Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla

Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla

Il 15 marzo è la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla prevenzione dei disturbi alimentari: patologie psicologiche e fisiche estremamente complesse associate a problemi medici psicologici e nutrizionali.

Ne parliamo con la Dr.ssa Maffeis, dietologa specializzata nel trattamento dei DCA.

Anoressia e bulimia sono state considerate come malattie della società moderna occidentale: con l’inseguimento di un irraggiungibile ideale di bellezza, la deformazione dell’immagine corporea, la competizione, l’abuso di cibo sempre più disponibile e l’iperattività fisica il corpo è stato intrappolato in un ideale estetico di perfezione che non si potrà mai raggiungere e che crea di conseguenza una grande frustrazione.

L’isolamento per il COVID-19 ha fatto emergere ulteriormente l’iperalimentazione e restrizione.

Un tempo l’eziopatogenesi era legata maggiormente all’ambiente familiare, mentre oggi sempre di più a delle dinamiche legate alla solitudine e alla mancanza di prospettive verso il futuro (dinamica del vuoto).

I DCA sono patologie complesse: chi ne soffre non lo vorrebbe, non è capriccioso, non segue una moda, non riesce a controllarsi con la volontà. L’immagine corporea è alterata, ci si vede grassi anche se si è magri. Inoltre, il peso non è l’unico parametro per il sospetto di malattia. In alcuni casi l’individuo non è sottopeso. Ma ciò che lo definisce malato è il comportamento disfunzionale nei confronti del cibo e l’alterazione dell’immagine che si ha di sé.

I disturbi alimentari possono avere conseguenze irreversibili sulla salute (La mortalità per anoressia è 5-10 volte maggiore di quella di persone sane della stessa età e sesso) e l’età di insorgenza si è abbassata fino alla preadolescenza: quando la malnutrizione può interferire con un sano processo evolutivo biologico e psicologico.

IL SUCCESSO DI UN INDIVIDUO NON DOVREBBERE DIPENDERE DAL SUO PESO, MA LA NOSTRA SOCIETA’ E’ NELLO STESSO TEMPO OBESIOGENA E GRASSOFOBICA.

Le persone obese vengono discriminate sul lavoro e nella vita, sono considerate pigre e, anche in ambito sanitario, le si giudica senza forza di volontà.

Ma la forza di volontà ha un piccolo peso sui risultati rispetto alla montagna che le persone con devono scalare per opporsi a genetica, ambiente, società, cultura, condizioni economiche

NOI POSSIAMO FARE QUALCOSA?

Cominciamo ad esempio a non giudicare una persona dal suo peso e non complimentiamoci se ne ha perso tanto. Potremmo andare ad alimentare la convinzione che da magro o estremamente magro vale di più ed alimentare così il disturbo.

L’intervento precoce è la miglior cura

Importante è che ci sia collaborazione tra le varie figure professionali perché la malattia e plurifattoriale. Per la cura sono importanti Medici Psichiatri, Medici specialisti in Scienza dell’Alimentazione, Medicina Interna, Pediatria, Dietisti, Psicologi, Psicoterapeuti per una presa in carico all’interno di un percorso multidisciplinare. 

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