo" non lo è per qualcun altro... In breve... l'immagine di una società che tende a giudicare sbagliato ciò che non produce successo immediato, colpevolizzando o comunque facendo sentire in colpa il soggetto...