Guida alla presenza minima su LinkedIn per gli allergici ai social

Guida alla presenza minima su LinkedIn per gli allergici ai social

Ci sono milioni di ragioni per essere insofferenti ai social, non sto qui ad elencarle perché sono troppe, e quale sia la vostra, se fossi lì, probabilmente vi darei ragione.

Quando si parla di LinkedIn le cose sono un po’ diverse: LinkedIn è uno strumento di lavoro e come tale va utilizzato. Questo ovviamente non significa diventare da un giorno all’alto top voice/top under 30 di Forbes/metti_qui_la_tua_top_preferita.

Per usare bene LinkedIn non devi essere per forza una di queste cose:

  1. Presenzialista
  2. Opinionista non richiesto
  3. Generatore di congratulazioni
  4. Celebratore di imprese epiche (o cose semplici camuffate da tali)
  5. Agonista del virtual signaling

Quindi, ecco un breviario di singole azioni che puoi fare per avere una presenza adeguata senza impazzire e stimolando il sistema a lavorare per te. In questo caso sto dando per assunto la situazione più complessa, ovvero un freelance che deve promuovere la sua attività.

La rete di contatti

Il primo passo è prendere la tua rubrica e cominciare ad aggiungere:

  1. contatti interessanti per il tuo business attuale
  2. Ex colleghi
  3. Vecchi clienti
  4. Altri soggetti decisori di vario tipo anche non strettamente collegati alla tua attività 

Oltre a queste persone pregresse, aggiungi:

  1. Opinion leader del tuo settore o di altri settori che ti interessano personalmente
  2. Persone che lavorano in aziende alle quali vorresti proporti
  3.  Autori di libri che hai letto

Per ogni categoria di persone imposta 2 messaggi: uno di richiesta contatto, un altro di ringraziamento per aver accettato la richiesta.

Cosa postare

Partiamo dal presupposto che, salvo casi specifici, nessuno ti obbliga a postare ogni giorno.

Ecco una serie di Do e Do not

DO NOT

  1. Evita argomenti polarizzanti, per individuare questi temi basta che guardi su cosa litiga la gente su Facebook.
  2. Evita lo storytelling forzato della tua vita: i post che trasformano in imprese eroiche spezzoni di vita vissuta (uguali a quelli di tutte le altre vite) fanno fare like ma -salvo casi specifici- poco fatturato.
  3. Le persone che non stanno bene di salute migliorano con le cure degli specialisti, non con i tuoi post.
  4. Gli articoli del tipo “Azienda non trova persone da assumere” sono spesso un tentativo maldestro di risparmiare sulla ricerca del personale, non condividerli please.

DO: Cose relative al tuo lavoro

  1. Un momento del “making of” (non esagerare, non farlo ogni 3x2).
  2. La conclusione di un bel progetto: anche qui non esagerare, fai un post dove ringrazi i tuoi compagni di ventura ma cerca di non avere solo post del genere in feed.
  3. Spunti e riflessioni su cosa vuol dire il tuo lavoro.
  4. Se hai scritto articoli, condividili.
  5. Se hai scritto libri, postane uno o più estratti.
  6. Firma tutti i contenuti con il tuo hashtag, usalo solo per i contenuti che riguardano il tuo lavoro.
  7. Per i più editorialmente skillati: inventati un hashtag e fallo diventare una rubrica.
  8. Fai sondaggi per sondare cosa pensa il tuo target e far partire una discussione.

DO: Cose esterne a te

  1. Offerte di lavoro
  2. Eventi di settore 
  3. Iniziative no profit
  4. Articoli da fonti interessanti
  5. Contenuti trovati tramite hashtag del tuo settore

Regola aurea che vale per tutti i tipi di contenuto: quando non hai nulla da dire, non postare.

Come decidere le proporzioni

Date tutte le possibilità indicate fino adesso, un buon piano editoriale consiste nell’alternare i vari tipi di contenuti: alternare “cose personali” a “cose esterne” non ha per forza criteri rigidi come “uno di una categoria e uno dell’altra”, trova tu l’equilibrio fra le cose che fa per te.

Tieni a mente che ogni post racconta qualcosa di te, e quel qualcosa è il pannello delle tue attività recenti: quei post in fila rappresentano il log del tuo personal branding.

Alessandro Niglio

Specialista in crescita per Startup e PMI: trasformo le sfide in opportunità con strategie innovative | Facciamo crescere il tuo Business insieme! 💬

2 anni

Bell'articolo complimenti

Chiara Serrati

Avvocato | Negoziatore | Mediatore nella gestione dei conflitti | Curatore Speciale del Minore | Amministratore di Sostegno |Consulente e formatore

2 anni

Grazie, guida molto utile!

Helder Monaco

Formatore LinkedIn | Startup supporter | Innovazione per PMI

2 anni

Angela Vivas ecco qua l'articolo

Denis Loriggiola

Addetto vendite g.d.o.

2 anni

Helder, grazie dei suggerimenti ed articolo ben scritto mi ci ritrovo tanto nel settimo e l'ottavo punto ottima guida da leggere di sicuro.

Giovanni G.

⚗️ Destrutturatore di certezze, le mie 🔬

2 anni

Il mio antilog non è un brand. Sono sbrandizzato, o almeno ci provo.

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