Il Drifting e l'Antifragilità come stili di vita
Sono sempre stata appassionata di guida sportiva: mi piace, quando guido e le condizioni me lo permettono, disegnare una traiettoria perfetta nelle curve, evitando frenate o accelerazioni brusche, con una elegante fluidità del moto, che mi ha sempre procurato una sottile soddisfazione.
Dall’inizio della pandemia, come penso sia accaduto anche a molte altre persone, ho avuto l'impressione che la mia vita sia andata progressivamente fuori controllo, tanto da avvertire sempre più distintamente una “perdita di aderenza” a quello che ho sempre reputato essere la mia “traiettoria”, con un conseguente senso di sgomento e con la sensazione che qualcuno mi avesse tolto la strada da sotto le gomme, spostandone il tracciato senza preavviso mentre la percorrevo a una velocità tale da non poter certo sperare di salvarmi guidando come guidavo prima… è stato durante l'ennesimo momento di riflessione su questo tema, mentre cercavo di capire come affrontare una situazione che sembrava più grande di me, che ho trovato inspirazione nella filosofia del drifting.
Il drifting è una disciplina sportiva che afferisce all’automobilismo, in cui i concorrenti non devono dimostrare di essere più veloci degli avversari, bensì più abili nel controllare il veicolo in perdita di aderenza del posteriore lungo un percorso composto da curve e controcurve di vario raggio da effettuare con il veicolo in estremo sovrasterzo, senza finire in testacoda né fuori strada e ovviamente senza andare a sbattere, il tutto limitando al massimo le correzioni e i movimenti bruschi dello sterzo.
Molte sono le analogie tra questo modo di affrontare una lingua d'asfalto e il concetto di “antifragile” applicato alla vita, così come definito da Nassim Nicholas Taleb nel suo libro omonimo del 2012: l’antifragilità, che va oltre la troppo nominata “resilienza”, implica la capacità di abbracciare i fattori di stress, l’imprevisto e l’incertezza e di trasformarli per trarne benefico a livello sistemico. L’esempio di creatura antifragile che l’autore fa è l’Idra di Lerna, essere mitologico dotato di molte teste che, se subisce la decapitazione, si adatta facendo crescere due teste per ogni moncherino. Bella risposta alle avversità, no? Mi ha così ispirato che ho deciso di stampare una t-shirt per ricordarmelo: indossandola ho affrontato diverse prove importanti negli ultimi mesi...e mi ha fatto sentire un po' Idra! Eccola qua:
Mettendo insieme questi due spunti di riflessione ho trovato la giusta grinta per affrontare i rovesci della vita che si sono verificati negli ultimi tempi: un cambio improvviso di rotta lavorativa mi ha dato una potente spinta per reinventarmi da zero nel giro di pochi giorni, portandomi su una strada diversa da quella che pensavo per me, ma ho deciso di impegnarmi al massimo come ho sempre fatto, ed i risultati non hanno tardato ad arrivare. In altre parole, ho driftato elegantemente, senza schiacciare minimamente il freno e senza la minima paura del nuovo percorso che mi si sta snodando sotto le gomme e che prende forma mano mano che lo percorro, curva dopo curva. Il controllo che non avevo sulla situazione l'ho generato dal nulla e la soddisfazione che provo ora è difficile da descrivere: serve qualche esempio pratico!
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Sono riuscita a conseguire il Cambridge Teacher Knowledge Test (TKT) – Content and Language Integrated Learning (CLIL), guadagnandomi la valutazione di Band 3 (conoscenza approfondita e vasta), studiando da sola e per curiosità argomenti di un settore che mi è alieno e affrontando con serenità un esame certamente non facile né scontato, fatto di 80 domande in 80 minuti, in inglese.
Sempre negli stessi mesi, ho affrontato senza demordere alcune selezioni molto dure che sono ancora in corso, sono riuscita a scrivere oltre 80 pagine di tesi per un corso di perfezionamento universitario da 60CFU che ho conseguito a maggio, ho seguito corsi di formazione e laboratori su vari temi per centinaia di ore, imparando tra le altre cose anche il coding per Arduino e ricevendo complimenti dal docente del corso per il progetto finale presentato, definito tra i migliori dell’anno.
In tutto ciò, ho strutturato ed esplorato ulteriormente il mondo di Hyperurania, di cui pianifico i prossimi sviluppi con un entusiasmo che non provavo da tanto, tanto tempo: ricercatrice una volta, ricercatrice per tutta la vita.