FAR USCIRE UN FIGLIO DI "PRIGIONE"
TESTIMONIANZA
Stefania (nomi di fantasia per motivi di riservatezza) mi contattò ai primi di marzo 2022 perché suo figlio diciasettenne Paolo:
si chiudeva a chiave in camera, addirittura mettendo il letto contro la porta per impedire che si potesse aprire in qualche modo
passava tutto il giorno al computer a giocare ai videogiochi e guardare video su YouTube
non andava a scuola
aveva interrotto ogni comunicazione con i genitori.
I litigi erano all’ordine del giorno, come la disperazione in particolare della mamma la quale si sentiva impotente di fronte a tutto ciò.
Ed era per lei motivo di grande sofferenza, per il quale non si dava pace, anche perché in ambito lavorativo è una collaboratrice stimata e apprezzata, un punto di riferimento per colleghi e titolari dell'azienda presso cui lavora.
Che non riuscisse a comunicare proprio con suo figlio era una cosa che la faceva soffrire tremendamente. Mi disse: "Perché con gli altri riesco e con lui no?!"
PERCORSO
A fine giugno, concluso il percorso Stefania, grazie a un lavoro incredibile fatto su di sé, i cambiamenti nel comportamento di Paolo erano già per certi versi stupefacenti:
aveva ripreso ad andare a scuola
non si chiudeva più in camera
aveva chiesto scusa alla mamma per i suoi comportamenti
aveva ripreso a uscire con gli amici
era andato per un weekend in viaggio con i genitori
Insomma aveva ripreso a vivere una vita da diciasettenne con grande sollievo e soddisfazione da parte di entrambi i genitori, in particolare della mamma.
A DISTANZA DI PIÙ DI 3 MESI!
Nei giorni scorsi, ho tenuto con Stefania l’incontro di follow-up del percorso GENITORI CON LE ALI e mi ha riferito, con visibile commozione e felici, gli ultimi sviluppi del comportamento di Paolo.
In questi ultimi due mesi (il percorso si è concluso poco più di tre mesi fa), non solo la relazione tra lei e Paolo è andata sempre più migliorando, ma addirittura Paolo:
ha brillantemente superato l’esame di recupero del debito formativo in matematica
si è iscritto a scuola-guida
si è iscritto in palestra dove va con regolarità 3 volte alla settimana
Consigliati da LinkedIn
si è iscritto a un corso di nuoto che lo tiene impegnato 2 volte alla settimana
si è iscritto a un corso di Primo Soccorso
non usa più il computer
pare abbia cominciato a vedersi con una ragazza.
Tutte attività che a marzo non avrebbe mai e poi mai nemmeno preso in considerazione.
Oltre a questo, il dialogo tra Paolo e i suoi genitori, in particolare la mamma, prosegue serenamente, i conflitti che inevitabilmente accadono tra genitori e figli adolescenti vengono rapidamente risolti e non lasciano più gli strascichi di prima del corso, quando Paolo si chiudeva in camera per giorni e giorni o addirittura settimane per ogni minima discussione.
Addirittura, Paolo ha cominciato a utilizzare con la mamma alcune modalità comunicative del percorso apprese da lei per modellamento, per esprimere le proprie emozioni e per interessarsi e ascoltare l’altro.
RISULTATI INATTESI
Come se non bastasse, Stefania mi ha confessato di utilizzare anche con le nipoti di 4 e 2 anni (le figlie della sorella) alcune modalità del percorso ottenendo da loro comportamenti – come lo stare sedute a tavola durante i pasti senza dover alzare – che lasciano sistematicamente a bocca aperta i parenti che non sanno più come fare per gestirle.
COSA HA FATTO STEFANIA
Stefania nei mesi del percorso ha fatto tantissime cose, ma soprattutto ho lavorato con lei affinché:
1. Sapesse trovare la giusta distanza tra lei e Paolo che stava crescendo e richiedeva il rispetto dei suoi tempi, dei suoi spazi e della sua autonomia decisionale;
2. Riuscisse a comunicare in maniera efficace il suo amore sconfinato e incondizionato senza che Paolo si sentisse soffocato o sotto controllo;
3. Facesse arrivare a Paolo il fatto che fuori dalla porta della sua camera non c’era un mondo minaccioso e pericoloso dal quale proteggersi.
Questo perché, sebbene non è detto che la causa degli hikikomori stia nel comportamento dei genitori, i genitori sono la prima porzione di mondo con cui i figli entrano in contatto. Se i genitori, giustamente preoccupati per il comportamento di chiusura dei figli, rimandano loro ansia, preoccupazione, giudizi, critiche, rimproveri, si rischia di ottenere l’effetto contrario, nel senso che i figli percepiscono i genitori “come un pericolo” e di conseguenza si chiudono in loro stessi e nella propria camera ancora di più.
UNA SPERANZA PER TANTI ALTRI GENITORI E RAGAZZI E RAGAZZE HIKIKOMORI
Lo confesso, quando Stefania mi ha raccontato tutto questo mi sono profondamente emozionato, perché partiva da una situazione estremamente difficile e complessa e durante il percorso sono stati molti i momenti di sconforto e di difficoltà che ha dovuto affrontare e superare. Ma come i genitori che hanno ottenuto risultati incredibili, non ha mai mollato, ha perseverato con costanza e ha riposto una fiducia sconfinata nel percorso che avevo predisposto per lei (perché, pur attingendo a strategie supercollaudate negli anni e super-efficaci, adatto il percorso GENITORI CON LE ALI sulle specifiche esigenze e problematiche della singola famiglia).
Vederla felice, serena e soddisfatta di sé e di suo figlio è un'emozione che conserverò a lungo dentro di me.
Perché si tratta di una di quelle storie di amore sconfinato e di trasformazione che mi piacerebbe poter far raccontare dai genitori in prima persona perché sono convinto sarebbe d’aiuto e di ispirazione a tanti altri genitori che vivono una situazione simile, per trovare forza e speranza nella possibilità di uscire e soprattutto di far uscire il proprio figlio o la propria figlia dalla gabbia in cui si sono rinchiusi, facendo della propria camera la propria cella.
GRAZIE STEFANIA!
Ma per me rimane fondamentale il rispetto più totale e assoluto della privacy. Per cui ti ringrazio Stefania, non solo del cambiamento che hai fatto e che hai ottenuto, della fiducia che hai riposto in me e nel mio percorso, ma anche per avermi autorizzato a raccontare il tuo percorso e condividere alcuni passaggi del bilancio che mi hai mandato.
Con grande stima, Alberto!
Ho già aiutato decine di professionisti a gestire stress e relazioni tossiche sul lavoro per poter vivere pienamente e al meglio il rapporto con i propri figli una volta tornati a casa.
2 anniSe anche tu stai vivendo una situazione simile con tuo figlio o con tua figlia, vorrei dirti di non perdere la speranza. È possibile uscirne e farlo uscire. Se vuoi saperne di più contattami in privato o compila il modulo che trovi qui www.liberamentecpf.com/percorso-ali