Gli italiani sono dei bravi risk manager?
📢 #ilSole24Ore ripartava ieri un'interessante analisi sulla ricchezza del nostro paese. Alcune mie riflessioni 🧠👇
⭐ Da sempre il nostro paese si vanta di avere un patrimonio (ricchezza) delle famiglie superiore agli altri paesi, ma come stanno realmente le cose?
📈 Lo dicono i numeri dei recenti rapporti diffusi da Banca d’Italia e da Istat. Italiani meno ricchi degli altri paesi europei: patrimonio giù del 7,7% dal 2011.
Perchè? In sintesi, l'inflazione, la debolezza nei salari e nei redditi, insieme alla bassa crescita nominale e alla contrazione in termini reali della ricchezza, hanno contribuito al calo del patrimonio netto delle famiglie italiane negli ultimi anni.
Alcuni dati concreti:
1️⃣ Oltre il 78% delle Famiglie vive in case di proprietà, dunque hanno preso soldi (con mutui) per la prima casa (e per altre in caso). Per cui i soldi sono stati presi per possedere il mattone e non per produrre altri soldi. No #investimenti = No #rendite
2️⃣ La parte di richezza che non abbiamo investito in case la teniamo ferma sul conto corrente. 1/3 degli asset delle famiglie è ferma sul c/c (No #investimenti), dunque soggette alla perdita di valore da #inflazione
3️⃣ I soldi fermi non producono niente (ricordiamo cosa diceva Gordon Gekko: Money never sleeps!). No #investimento in #economia #reale
Guardiamo al nostro patrimonio, meta della ricchezza e composta da abitazioni (i prezzi delle case, tranne a Milano o in altri pochi grandi centri, non sono aumentati e in molti casi scesi). Certamente ll mercato azionario è salito, ma in Italia solo 1,3% delle famiglie detiene azioni, come giustamente osserva Fedele De Novellis ovellis nell'articolo su Il Sole 24 Ore .
Gli italiani continuano a preferire le attività ritenute più sicure, come abitazioni e conti in banca.
Ma quindi gli Italiani sono dei bravi risk manager? Direi proprio di no...
Dunque?
Il punto principale del ragionamento sta nella difficoltà del nostro paese ad innescare circoli virtuosi del tipo: > risparmio > consumo > crescita
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Quindi il punto nodale sono gli #investimenti o meglio il fatto che non vengono fatti.
Dovrebbe intervenire il #Governo? Vediamo che implicazioni di #policy
Certo, noi siamo un popolo di risparmiatori, ma il risparmio in realtà ha un lato oscuro se non viene impiegato adeguatamente. E su questo non diamo un segnale positivo/razionale al #Governo.
Quando chiediamo alla politica di abbassare le tasse o di ricevere aiuti economici, lo facciamo con l'obiettivo di avere più soldi a disposizione e di conseguenza migliorare il nostro tenore di vita. Tuttavia, se poi questi soldi, che hanno richiesto difficili passaggi politici, non vengono spesi (o investiti) ma tenuti da parte sul conto corrente, come evidenziato dai dati, tali risorse non ritornano in maggiore crescita del PIL e di gettito fiscale. Ecco che ulteriori manovre diventano inattuabili.
La ragione è certamente legata ad alcuni nostri fattori culturali e critici allo stesso tempo:
1️⃣ La presenza di un forte gap nel livello di educazione finanziaria (per fortuna in questi anni è stato svolto un grande lavoro su più fronti, penso a Marco lo Conte e Annamaria Lusardi ).
2️⃣ La mancanza di un forte spirito imprenditoriale diffuso su tutto il paese (ci sono infatti poche eccezzioni). Siamo un popolo di creativi ed innovatori ma il vero ponte che ci manca è quello tra l'#università e #ricerca ed il #business ossia il go-to-market #GTM
3️⃣ La mancanza di una politica industriale, ma più in geneale, di una strategia di crescita a lungo periodo per il nostro paese. Bisogna creare le condizioni per favorire il #business e attrarre #investimenti dall'estero. Basta partire dalla certezza del diritto, semplificazioni e responsabilità chiare e nette della PA.
La #finanza è solo un mezzo, la differenza la fa una #ClasseDirigente matura che sappia ragionare secondo un approccio #RiskBased e favorisca una maggiore diffusione dell'educazione finanziaria
❓ Cosa ne pensi? Scrivimelo nei commenti.
#riskmanagement #investing