Emozioni: una danza che ha bisogno di noi
La missione di vita riguarda il nostro essere, i nostri valori, quello che ci piacerebbe veder guarito nel mondo.
Per quanto riguarda me, la guarigione che vorrei vedere abbraccia le emozioni.
C'è molta sofferenza emozionale su questo pianeta. A volte la vediamo manifestarsi alla luce del sole, altre volte rimane nascosta, soprattutto quando si reprime o sopprime il proprio sentire. L’energia emotiva, tuttavia, trova sempre il modo di far sentire la sua presenza, alimentando sintomi fisici o inducendo a comportamenti disfunzionali.
Personalmente parlando, sto ancora facendo pace con le mie emozioni. Credo sia un processo che non avrà mai fine, perché è un viaggio in continua evoluzione.
Se da una parte ho una certa lucidità mentale, tanto da indurre qualcuno a pensare che io abbia un cuore di ghiaccio, dall’altra è anche vero che ho una potente, molto potente, energia emozionale, tale che per me non è facile da integrare né da inserire in questa realtà.
Diciamocelo, le emozioni sono rispettate ed elogiate sulla carta, ma spesso attaccate e biasimate nei fatti. Se ti mostri "emotivo", se manifesti un certo movimento vitale, magari anche non scontato né prevedibile, allora hai qualcosa che non va; vieni considerato “inaffidabile”, scomodo, fino a provocare il rifiuto degli altri.
Ecco che la sofferenza emotiva raddoppia, perché hai un’emozione che già ti crea turbamento in quanto tale, e in più non la puoi esprimere, perché scomoda, inusuale, diversa dai canoni attesi… o peggio, perché senti che non c’è nessuno disposto a condividerla con te.
Mi dispiace immensamente, è davvero orribile sentirsi in questo modo.
Esiste una strada per guarire emozionalmente?
Certo! E il primo passo di questa strada comincia dal sentire.
Molto spesso non ci permettiamo di sentire quello che proviamo. Forse ci aspettiamo che lo facciano gli altri, che siano gli altri ad accogliere e vedere cosa ci turba dentro, ma in realtà questo è un compito che spetta a noi. Siamo noi che dobbiamo e possiamo sentire le nostre emozioni, siamo noi che dobbiamo esserci con i nostri universi interiori, non gli altri.
Una comunità consapevole e di supporto è qualcosa di meraviglioso; sentire il calore di altri esseri umani può fare la differenza. Ma se non siamo noi i primi a relazionarci con le nostre emozioni, nessun altro potrà farlo al posto nostro.
Quindi, per favore, troviamo il coraggio di ascoltarci e dare credito a tutte le nostre emozioni, nessuna esclusa. Senza giudizio, senza pretesa di cambiarle. Ma stiamo con loro, anche se sembra scomodo o, peggio, stupido.
Le nostre emozioni sono tutte meravigliose così come sono, perché sono lì per noi; si sono fatte carico di una storia, di una logica interiore che magari abbiamo dimenticato a livello cognitivo, ma che permane radicata nella nostra energia. Le nostre emozioni sono la memoria di vissuti che, a volte, addirittura abbiamo abbiamo dimenticato, ma che incidono profondamente.
Il passo successivo è lavorare per l'integrazione.
Le emozioni non vanno represse, né riversate sugli altri. Vanno invece integrate, portate – in un certo senso – a coscienza, unite al nostro amore intelligente, alla nostra consapevolezza più grande.
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Ci sono tecniche, strumenti di coaching o percorsi terapeutici per imparare a farlo, come anche esercizi di alchimia emotiva.
Fondamentalmente, si tratta di aggiornare il software delle emozioni, in modo che possano finalmente accorgersi che il tempo è andato avanti e che oggi sono disponibili nuove risorse, nuove verità. Le emozioni non lo sanno, finché non troviamo il modo di coinvolgerle davvero e di sollevarle da quel peso assurdo di cui si fanno carico, che è il tentativo perenne di cercare di salvarci (se pur a modo loro).
E invece siamo noi, che possiamo salvare le nostre emozioni, restituirle a compiti più alti e leggeri, dove possano inserirsi nel disegno più grande e unirsi, così, agli intenti dell'anima, insieme al resto del corpo e della mente.
Questo messaggio suonerà strano a tutti quegli esseri che non sono emozionali, ma avrà un senso per chi lo è.
A voi, magnifici portatori di emozioni intense e vigorose, chiedo di non mollare, di non farvi trascinare via da queste energie quando sentite che vi travolgono o, viceversa, quando sentite di non poterle esprimere. Queste energie si agitano perché non le avete ancora viste, sentite, trasmutate per come ne hanno veramente bisogno.
Date alle vostre emozioni una possibilità: siate presenti per loro e con loro, trovate il modo di liberare il loro messaggio, la loro storia non detta. Non sono parole, non sono ragionamenti, sono mondi.
Forse, in certi momenti, gli altri continueranno a pensare che avete la luna storta, magari a dirvi che dovete aspettare che “passi”... come fosse un raffreddore fastidioso.
Ma quale raffreddore, è una danza! Una danza sottile e potente allo stesso tempo, che vi sta invitando! Una danza che ha bisogno di voi!
E allora fate la cosa giusta: accettate l’invito, entrate in quel ballo coscientemente, dandovi il tempo e la presenza necessari per assaporarlo, per esplorarlo, per padroneggiarlo.
Potete opporvi, aggrovigliarvi, o far finta che la musica non sia partita; oppure potete prendere le vostre emozioni per mano e insieme danzare sotto gli occhi ammirati della vostra anima.
Camilla Ripani Life Purpose Coach
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2 mesiGrazie Camilla
Business Sparring Partner: Visionaria Pragmatica - Divergente Border Dweller - PPP 👣🧩 - Pensiero Laterale free to be inspired and to inspire.
2 mesi“E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica.” … Camilla 🙏