Il disordine che fa funzionare tutto
Per invogliarvi a leggere interamente la fonte di alcune citazioni che, con il sempre utilissimo copia/incolla, vi propongo, aggiungo pochissime parole. Ho copiato anche il titolo dall’editoriale di Fernando De Haro, pubblicato ieri sul quotidiano di approfondimento della Fondazione per la sussidiarietà.
Vi farà comprendere il senso di un’apparente contraddizione. Come può un disordine far funzionare tutto? Soprattutto vi farà desiderare, se già non ne avete, come fortunatamente è capitato a me, di conoscere amici “disordinati” che ci aiuteranno ad affrontare intelligentemente, fuori dagli schemi, le responsabilità che le circostanze ci suggeriranno di assumere nel nuovo anno.
Siamo ancora nel tempo del Natale e all’inizio di un nuovo anno che ci offrirà la possibilità di accorgerci che la vita è sempre un dono bellissimo, perché pur inevitabilmente drammatica, non è necessariamente tragica, come troppo spesso appare nel racconto dei media, che vorrebbe tranquillizzarci propinandoci i consigli di “esperti” e di burocrati capaci solo di creare deserti.
De Haro scrive: “Quanto è fondamentale la certezza (che) non c’è da avere paura né della libertà, né del tempo. Non bisogna avere fretta (perché) sono loro, i fondamentalmente disordinati, quelli che tengono tutto in piedi, quando tutto sembra crollare (non quelli che vogliono sempre) spiegare, chiarire, rendere tutto più semplice. E per fare tutto più semplice era conveniente che gli uomini non dovessero soffrire questa fatica, questa sofferenza, questa vertigine che implica dire - godendosi la libertà - “questa donna mi piace”, “questo vino è buono”.
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Non perdetevi questo suggerimento: “Per questo, amico mio, bisogna sempre mettersi d’accordo con il Grande Inquisitore. Rileggere più volte le pagine già ingiallite dei Fratelli Karamazov. Il Grande Inquisitore, se ci pensiamo bene, aveva una sua logica. Era un uomo efficiente, aveva fretta di lasciare tutto in armonia. Perciò, voleva spiegare, chiarire, rendere tutto più semplice. E per fare tutto più semplice era conveniente che gli uomini non dovessero soffrire questa fatica, questa sofferenza, questa vertigine che implica dire “questa donna mi piace”, “questo vino è buono”. È meglio non rischiare in tempi di confusione, sosteneva già il Grande Inquisitore, il grande gestore del momento. Non lasciarsi trasportare da inclinazioni personali, non affezionarsi troppo alla donna che piace veramente. Poi vedremo cosa fare con i deserti umani costruiti dai burocrati.
De Haro conclude l’articolo con queste parole: “Non bisogna aver paura del tempo, il tempo mette sempre le cose al loro posto. Perché il tempo ha sopra, sotto, dietro, davanti l’eternità. Un’eternità fatta di tutti i presenti. Non bisogna aver paura nemmeno di ciò che verrà. Non c’è niente, e quando dico niente è niente, amico, che ci possa lasciare soli”.
Grazie Fernando! E, considerando che è difficilissimo, da soli, mantenere ad inizio anno le promesse di mettersi a dieta e di iniziare una periodica attività per mantenete cuore, mente e fisico in forma, grazie a tutti gli amici che preferiranno, come me e insieme a me, allenarsi ad essere “disordinati”.