Euro: L’uscita dell’Italia costa 358 miliardi [3°]

Euro: L’uscita dell’Italia costa 358 miliardi [3°]

L’uscita dell’Italia dall’Euro costa 358 miliardi.

mercoledì 25/01/2017 di Francesco Tedeschi in Europa

Questo il punto saliente della lettera del presidente della BCE, Mario Draghi, in risposta all’interrogazione di due europarlamentari, Marco Valli (M5S) e Marco Zanni (ex-M5S). La cifra corrisponde all’indebitamento della Banca d’Italia verso la Banca Centrale Europea, in base al sistema Target 2.

Cosa è il sistema Target 2? Come funziona?

Cosa intende dire Draghi dando questa stima?

Cosa comporterebbe l’uscita dell’Italia dalla Moneta Unica?

Uscita dell’Italia dall’Euro: il sistema Target 2

Il sistema Target 2 è un sistema di regolazione dei conti tra le banche centrali della zona euro.

I pagamenti internazionali tra nazioni appartenenti alla zona Euro avvengono in parte come se le monete nazionali fossero ancora diverse.

Poniamo che un’azienda italiana deve comprare una fornitura da un’azienda straniera, situata in una nazione con una moneta diversa.

La banca presso cui l’azienda acquirente emette il pagamento, dovrebbe collegarsi alla Banca Centrale Italiana, e la Banca Centrale Italiana dovrebbe, in collegamento con la Banca Centrale dell’altra nazione, acquistare l’ammontare della valuta necessaria ad effettuare il pagamento, per permettere così all’azienda venditrice di ricevere il pagamento nella propria valuta nazionale.

Tra due nazioni con una bilancia commerciale in pari, ossia con le rispettive importazioni ed esportazioni reciproche di uguale valore, questi acquisti reciproci di valuta si compenserebbero continuamente, mentre in caso le esportazioni dalla nazione A alla nazione B siano costantemente maggiori delle esportazioni da B ad A, avremo il risultato che la moneta della nazione A si apprezzerebbe verso quella della nazione B.

Nel caso di nazioni appartenenti entrambe all’area Euro, non c’è l’oscillazione dei cambi a compensare le maggiori o minori esportazioni reciproche.

Se dall’Italia si comprano più prodotti tedeschi, di quanti prodotti italiani si comprino dalla Germania, la Banca Centrale Tedesca accumulerà un credito verso la Banca Centrale Italiana.

Nel contempo la Banca Centrale Italiana accumulerà un debito per lo stesso ammontare.

Ad oggi la cifra indicata dal Governatore Draghi rappresenta il debito della Banca Centrale Italiana verso la Banca Centrale Europea che fa da camera di compensazione per gli scambi tra le varie nazioni: in due parole rappresenta “il debito” della Banca Centrale Italiana verso le altre Banche Centrali, ossia 358,6 Miliardi, aggiornato allo scorso novembre.

Nell’immagine sotto sono presentati tutti i crediti e debiti verso il sistema Target2.

Il debito maggiore è quello italiano, mentre il credito maggiore è quello tedesco, ossia 754 Miliardi.

Sulla cifra stanno influendo anche gli acquisti della Banca Centrale Europea di titoli italiani, comunque per semplicità di esposizione, limitiamoci allo schema qui esposto, dato che le conseguenze rimangono le stesse.

Uscita dell’Italia dall’Euro: le conseguenze paradossali del sistema Target2

Sebbene i giornali abbiano definito la cifra indicata da Draghi come “il prezzo per l’uscita dell’Italia” dall’Euro, in realtà il Governatore della BCE si è limitato a rispondere alla precisa interrogazione dei due europarlamentari che proprio in merito al sistema Target 2 avevano chiesto “lumi”.

In realtà, la permanenza dell’Italia nella moneta unica è l’ossigeno che sta tenendo in vita uno stato bello che fallito e incapace di attuare un minimo taglio ai suoi sprechi.

Basti pensare ai 15 miliardi annui di risparmio sugli interessi dovuti alla politica dei tassi a zero, che non viene sfruttato per mettere riparo il mostruoso debito pubblico e che invece viene buttato via in nuovi sprechi.

Il risultato è la continua richiesta dei nostri governi di poter fare più deficit, ossia nuove perdite e nuovo debito.

Il solo annuncio dell’uscita dell’Italia dall’Euro porterebbe banche ed investitori a disfarsi in fretta dei titoli italiani, con la repentina salita del rendimento degli stessi e il costo per interessi sulle finanze pubbliche che esploderebbe.

Praticamente lo stato italiano andrebbe ufficialmente in bancarotta il giorno stesso che annunciasse l’uscita dall’Euro.

In estrema sintesi, uno può pensare tutto il male possibile dell’Euro, come il sottoscritto, ma qualsiasi idea di sopravvivenza dello stato italiano al solo annuncio di voler uscire, è pura fantasia.

E’ però il caso di sottolineare un altro aspetto paradossale del sistema Target2.

Se una nazione ha un forte credito verso Target 2, ad esempio, tanto per non fare nomi, la Germania, vuol dire che, quando esporta, ad esempio verso l’Italia, “il sistema Italia” sta comprando questi prodotti col denaro dei contribuenti tedeschi.

O in altre parole, i contribuenti tedeschi prestano il denaro agli stessi che comprano i prodotti tedeschi.

Stante questo sistema, non è interesse di nessuno che alcuna nazione dell’area euro fallisca.

E quindi, di converso, tutte sono costrette a salvare tutte.

Sebbene ciò possa non piacere agli elettori delle nazioni “solide”, come Germania od Olanda, il fallimento di una nazione di quelle deboli, significherebbe un danno di centinaia di miliardi di € alle rispettive banche centrali.

Il famoso paradosso di Keynes, per cui se hai un debito di 1000 $ è un problema tuo, mentre se hai un debito di 1.000.000 di $ è un problema della banca.

L’altra conseguenza è che, a forza di stampare denaro dal nulla, certe cifre, per quanto “mostruose”, paradossalmente perdono di significato.

Per capirci, se la BCE stampa 80 Miliardi di € al mese per comprare titoli di stato ed addirittura titoli di aziende “private”, per quale motivo non potrebbe stampare 354 Miliardi e azzerare l’eventuale “buco” causato dall’ipotetica uscita dell’Italia dall’euro?

Che differenza c’è tra comprare titoli a tasso zero di stati falliti di fatto, e tappare un buco dagli stessi provocato nella bilancia dei pagamenti?

L’unica obiezione sensata è che causerebbe una decisa inflazione.

Che però è quello che, a parole, la BCE è ansiosa di innescare.

Non cercate un senso in tutto questo, dato che questa storia, come direbbe Vasco “un senso non ce l’ha”.

L’Euro poteva essere un ottimo strumento nelle mani di politici avveduti.

Ma politici che costruiscono mega stati, sempre più burocratici, non sono avveduti per definizione.

L’Impero dell’Unione Europea pagherà sempre più caro il suo gigantismo, geografico, demografico e burocratico.

Purtroppo le peggiori conseguenze le pagheranno i popoli più che le euroburocrazie.

A meno di imparare a conoscere le vie di fuga dalla rovina economica e dalle restrizioni di libertà che si porterà dietro.

Qualcuno ha detto bitcoin?

Grazie a Francesco Tedeschi.

Oliviero Piccinelli

Giornalista pubblicista Copywriter--

7 anni

bel pezzo comunque, era necessario, complimenti all'autore

Oliviero Piccinelli

Giornalista pubblicista Copywriter--

7 anni

Caro Valerio, io di economia non capisco niente e non mi è mai interessata molto la materia, per cui ti chiedo, così banalmente, da uomo delle strada, se davvero uscissimo dall'euro, eventualità che diventa ogni giorno sempre più reale, quanto ci rimette il povero pensionato che ha messo da parte un gruzzolo per godere una vecchiaia serena? E' vero che a conti fatti se hai 200 mila euro, ti ritrovi con 100 miloni di lire? Non ho capito chi ci guadagna e chi ci perde!

Claudio Monticciolo

responsabile vendite (proprietario)

7 anni

pizzo mafioso...

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