Lassù, sulla “Collina Incantata”, in cerca delle piacevolissime malinconie autunnali di un tempo passato!
Lassù, sulla “Collina Incantata”, in cerca delle piacevolissime malinconie autunnali di un tempo passato!
Di buona lena, sono tornato lassù sulla mia struggente Collina Incantata, a cercare, tra grovigli di rami spogli e cadenti, e tappeti di foglie esanimi ed ingiallite, i simboli di una lontana poesia autunnale: il lirico e tardo respiro della mia affaticata Anima!
Tutt’attorno un gelido velo brumoso, ostile all’apparenza, ma mio fedele compagno sul sentiero tormentato del mio animo. Sul lastrico di tavolette pietrose sono scolpite soavi immagini del mio passato, esse fremono dentro di me, graffiandomi lo Spirito e transitando limpide nella mia attonita mente. La Natura mi fa dono di una commovente rassegna spirituale.
Ecco, rivedo mio Padre tra i lunghi e colorati filari a studiarne la conta e la piega, in prossimità del gelo e della neve dell’inverno, ormai alle porte; vedo mia Madre venirmi incontro col grembiule, tenuto per le cocche, colmo di nespole e di noci: un saluto autunnale recitato a strofe profumate da ciascun frutto di fine stagione; scorgo le mie due bellissime Sorelline, piegate su sdruciti sillabari, intente ad imparare l’incipiente tenero e fiorito linguaggio d’amore.
Sospeso tra la realtà e il sogno, non mi curo quale dei due sia il più vero, in entrambi mi avvolgo, godendo più a lungo possibile questo dolce e soave mitigar dell’anima, palpitante tra le intricate fronde della quercia, dell’olmo, della gaggia, dell’acero e del piangente salice versante fluenti lacrime nel sottostante ruscello amico. Ho rivolto il mio sguardo interrogativo verso il fondovalle, laggiù, dove la città sta distesa a pancia in aria, calpestata da aridi e pesanti passi. Passi, che l’egoismo, l’invidia e i cuori spenti li fanno striscianti e scarnificanti. Cadute le mura medievali, incrinate le colonne della fede, l’uomo ha innalzato attorno alla città le tetre fortificazioni del maligno, a cui cerca di sfuggire travestendosi da robot !
Vorrei restare quassù, su questa Collina Incantata, fino alla fine dei secoli, passando e trapassando continuamente dalla realtà naturale, offertami dalle ariose carezze di questi malinconici rami autunnali, ai sogni scorrevoli del mio spirito, ma il mondo degli affetti, dei valori della Famiglia Cristiana, degli imperativi tradizionali e degli imperscrutabili disegni della destino, mi vogliono laggiù, tra quelle mura regali di Proserpina a sfidarne le sfide mitologiche.
Mi è di conforto, grazie al Cielo, la dolente rima petrarchesca del pianto dell’augelletto sul tempo passato:
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Vago augelletto che cantando vai,
over piangendo, il tuo tempo passato,
vedendoti la notte e il verno a lato,
e il dì dopo le spalle, e i mesi gai,
se come i tuoi gravosi affanni sai,
così sapessi il mio simile stato,
verresti in grembo a questo sconsolato
a partir seco i dolorosi guai.
Io non so se le parti sarian pari,
ché quella cui tu piangi è forse la vita,
di ch’a me Morte e il Ciel son tanto avari;
ma la stagione e l’ora men gradita,
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col membrar de’ dolci anni e de li amari,
a parlar teco con pietà m’invita.
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Qui, la fervida sensualità del Petrarca muta il dolente accento della voce del mio cuore e del mio animo!
Vi sono infinitamente grato o dilette Amiche e cari Amici, la vostra partecipazione svia gran parte della mia struggente malinconia !
15 Novembre 2021
Sergio Rapetti immerso in solinga natura!
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Un gentile pensiero è per il dott. Teresio Cignoli, farmacologo di Acqui, erudito propulsore di filosofie sagge, corroboranti e taumaturgiche.
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L’Arte della Natura e quella dell’Uomo sono legate allo stesso Destino !
Sergio Rapetti
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3 anniMi associo alla Tua malinconia,ammantata di una immensa liricità,forse dovuta alla nostra età e indubbiamente al periodo che si sta vivendo,un abbraccio
Quadro Direttivo presso Banca di Asti
3 anniCaro Sergio Leggere quanto di meraviglioso scrivi scatena in me’ una grande emozione Con stima