Eins Zwei Like... Let's Tweet Again.

Eins Zwei Like... Let's Tweet Again.

Le riflessioni oziose sono così, mettono insieme cose lette e ascoltate durante la settimana cercando di costruire un filo che le leghi. E in questa settimana una delle cose che ho fatto più spesso è stata ascoltare il nuovo lavoro di Vinicio Capossela "Ballate per Uomini e Bestie".

Durante il tour di presentazione di questo album a mio parere meraviglioso, Capossela si è incontrato a Pisa con l'autrice del libro "Uomini e animali ne Medioevo", che ha segnato il mio inverno. Chiara Frugoni ha parlato con lui mentre dietro di loro scorrevano le immagini del Trionfo della morte, appena restaurato nel Camposanto di Pisa.

Una parte del dialogo, la più interessante per me, si è soffermata sulla similitudine fra la peste e la rete cui Capossela ha dedicato il brano intitolato appunto "La peste" che fa un mash up tra sonorità da danza macabra e leggerezze solo presunte alla Battiato su un testo che vi invito ad ascoltare attentamente: "Selfie servi - Selfie servi - La peste è nella vita commenta e condividi - Eins zwei like Eins zwei like - Non risparmia Papi e reggenti -Sovrani e presidenti - La governance mondiale - Il popolo brutale - Eins zwei like -Eins zwei like - Let's tweet again".

È dai tempi di Boccaccio, infatti, che la peste spinge la gente a chiudersi in giardini privati in cui raccontarsi storie capaci di intrattenere da un lato, e dall'altro di terrorizzare per suggerire che no, non è il caso di mettere il becco fuori di casa, in un mondo pieno di untori pronti a distruggere la nostra esistenza dorata con il tocco della loro miseria.

Così si costruisce un divario netto fra la realtà che si incontra ogni giorno per strada e la sua percezione, creando l'irresistibile tentazione di convincersi che quello che succede sullo schermo sia l'unico metro per misurare la realtà che invece, alla fine, il conto lo presenta sempre.

Lo ha presentato, per esempio, all'influencer @Arii: salita alla ribalta grazie ai video di musicall.ly (ora Tik Tok) ha annunciato in grande stile ai suoi due milioni e seicentomila follower di Instagram il lancio del suo brand ERA. Dimostrando che i follower non sono sempre disposti a seguire, Arii è riuscita a raccogliere solo 36 ordini.

A spiegare questo flop è arrivata la bellissima ricerca sulla generazione Z realizzata da We Are Social: aperti ai messaggi dei media, tendono a seguire i consigli che vengono dalle personalità presenti sulla rete solo se questi toccano da vicino i loro interessi. Perché i famosi "influencer" non sono solo "testimonial che costano meno", il loro valore esiste solo se effettivamente riescono a mantenere una buona dose di credibilità con le persone che li seguono. Inoltre, se una follower ha due milioni di follower su instagram, in tutto il mondo ha miliardi di persone che non lo seguono. E magari, chissà, anche le persone che la seguono magari lo fanno soltanto perché si divertono a criticarla. Perché la peste è così, a volte ti contagia senza che nemmeno tu te ne accorga, quando sei convinto di essere al sicuro nel tuo giardino segreto, insieme a un gruppo di amici.

Concludo questa riflessione oziosa invitandovi a rivedere un piccolo capolavoro di Bruno Bozzetto, che dovrebbe essere mostrato a chiunque intenda proporsi come guida delle masse, dagli influencer ai capipopolo. Da "Allegro non Troppo", la Danza Slava numero 7 di Dvorak: si può riuscire a convincere un popolo a fare tutto quello che vuoi, ma quando vorresti farli saltare nel baratro, è molto probabile che i tuoi follower ti mostrino il loro volto più nascosto, quello dove non batte il sole. Prima o poi succede, sempre.

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