Gioia e tristezza
Continua il percorso alla scoperta delle emozioni, partendo dalle primarie e concentrandoci su....
GIOIA E TRISTEZZA
Sono emozioni primarie. Sono provate ad ogni età e ad ogni latitudine del mondo.
Le condizioni di attivazione sono piacevoli nella gioia, spiacevoli nella tristezza.
Esprimono stati di animo assolutamente soggettivi, ed hanno entrambe un linguaggio proprio e una propria espressione. La tristezza si palesa attraverso la mestizia, spesso accompagnata da una postura ricurva e da una voce flebile, una scarsa voglia di fare e, prevalentemente, con l’introversione.
La gioia dirompe attraverso il sorriso, gaiezza e energia di fare.
Sembra che una ostacoli l’altra, ma entrambe hanno un comune denominatore: sono dotate di transitorietà e permettono di dare valore e apprezzare quanto la vita ha da offrire.
La gioia senza la tristezza infatti perderebbe di significato, come la luce senza il buio.
Lo stereotipo sociale ci impone chiaramente un format: gioia piena, sorriso, atteggiamento smart e una buona dose di necessario successo in ogni campo. Tutti risultati da ricercare con forza, mentre la tristezza, ormai sinonimo di criticità personale, va temuta e vissuta con fastidio.
Eppure solo l’alternanza tra le due emozioni favorisce una pienezza di vita, uno spessore profondo.
Entrambe sono una opportunità di vita e di consapevolezza di sé.
Quali sono le differenze?
La tristezza indica spesso una richiesta di aiuto verso le persone care, permette di guardarsi dentro. Per renderla feconda è necessario un ascolto attivo, che consenta di interrogarsi e capire cosa non funziona, perché il potenziale energetico presenta un blocco.
La tristezza è quindi opportunità di crescita, se si impara a agire strategie reattive alle difficoltà che si vivono.
Ma serve anche a mantenere il senso della realtà, ci ricorda che la vita è fatta tanto di momenti belli quanto di momenti brutti. Ha a che fare anche con la memoria, ricordare sensazioni spiacevoli rispetto ad una situazione o una persona permette poi di evitarle.
E in ambito sessuale? Che impatto ha la tristezza?
La chiamano “sex blues”e soprattutto donne, almeno una volta nella propria vita, l’hanno provata. Arriva come un’onda improvvisa concluso il rapporto, uno stato di tristezza.
Non dipende dalla qualità del sesso, più probabilmente si collega al calo di endorfine, e porta ad un crollo emotivo non sempre facile da gestire.
La gioiaè stato d’animo intenso ma di breve durata, molto intimo. Può riguardare persone o situazioni, come il piacere di ritrovare una persona cara dopo tempo, oppure l’ascolto dal vivo del nostro cantante preferito. La gioia porta ad una attivazione generale del corpo e della mente, aumentano i battiti cardiaci e il tono muscolare. Migliora anche apprendimento e memoria.
Chi sperimenta la gioia è capace di apprezzare al meglio il mondo intorno a sé, tende ad aprirsi di più agli altri.
E in ambito sessuale? che impatto ha la gioia?
Definita da ricercatori Usa “afterglow”,si tratta di un’aurea di benessere successiva al rapporto sessuale che rafforza il legame di coppia, generando uno stato di soddisfazione che dura ben 48 ore.
I livelli di dopamina, ossitocina, endorfina e testosterone così sollecitati sono a mille.
Ma è bene ricordare che tutte le emozioni sono utili. Sono indicatori della qualità della propria vita e permettono la crescita personale, nessuna esclusa!