IL CORONA VIRUS DEI CANTIERI STRADALI CAUSA UN'ALTRA VITTIMA
Non è finito neppure gennaio che dobbiamo registrare l'ennesima vittima sui cantieri stradali, intorno alle 14.30 all’altezza del chilometro 288 in direzione Modena. René Bertelloni che si trovava sulla carreggiata con altri colleghi per eseguire dei lavori, è stato falciato un mezzo pesante, il 37enne è morto sul colpo investito da un camion Lidl che viaggiava in direzione Modena, sulla A22. La tragedia si è verificata intorno alle 14.30 all’altezza del chilometro 288, poco prima del casello Reggiolo-Rolo.
Questo è lo scarno comunicato che la stampa dedica a queste morti bianche, annunciate come i bollettini di guerra sancivano giornalmente i dispersi, deceduti e feriti, ormai siamo diventati indifferenti e rassegnati all'inevitabilità di queste tragedie, siamo più preoccupati e spaventati da una lontana infezione che dallo stillicidio di vite umane che giornalmente si verifica sulle nostre strade.
3.800 morti l'anno per incidenti stradali ai quali vanno sommate le mille morti sul lavoro, fanno si che la nostra rete stradale sia una vera e propria trappola mortale, ogni 10 anni sparisce dalla carta geografica una città come Imola nella completa indifferenza di tutti, media in primis. Dovremmo essere terrorizzati ogni volta che mettiamo in moto l'auto, ogni volta che saliamo in bicicletta od in moto, dovremmo preoccuparci persino ad attraversare la strada, ma tutto questo non fa vendere giornali ne fa visitare siti in internet pieni di pubblicità.
Tale immane tragedia oltre agli incommensurabili lutti e dolori, costa allo stato italiano 37miliardi di euro all'anno, dimezzare le vittime per incidenti, sarebbe come fare una finanziaria da 18,5 miliardi, un risparmio strutturale che dovrebbe essere uno scopo primario dei nostri politici, che purtroppo sono impegnati ben importanti battaglie mediatiche, i numeri non fanno audience ma i numeri sono spietati e non mentono, un calo della velocità media di 10 km/h avrebbe come conseguenza un calo delle morti di 1.000 unità all'anno, ma qual'è il politico che può sposare una simile impopolare causa (piuttosto promettiamo di aumentare il limite a fino a 150), proibire l'uso degli smartphone in auto come hanno già fatto nazioni più lungimiranti della nostra, abbasserebbe di molto la percentuale di incidenti causati da distrazione (principale causa di sinistri insieme alla velocità) ma abbasserebbe molto anche gli utili di multinazionali che ormai hanno dei bilanci equiparabili al PIL nazionale, limitare le velocità in presenza di lavori in corso è cosa che non rende simpatici, irritare chi sarebbe costretto a sacrificare preziosi minuti della propria vita sull'altare della sicurezza altrui non è elettoralmente vantaggioso.
Mi chiedo chi farebbe battaglie così maledettamente scomode?
La risposta è semplice: chi sarebbe disposto a farle avrebbe il mio voto.
Marino Mazzoli
#BastaMortiSuiCantieriStradali
Direttore commerciale presso SIAS SpA
4 anniErrata corrige occorre sostituire "chi sarebbe" con "chi fosse"