Ho letto tante storie di miracoli/guarigioni, ma nessuno così raccontata da Don Dolindo Ruotolo
LA GUARIGIONE DELLA SIGNORINA GIUSEPPINA CATANEA
(Ven. Suor Giuseppina, Carmelitana del Monastero dei Ponti Rossi in Napoli)
Testimonianza e relazione del P. Dolindo Ruotolo, su ciò che ha preceduto, accompagnato e seguito la guarigione della Signorina Giuseppina Cataneo di anni 29, postulante del Convento delle Carmelitane Scalze ai Ponti Rossi in Napoli – Italia
Dio solo!
Napoli, 26 giugno 1923
La Signorina Giuseppina Catanea era ammalata da quattro anni e mezzo, di mali dichiarati incurabili dai medici curanti. Aveva avuto pleurite, polmonite, periostite tubercolare alla spina dorsale. Aveva ora meningite spinale, con lesione della colonna vertebrale.
Dal 20 settembre 1922 aveva in permanenza due borse di ghiaccio, una sul capo e l’altra alla nuca, notte e giorno. Era tanto grave il suo stato, che quando le dovevano cambiare le borse di ghiaccio, in quel breve intervallo, aveva delle violenti contrazioni spasmodiche.
Dal 23 dicembre 1922 era coricata sul lato destro, con il lato sinistro paralizzato, e le gambe completamente inerti. Non poteva aprire la bocca, e le si doveva dare con una cannuccia un poco di alimento liquido. Non poteva muovere il braccio destro, ed il sinistro, appena faceva un movimento, ricadeva pesantemente. Soffriva con grande calma e rassegnazione, e temeva solo di non potere e sapere fare bene la Volontà di Dio.
Essendo stato portato a Napoli il braccio del taumaturgo San Francesco Saverio, il Superiore del Convento di Santa Teresa al Museo, Padre Romualdo, concepì il pensiero di far portare la sacra reliquia all’inferma. Presi gli accordi con i Padri della Compagnia di Gesù, si stabilì che la reliquia sarebbe stata portata il 26 giugno in automobile.
Erano raccolte nella Cappella delle Suore molte persone, venute per baciare la reliquia. Vi erano un gruppo di Suore Betlemiti e molte altre persone, signore, uomini, ecc.
Il Padre Dolindo Ruotolo era stato invitato per suonare all’armonium e cantare qualche mottetto, ed era là con altri. Nell’ attesa della sacra reliquia, le Suore Betlemite, il Sac. Dolindo Ruotolo ed alcune devote signorine si recarono a visitare l’inferma, e costatarono tutti di trovarsi come di fronte ad un mucchio di ossa inerti, forzate a stare nella sua dolorosa posizione. Poi andarono tutti in Cappella, ed il Sac. Ruotolo per raccogliere il popolo nella preghiera, cantò prima l’Inno alla SS. Trinità: Tu Trinitatis unitas, poi recitò gli Atti di Fede, Speranza, Carità e Contrizione; poi il Miserere e inni a Gesù Sacramentato e alla Madonna. Giunta la santa Reliquia si cantò l’inno ISTE CONFESSOR, con una preghiera e con l’oremus del Santo, e processionalmente la Reliquia fu portata all’inferma.
Nella stanza erano presenti il P. Aromatisi, gesuita, il P. Romualdo, il P. Cherubino, il P. Simone, il Fratello Gennaro dei Teresiani Scalzi, il Sac. Dolindo Ruotolo ed altre persone. Il Padre Romualdo benedisse l’inferma con la Reliquia; essa piangeva, ma era immobile.
Il Sac. Ruotolo le disse: <<Il Signore operi questo miracolo per la sua gloria, per la glorificazione di Gesù Sacramentato, per glorificare la sua potenza, per glorificare S. Francesco Saverio>>.
L’inferma piangeva, ma appena la S. Reliquia la toccò si alzò alquanto sul letto, potette muovere le braccia, abbracciò la Reliquia e disse: <<Io ho fede che mi puoi fare il miracolo. Però devi prima convertirmi e farmi santa, e se non debbo farmi santa non me lo fare>>.
Il P. Romualdo e il Sac. Ruotolo sostenevano l’inferma. Essa, che non si era potuta muovere per quattro anni e mezzo si alzò in mezzo al letto. Sentiva una forza superiore, calma, serena, ma potente, che le rifaceva a nuovo la spina dorsale. Alla vista del miracolo si intonò il Magnificat. Ma l’inferma disse. <<Aspettate, per la gloria di Dio accertiamoci prima. Non è illusione? E’ vero? Mi posso alzare?>>.
Il Sac. Ruotolo pregava ad alta voce Gesù Sacramentato perché si fosse glorificato, perché fosse venuto il suo regno, perché si rinnovasse il Sacerdozio. Ad ognuna di queste invocazioni l’inferma sentiva più forte l’azione divina che la rinnovava. Il P. Romualdo le disse di alzarsi, applicandole la Reliquia.
Essa aveva paura quasi di essere illusa; ma poi è discesa dal letto, ha camminato per la stanza sostenuta da dal P. Romualdo e dal Sac. Ruotolo. Si sentiva rifare a nuovo, avvertiva come un vento, una forza divina che la lavorava. Ha camminato sola. Si credeva imprudente che fosse uscita dalla stanza, ma ha voluto uscire. Ha camminato per i corridoi, è discesa per le scale, ha girato in giardino, è andata in Cappella. Il popolo commosso cantava il Magnificat. In Cappella ha ringraziato lungamente Gesù, ha genuflesso dinanzi al Sacramento. Avvertiva ancora quella forza divina che continuava a rinnovarle l’organismo, e questa forza era più intensa quando di invocava Gesù Sacramentato e la Madonna. Poi ha preso due uova nel latte, da sola; è risalita sopra girando per il giardino, ed avendone avuta l’obbedienza si è coricata per riposare e si è potuto cambiare e svestire da sola. A misura che si sentiva rinnovare l’organismo svaniva il gonfiore che aveva prima all’addome e ai piedi, di modo che si sentiva sensibilmente diminuire, ed una cinta che le cingeva i fianchi e che prima le andava stretta, dopo le cadeva.
Il medico che la curava diceva: <<Se giungesse solo a sollevarsi in mezzo al letto, sarebbe già un miracolo grande, e crederei io per il primo>>. Gesù ha voluto fare di più e l’ha risanata fino a farla camminare. I testimoni di un fatto così mirabile si firmano per attestarne la verità.
SAC. DOLINDO RUOTOLO