Fake News, disinformazione e prospettive giuridiche
Il problema della disinformazione è da tempo ampiamente dibattuto (oggi si usa molto in senso omnicomprensivo il termine inappropriato di “Fake News”) e altrettanto diffusa è la convinzione che la colpa di tutto sia di questa incontrollata ed incontrollabile Internet…
La storia però ci racconta cose diverse. Le informazioni false, il sensazionalismo, la menzogna sono prodotti dell’umano (e del divino) essere, fin dalla mitologia dei tempi antichi, dal peccato originale, storia di un Dio un po’ voyeur che nascondeva ai suoi ospiti il fatto che fossero ignudi.
Per venire a tempi più recenti, alle origini dell’industria dell’informazione, con la nascita dei giornali, il problema si presentò fin da subito , con le lotte a colpi di sensazionalismo e notizie false, tra William Randolph Hearst,proprietario del il New York Journal ed il più rinomato Joseph Pulitzer editore del New York World.
Il pubblico della Mela era un pubblico ristretto e benestante e per conquistarlo tra i due si scatenò una vera e propria guerra a colpi di notizie spesso gonfiate se non del tutto inventate, tanto che gli stessi lettori definirono quella tipologia di informazione “Yellow Journalism“.
Oggigiorno, come dicevamo, opinione diffusa è che la colpa della disinformazione sia della rete e, pertanto, da tutte le parti politiche e della società civile, si leva la richiesta di una rete “regolamentata”, incardinata in norme precise e severe.
Vediamo pertanto qual è la situazione attuale e le misure che si stanno mettendo in campo a livello nazionale ed europeo.
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