FMI: Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!

FMI: Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!

Dopo un qualche disastro fatto in giro nel mondo con le sue ricette di austerità è adesso necessario che il Fondo Monetario Internazionale riesca a capire alcune evidenti realtà. La prima è che le economie che crescono sono in grado di ripagare piu facilmente i loro debiti. La tipica e dannosa ricetta del consolidamento fiscale che il Fondo Monetario Internazionale ha adottato durante gli ultimi anni nei confronti dei paesi poveri non ha mai funzionato, anzi ha contribuito a diffondere la povertà. Infatti, la riduzione del deficit fiscale attraverso severi tagli alla spesa pubblica – la ricetta preferita dal Fondo Monetario Internazionale - ostacola gli sforzi per ridurre il rapporto fra debito pubblico e il Prodotto Interno Lordo perché rappresenta un freno alla crescita. Non si tratta di una mia scoperta perché John Maynard Keynes l’aveva già messo in evidenza quasi un secolo fa e lo sapevano anche i negoziatori dell’accordo di Londra del 1953 che riducendo il peso del debito della Germania sconfitta crearono le condizioni per il boom economico europeo del dopoguerra. Di recente, un rapporto del Fondo Monetario Internazionale presenta i risultati ottenuti dai programmi di riduzione del debito realizzati da 33 paesi emergenti e da 21 paesi ricchi nel periodo 1980 – 2020. Questi piani non hanno avuto un effetto significativo sul rapporto tra debito e Prodotto Interno Lordo. Una maggiore crescita, al contrario, ha nello stesso periodo rappresentato per molti paesi un elemento determinante per la riduzione di circa un terzo del loro debito pubblico. In alcuni casi, poi, l’aumento della spesa pubblica ha addirittura migliorato il rapporto tra debito e Prodotto Interno Lordo grazie ai suoi effetti positivi sulla crescita. In altre parole, tagliare la spesa pubblica ostacola la crescita e quindi i programmi di austerità del Fondo Monetario Internazionale hanno prodotto risultati negativi (soprattutto da un punto di vista sociale) nelle economie dei paesi poveri del mondo. Inoltre, i programmi di austerità del Fondo Monetario Internazionale che - fra le altre misure - chiedevano ai paesi indebitati di passare a tassi di cambio fissati del mercato, di alzare i tassi di interesse e di tagliare i sussidi statali hanno spesso portato la recessione economica e alla svalutazione della moneta compromettendo in questa maniera gli sforzi fatti dai governi per la riduzione del debito. L’influenza che il Fondo Monetario Internazionale esercita sulle politiche dei governi dei paesi emergenti e in via di sviluppo e il numero crescente che necessitano di una ristrutturazione del loro debito richiedono un radicale cambio di rotta. Per molti anni di seguito il Fondo Monetario Internazionale ha erroneamente previsto che tagliare la spesa pubblica fosse l’unico modo per risolvere il debito dei paesi e adesso mi auguro che il Fondo Monetario abbia capito la lezione. Le ricette del Fondo Monetario Internazionale sono sempre ricadute sulle spalle di milioni di persone indigenti che ne hanno pagato i costi. I recenti accordi fra il Fondo Monetario Internazionale e alcuni paesi che si trovano in situazioni di grave recessione e sono anche altamente indebitati (Argentina, Pakistan, Sri Lanka) mettono al primo posto il consolidamento fiscale imponendo ai governi dei paesi di raggiungere l’avanzo di bilancio nel breve termine. Poi, questi accordi condizionano l’erogazione di nuovi finanziamenti a varie misure di politica economica come l’aumento delle tariffe dei servizi di pubblica utilità (acqua, energia, eccetera); l’innalzamento dei tassi di interesse (senza la richiesta di introdurre delle tasse sui patrimoni e aumentare la progressività dell’imposizione fiscale); l’adozione di tassi di cambio flessibili, eccetera che con molta probabilità causeranno delle situazioni di profonda recessione economica e una selvaggia svalutazione della moneta che saranno pagate dalla maggioranza della gente. Queste misure di politica economica del Fondo Monetario contribuiranno a ridurre drasticamente la domanda in paesi già provati da tassi di inflazione a due cifre con delle drammatiche conseguenze sociali. La stessa ricetta dell’equilibrio fiscale appare nei piani di recente proposti dal Fondo Monetario Internazionale ad alcuni paesi africani (Ghana, Zambia). Occorre poi osservare che il Fondo Monetario Internazionale non è l’unica istituzione a pensarla in questo modo. I banchieri centrali di molti paesi (in particolare, della Federal Reserve e della BCIE) hanno negli ultimi anni regolarmente alzato i tassi di interesse e minacciano di continuare a farlo per combattere l’inflazione, in grande misura generata dai profitti delle aziende e delle banche, e un gran numero di governi sono orientati ad effettuare dei drammatici tagli della loro spesa pubblica. Questo vuol dire che in una congiuntura nella quale il mondo si trova ad affrontare un mix di crisi economiche e politiche l’Europa ha al suo centro una guerra fratricida potrebbe avere delle conseguenze disastrose, soprattutto per la maggioranza della popolazione. Per esempio, potrebbe mettere a rischio la salute globale con tagli alla spesa pubblica per la sanità in un momento in cui nuove emergenze sanitarie sono sempre più probabili e fare anche dimenticare l’emergenza climatica che richiede ingenti investimenti per potere essere affrontata adeguatamente. Quando certe soluzioni si sono dimostrate inutili o dannose bisogna abbandonarle e spero che il Fondo Monetario Internazionale lo faccia presto. Dopo decenni di sofferenze, frequentemente evitabili, è oggi piu che mai necessario che il Fondo Monetario cambi rotta e si metta finalmente al servizio dei paesi e delle loro popolazioni e non delle multinazionali e dei grandi capitali.


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