Essere buoni Leader significa (anche) fare inca**are le persone

Essere buoni Leader significa (anche) fare inca**are le persone

Che tu sia un imprenditore, un manager o un professionista, sai perfettamente che la buona leadership implica la responsabilità del benessere del tuo team, il che comporta anche un’altra questione: ci saranno sempre persone arrabbiate e contrarie alle tue azioni e alle tue decisioni.

La tentazione di accontentare tutti è forte ma è una trappola: se vi cedi, commetterai il più grande sbaglio della tua carriera.

Che cosa fa, allora, un buon leader?

- Prende decisioni difficili, anche dolorose. Soprattutto dolorose.

-Affronta le persone e le situazioni che devono essere affrontate e non mette la testa sotto la sabbia in nome dell’ipocrisia del “quieto vivere”.

- Dà premi e ricompense differenti sulla base di performance differenti e non un po’ a tutti per paura di scoraggiare o deludere qualcuno.

Se rimandi o, peggio ancora, non operi le scelte difficili e tratti tutti allo stesso modo, senza tenere conto del contributo personale di ogni membro del team, l’unico risultato che otterrai è fare incazzare le persone più produttive, talentuose e creative all’interno dell’organizzazione.

Il giorno in cui i tuoi collaboratori smettono di portarti i loro problemi e le loro idee, è il giorno in tu non sei più un leader.

Perciò, evita anche di costruire barriere di comunicazione tra te e la struttura di cui hai la responsabilità: fatti trovare, mostrati disponibile al dialogo e al supporto.

Crea un ambiente dove l’analisi del problema rimane separata dalla valutazione delle persone e fai in modo che le soluzioni creative prendano il posto della “caccia alle streghe”.

I veri leader mostrano preoccupazione per gli sforzi e le sfide che i collaboratori devono affrontare, soprattutto quando si tratta di standard elevati.

In molte culture aziendali la richiesta di aiuto “dal basso” viene considerata una debolezza o un fallimento. È esattamente il contrario: le richieste di aiuto sono una forza per tutta l’organizzazione.

Infine, credo sia importante sottolineare un concetto che mi propongo di sviluppare nei prossimi articoli e cioè che è un buon leader è anche un buon negoziatore.


Paolo Feletti

Senior Key Account MMN, Bechtle Group

2 anni

Essere un coach significa anche mettersi da parte per aprirsi agli altri!Trasmettere positività ma per esserne in possesso occorre saperla generare dentro di sè in forma vera e autentica.

Piero Ponti Sgargi

Education Management Trainer

2 anni

Essere buoni coach significa promuovere le cose giuste (come fai tu). Assumere persone non conformiste e omologabili, aumentare la varianza, mettere in discussione le proprie idee, rompere col passato, ragionare a medio-lungo termine, investire sul futuro.

Sandra Chiodo

Formazione e Coaching

2 anni

Massima lettura assolutamente attenta e vera! Complimenti Massimiliano per questa newsletter

Francesco Muzzarelli

Education Management Trainer, Adjunt Professor University of Bologna and San Marino; Author; Keynote speaker

2 anni

Ottimo articolo! Questa è concretezza! Grazie Massimiliano e buon lavoro.

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