GENERAZIONE Z IN FUGA DAI SOCIAL?
Nell’ultimo anno l’uso dei social network si è attestato su circa 144 minuti al giorno, crescendo di oltre un’ora rispetto al solo 2012. Il Bureau of Labor Statistics Data ha sviluppato delle proiezioni che mettono in comparazione il tempo speso sui social nel corso di una intera vita, (ipotizzata di media – in modo conservativo – a 72 anni) rispetto ad altre attività del quotidiano.
Quindi se dormiamo circa 26 anni e 5 mesi della nostra vita, mangiamo solamente 3 anni e 7 mesi, socializziamo 1 anno e 11 mesi, ma sui social network ci passiamo 6 anni e 8 mesi.
Numeri che fanno pensare a una crescita inarrestabile della nostra presenza on line, e a una vita sempre più spesa a “scrollare” feed. Ma qualcosa sta cambiando, e protagonisti di questa "rivoluzione al contrario" sono, ovviamente, i nativi digitali della Generazione Z.
Un altro studio, condotto dal centro studi Origin, mette infatti in luce una nuova tendenza della Gen Z: quella di abbandonare o prendersi una pausa dai canali social. I motivi di questa pausa? Troppo tempo distratto dalle piattaforme, contenuti noiosi, contenuti che danneggiano la loro autostima.
Trasversale su tutto la nuova forma d'ansia: l'ormai celebre FOMO (Fear of Missing Out), la paura di perdersi qualcosa che sta accadendo.
Riportando questi dati su un livello di marketing digitale, questo tasso di abbandono cosa significa per i brand? Quali azioni devono essere adottate per continuare ad ingaggiare questo target sempre più strategico nei consumi digitali?
- utilizzare i propri canali per creare esperienze positive di empowering
- essere inclusivi, e offrire spazi di immedesimazione al proprio target
- investire in una presenza multipiattaforma (FB e IG non bastano più) per minimizzare le perdite di audience
- puntare sempre di più sulle interazioni e sempre meno sulla pura e semplice reach