Germania, si spegne la coalizione semaforo

Germania, si spegne la coalizione semaforo

Voto di fiducia al Bundestag il 15 gennaio ed elezioni anticipate a marzo: potrebbe essere questo il calendario della crisi politica tedesca, apertasi ieri con il “licenziamento” da parte del cancelliere Scholz del ministro delle Finanze Christian Lindner, sostituito da Jorg Kukies, fedelissimo del cancelliere. L’avvicendamento alla guida di un ministero chiave, soprattutto in un momento di evidenti difficoltà economiche per la Germania, apre ufficialmente una crisi - quella della coalizione semaforo composta da Spd, Verdi e Liberali – in atto ormai da tempo e scandita dai rovinosi risultati dei partiti dell’ormai ex maggioranza in occasione del voto europeo di giugno e dei test elettorali nel Länder orientali di inizio autunno.

 Fino all’ultimo Scholz ha tentato di scongiurare l’ipotesi di elezioni anticipate, ma la rottura con il leader dei Liberali ha posto fine alla coalizione e, probabilmente, alla legislatura: l’ipotesi di un governo di minoranza, costretto di volta in volta a coagulare il consenso parlamentare, appare di improbabile concretizzazione. Di certo il cancelliere ed i partiti superstiti della coalizione, Spd e Verdi, non hanno alcuna fretta di tornare alle urne, non solo sulla scorta dei già citati risultati elettorali, quanto sulla base dei sondaggi rilanciati dai principali media tedeschi.

 Le più recenti rilevazioni statistiche vedono la Cdu/Csu veleggiare oltre il 30% dei consensi, seguita dai sovranisti di AfD attestati al 17% - con punte del 30% in alcuni Länder orientali – in vantaggio di circa un punto percentuale sulla Spd del cancelliere Scholz; attestati al 10% i Verdi, mentre i liberali dell’Fdp viaggiano intorno al 5%, con la concreta possibilità di non superare la soglia di sbarramento. La formazione guidata da Sara Wagenknecht è stimata all’8%.

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