Educare al dubbio anche in azienda.


Siamo abituati a figure manageriali che non devono chiedere, che decidono da soli, fermi nelle loro convinzioni, certi di non sbagliare.

Quante volte abbiamo assistito a capi che ad una proposta innovativa hanno risposto seccamente ‘’cosi è sempre stato!’’Sono questo tipo di risposte che hanno spento sul nascere migliaia di possibili miglioramenti. 

Coltivare il beneficio del dubbio significa avere la consapevolezza della possibilità dell’errore, della fallibilità, della reversibilità.

Il seme dell’innovazione ha bisogno dell’incertezza generata dal dubbio per manifestarsi.

Un capo che mostra incertezza non è un capo debole, ma una persona disposta a cambiare se è necessario.

Le conseguenze virtuose del dubbio si manifestano sotto molteplici aspetti:

A) Con un capo ‘’incerto’’ è più facile esporsi, ammettere i propri errori, mostrare i propri limiti. Così facendo i problemi emergono e si risolvono sul nascere con un notevole abbassamento dei costi e delle perdite derivanti dagli stessi.

B) Un capo che pensa di ’’non aver ragione sempre e al cento per cento’’ consente la critica e la valuta positivamente. Affichè in azienda accada lo ’’straordinario’’ occorre avere collaboratori che non temono di esporsi, di dire cose radicalmente opposte all'esistente. 

C) Quando un capo è consapevole della propria fallibilità orienta la propria organizzazione alla ricerca dell’informazione e quando si ha maggiore informazione si hanno più possibilità di scelta.

Come alimentare la cultura del dubbio?

1) Fate scorrere il fiume delle idee: è importante incentivare una vocazione naturale alla creatività risolutiva; proporre soluzioni per migliorare il modo di produrre e di governare i processi aiuta il singolo a crescere, favorisce una sana competitività, crea autoconsapevolezza gestionale.

2) Comunicate in modo chiaro le performances: avere una misura del risultato delle proprie azioni e di quelle dei propri collaboratori crea identità e responsabilizza nella ricerca di soluzioni migliorative quando i risultati non sono appaganti.

3) Mappate le competenze e favorite le vocazioni: la creatività per esprimersi ha bisogno di talento; affinchè questo emerga è essenziale che ci sia una perfetta corrispondenza tra idealità dei contenuti della mansione e potenzialità del singolo che le andrà a svolgerle.

Ma soprattutto occorre che negli uffici, nelle fabbriche si possa giocare con le idee correndo il rischio di sbagliare. Non temete che concedere a tutti di esprimere idee sul posto di lavoro sia un inutile perdita di tempo. Avremo solo tante possibili idee da poter valutare per poter migliorarsi e migliorare.


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