I benefici della telemedicina per una sanità sul territorio

Medicina sul territorio e telemedicina


Assistendo, in tempo di pandemia, agli innumerevoli dibattiti riguardanti il tema che sta limitando in modo ormai difficile da sopportare, a causa del rischio per la nostra salute, la nostra libertà di movimento, le nostre relazioni sociali e la nostra economia, emerge chiaro come le misure utili per contenere la diffusione del virus dovrebbero essere le strutture di medicina sul territorio.

Tali strutture consentirebbero di alleviare la pressione sui “pronto soccorso”, e sugli affollati ospedali che rappresentano in taluni casi un possibile ambito di contagio.

Molti attribuiscono le difficolta a fare fronte organizzativamente alla pandemia ai tagli della spesa pubblica avvenuta nel corso degli ultimi anni, questa è la nota che gli operatori coinvolti ogni volta cercano di suonare. 

Non tutti i problemi si risolvono facendo però leva su rivendicazioni sindacali, interessi corporativi o luoghi comuni. 

Nel corso degli ultimi 20 anni abbiamo perso l’opportunità di creare un network nazionale di telemedicina sul territorio.

L’unico monitoraggio mancante è quello della salute dei cittadini, per ogni altro aspetto invece siamo invece super monitorati.

Negli anni passati, parlo del 2000, fu costituito grazia all’amico Franco Moscetti ed al sottoscritto il “Gruppo di telemedicina ed telematica sanitaria” all’interno dell’associazione Assobiomedica che rappresenta le aziende operanti nel mondo biomedicale.

Per l’azienda nella quale allora operavo avevo realizzato il primo sistema per la raccolta e la refertazione di elettrocardiogrammi via web.

Ricordo le innumerevoli occasioni in cui, anche a nome del gruppo di telemedicina, furono presentati alle istituzioni i vantaggi che poteva portare la telemedicina per la salute dei nostri connazionali.

Le difficoltà incontrate da parte di chi non voleva il cambiamento e di chi sentiva minacciate le proprie posizioni furono insuperabili e la telemedicina rimase solo un esercizio medico-socio-tecnologico-economico.

Oggi la telemedicina esiste, anche se scarsamente utilizzata, ma soprattutto non integrata in un protocollo di assistenza coordinata della popolazione.

Se allora la politica avesse raccolto i suggerimenti dati da soluzioni tecnologiche invece che osteggiarle, oggi con una spesa pro capite molto ridotta, avremmo avuto a disposizione strumenti per la “home self care” che consentono un monitoraggio continuo delle condizioni di salute di ogni cittadino

Con tre semplici dispositivi casalinghi si potrebbero automaticamente allertare nuovi contagi di Covid all’atto di alterazioni di semplici parametri, invece si è preferito sviluppare l’applicativo Immuni di cui, per molti, non ne è ancora chiara l’utilità.

Se i parametri fuori limite fossero associati ad un quadro clinico di pazienti con patologie gravi, saremmo in grado di valutare il rischio cui vanno incontro i nuovi infettati. Avremmo dovuto effettuare processi d’integrazione in luogo di quelli effettuati per soddisfare “opportunità locali”.

Se avessimo integrato una base di dati nazionale della salute dei cittadini, avremmo avuto benefici sulla spesa sanitaria che invece oggi ci pare insufficiente.

Mi sembra quindi oggi giusto investire delle proprie responsabilità la politica che non ha saputo e voluto guardare lontano.

Forse saremo pronti per la nuova pandemia del 2080?


Franco Moscetti

Presidente OVS, Vicepresidente ASTM, Vicepresidente Zignago Vetro, Founder & CEO Axel Glocal Business

4 anni

Caro Sergio, se allora ci avessero dato retta certamente la situazione della sanità italiana sarebbe oggi migliore. Oggi molti parlano di telemedicina solo perché possono consultare un medico in videocall non rendendosi conto che quella è un'altra roba. Purtroppo in questi oltre 20 anni è andato anche disperso un patrimonio di conoscenze e di know-how prezioso. Purtroppo molti pensavano e pensano tuttora a proteggere solo le proprie rendite di posizione e la politica raramente ha avuto una visione prospettica di quello che doveva fare se non occuparsi di come ottenere il consenso nel quotidiano. Peccato. Abbiamo perso tutti una grande opportunità.

Cesare Mangone

imprenditore nel settore medicale ( sono il Presidente della Progetti Medical e produttore italiano dei defibrillatori e distributore di Ventilatori e Monitor paziente ) velista e viaggiatore

4 anni

Sergio, se non ricordo male , partecipai al primo congresso di Telemedicina presso i Magazzini del Cotone nel Porto di Genova , 35 anni fa , ricordi ? Da allora solo ostacoli , Incomprensioni, difesa dello status suo; sia per la tua “ tessera sanitaria” , ricordo, che per i miei apparecchi di monitoraggio da remoto . Solo porte chiuse; adesso è l’occasione giusta, vediamo ...

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