GIOTTO E LA STRAORDINARIETÀ DEL DONO
Il forte naturalismo e il carattere di autenticità che si coglie nell’atmosfera e nei gesti dell’affresco dell’Adorazione dei Magi di Giotto, alla Cappella degli Scrovegni a Padova dona un senso di pace. Colpisce la povertà del luogo: il suo essere spoglio senza timore. Scorgiamo una capanna che potrebbe assomigliare alle prime strutture lignee abitative, inventate dai nostri progenitori. Brillano invece le aureole che circondano le teste dei personaggi della Sacra Famiglia, degli angeli e dei Re Magi e la luce che emana scalda non solo le tonalità dell’affresco, ma anche i nostri animi rivelandoci altri saperi.
Il blu oltremare dei cieli che ci accoglie dentro la Cappella, l’azzurro degli occhi dei tre sovrani che giungono da ogni continente e che riempie anche le pupille dei cammelli lì accanto, sembrano suggerire l’infinito a cui ogni essere umano che si nutre della speranza anela. A questa eternità fa riferimento l’incenso portato da uno dei sovrani mentre la mirra è il segno tangibile dell’umanità.
L’umanità che si traduce nei piccoli gesti degli uomini buoni e che tutti possiamo comprendere nella sua bellezza e grandezza.
Ha colpito molti, penso, quella risposta immediata e naturale dei carabinieri di Reggio Calabria alla chiamata di un uomo che chiedeva aiuto perché non aveva il denaro necessario per comprare i farmaci alla madre malata. I magi sono, come vediamo in questo caso, non solo i potenti, ma esseri umani uguali a noi che hanno scelto di acquistare quelle medicine utili e in aggiunta hanno pensato anche di fare la spesa. Questo episodio diventa un messaggio di pace in piccola scala. Pace d’altro canto come grande recipiente in grado di “contenere”, in senso metaforico, le sofferenze e di sciogliere le discordie degli uomini.
Giotto vissuto a cavallo dei secoli Duecento e Trecento ... continua: https://fabulaviva.it/.../giotto-e-la-straordinarieta.../