Il fotovoltaico domestico conviene davvero?
Foto dell'impianto fotovoltaico e dei pannelli solare termico sullo sfondo

Il fotovoltaico domestico conviene davvero?

Alle volte mi capita di parlare di Fotovoltaico e dei vantaggi che può portare, troppo spesso sottovalutati, e di sfatare numerosi luoghi comuni. Dopo circa 3 anni mi trovo a fare un piccolo bilancio di un impianto domestico installato in Abruzzo durante l'estate del 2020, i risultati sono sorprendenti quindi ho deciso di scrivere un piccolo articolo a beneficio di tutti.

Spoiler: l'impianto si è già ripagato per circa il 70% del costo di acquisto.

La domanda che spesso mi viene fatta: è sempre conveniente installare un impianto? La risposta non è scontata, le domande che mi sono posto prima di procedere all'acquisto sono state:

  1. Abbiamo una superficie adatta all'installazione? Non è necessario che sia orientata perfettamente a sud, anche un orientamento est o ovest può essere sufficiente ma l'importante è che non vi sia ombreggiatura.
  2. Quali sono gli orari in cui consumiamo di più, sarebbe possibile modificare i consumi per concentrarli durante le ore più assolate? Questa domanda è fondamentale per capire se prevedere da subito un accumulo per consentire il consumo serale.
  3. Qual è la potenza necessaria per ottenere un buon ritorno dell'investimento? Mi sono regolato sulla base dei consumi annuali, la potenza massima necessaria in casa ed i possibili aumenti dei consumi futuri decidendo per 6kWp.

L'impianto installato si compone di 18 pannelli da 350W per un totale di 6.3kWp con un'ottima esposizione, sud-est circa, ma senza accumulo dato che il consumo maggiore avviene (o si poteva facilmente spostare) durante le ore centrali della giornata. Dopo un po' di studio dei componenti disponibili sul mercato e dei prezzi medi disponibili avevo idee molto chiare: ho fatto numerose richieste ottenendo tuttavia solo 3 preventivi, di cui uno completamente fuori mercato.

Consiglio: non fermatevi al primo preventivo, sopratutto in quanto i prezzi sono di nuovo in discesa rispetto al recente passato.

Dopo un breve sopralluogo e una rifinitura del preventivo l'installazione è stata estremamente veloce con 2 giorni di lavoro, l'attivazione da parte del gestore della rete ha impiegato circa 45gg.

I risultati sono eccezionali, l'impianto produce per 9/10 mesi l'anno più corrente di quella che viene consumata e rimane poco sotto nei mesi invernali. La corrente non utilizzata viene ceduta alla rete e pagata direttamente dal Gestore Servizi Energetici (GSE) con il contratto di "Scambio sul posto". Si tratta di un contratto molto vantaggioso sul quale non mi dilungo troppo visto che è destinato a terminare entro pochi mesi; al suo posto si passerà al contratto di "ritiro dedicato" in cui anche il produttore domestico (chiamato spesso prosumer) viene rimborsato con il prezzo di mercato.

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Anno 2022 - Report di produzione e consumo

Come si vede in figura durante l'anno 2022, il peggiore sotto il punto di vista del prezzo dell'energia, abbiamo auto-consumato oltre 3000kWh di energia con risparmi sensibili sulla bolletta. A questo si aggiungono 6480kWh ceduti alla rete, rimborsati ad un costo medio superiore rispetto agli anni precedenti.

Consiglio: richiedete sempre uno strumento di monitoraggio della produzione e dei consumi, nel mio caso incluso nello stesso inverter, per ottimizzare i consumi e valutare i risparmi.

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22 Luglio 2023 - Uno dei giorni più caldi di sempre

In figura abbiamo uno dei giorni più caldi di Luglio, il sistema di monitoraggio ci consente di capire esattamente i consumi di casa e permette istantaneamente di adeguarsi alla produzione per aumentare l'autoconsumo. Si noti come la produzione massima sia ben sotto il limite teorico di 6kWp, il caldo torrido difatti riduce le prestazioni del pannello ma su questo tema nuove tecnologie sono in grado di mitigare le perdite.

Parliamo a questo punto del ritorno dell'investimento (ROI) dell'impianto: ci sono due possibili strade, a seconda se includiamo o meno nel calcolo gli incentivi statali pari al 50% (recuperabili in 10 anni) di cui ho usufruito. Il conto non può essere preciso dato che i risparmi sono difficili da calcolare e sopratutto perché una parte dei rimborsi GSE (le cosiddette eccedenze del contratto di scambio sul posto) sono tassate.

  1. Nel primo caso consideriamo il costo totale dell'impianto e gli incentivi come semplice contributo annuale, quindi andiamo a sommare: 3 rate incentivi + rimborsi GSE + risparmi in bolletta. Secondo questo calcolo abbiamo un ritorno di circa il 45-50% in tre anni.
  2. Nel secondo caso consideriamo il costo totale dell'impianto al 50%: rimborsi GSE + risparmi in bolletta ci portano ad un ritorno di circa il 70-75% in tre anni.

La vita stimata di un impianto è di circa 25 anni, il problema principale è la perdita di capacità produttiva del pannello nel corso degli anni. Nel mio caso il produttore garantisce una potenza del pannello di circa l'85% anche dopo il quarto di secolo, resa comunque accettabile. Probabilmente a metà strada sarà necessario sostituire l'inverter ma si tratta di un singolo componente. Appare subito chiaro che si tratta di un ottimo investimento sia di medio che di lungo termine.

I miti da sfatare sul fotovoltaico purtroppo sono tanti, eccone alcuni che ho incontrato nel tempo:

  • "Il costo dell'impianto è ancora troppo elevato": durante il periodo del bonus 110%, complice la forte richiesta e la mancanza di materiale e ditte disponibili, i costi sono cresciuti. Sembra tuttavia che la situazione si stia normalizzando di nuovo, considerato il ritorno di investimento di breve termine rappresenta ancora un ottimo investimento.
  • "Senza accumulo non serve a nulla": il costo delle batterie di accumulo è in discesa continua, beneficiamo degli avanzamenti sviluppati in campo automotive. Anche senza, a seconda del profilo dei consumi, avremo un buon risparmio sulla bolletta e l'impianto potrà comunque essere predisposto per l'aggiunta futura di una batteria.
  • "Con la fine del contratto di scambio sul posto la vendita di corrente non sarà più vantaggiosa": il contratto di scambio sul posto è molto vantaggioso, tuttavia la vendita di corrente seppur in misura minore contribuirà ancora al ROI dell'impianto. Questa novità cambia un po' lo scenario ed aumenta la convenienza di un accumulo da abbinare all'impianto fotovoltaico.
  • "Il fotovoltaico conviene solo in sud italia": negli ultimi due anni abbiamo visto moltiplicarsi gli impianti in Lombardia, anche se con un irraggiamento minore rispetto alla Sicilia il bilancio rimane ancora positivo. Ad influenzare la produzione di corrente è difatti anche la temperatura, avremo quindi maggiore produzione in montagna rispetto alla pianura.
  • "La manutenzione è costosa": il fotovoltaico non necessita di manutenzione particolare, in un impianto domestico è sufficiente mantenere puliti i pannelli ma (nel mio caso) non ho mai effettuato alcun intervento.
  • "Lo smaltimento a fine vita sarà molto oneroso ed un problema per l'ambiente": la durata di circa 25 anni pone il problema molto avanti nel tempo ed i vantaggi generati superano ampiamente i costi ambientali. Su questo tema c'è molta attenzione da parte dell'unione europea, sono certo che tra circa 20 anni ci sarà modo di poter smaltire e riciclare l'impianto senza problemi. Con piacere ho visto che sta nascendo una filiera dell'usato molto interessante che potrebbe aprire nuove opportunità.

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Benefici ambientali dopo 3 anni

In conclusione posso dire di essere estremamente soddisfatto della scelta fatta e dei ritorni sia in termini economici che ambientali, se dovessi rifare oggi l'acquisto riconfermerei tutto andando a migliorare alcuni aspetti alla luce delle novità intercorse in questi tre anni:

  • Vista la fine del contratto di Scambio sul posto introdurrei da subito un accumulo per massimizzare l'autoconsumo, dalle mie stime 10Kw dovrebbero consentire di ridurre la corrente acquistata del 90% su base annua.
  • Essendo maggiormente diffusi avrei optato per un inverter con funzionalità di backup, abbinato ad un accumulo sono in grado di fornire corrente anche in caso di blackout di corrente (un evento ancora comune in zona).
  • All'interno delle attività di installazione avrei inserito anche la predisposizione dell'impianto elettrico per la ricarica per veicoli elettrici, optando per rimandare l'acquisto della vera e propria Wallbox in attesa di una reale necessità. Ci sono diverse opzioni sul mercato, ma la tecnologia avanza molto in fretta e penso che nei prossimi anni avremo una scelta più ampia.

Sergio Matalucci

(Energy) Journalist

1 anno

Buongiorno. Mi chiedevo. Ne ha voglia di parlare con pv magazine in questi giorni? Magari oggi? Grazie mille!

Lorenzo Galluzzo

Head of Engineering | PMP® | ISIPM® presso S.I.T. Sordina IORT Technologies S.p.A.

1 anno

Grazie per la condivisione. L'unico appunto che mi sento di fare e che, da conto effettuati, l'accumulo non conviene mai. Non si arriva mai, in tutto il suo ciclo di vita, a giustificarne l'esborso iniziale. L'unico suo vantaggio sarebbe se ottenuto con il superbonus. Queste considerazioni, successivamente, mi sono state confermate anche dalla ditta che mi ha installato l'impianto. All'inizio non mi credevano, poi si sono rifatti i conti e mi hanno dato ragione.

Maurizio Milazzo

Sales Director South Europe TXOne Networks, Industrial Cybersecurity, OT Defense, running Business from scratch

1 anno

Congratulazioni!! Studio di consulenza👍

Francesca Rossato

GLOBAL GOODWILL AMBASSADOR ALMA MATER UNI SUSSEX UNI SIENA LEWES COLLEGE BERLITZ. ERASMUS GENERATION , WS INSTITUTE

1 anno

  • Nessuna descrizione alternativa per questa immagine
Fabrizio Diana

Sales Engineering

1 anno

Un articolo semplice ed utile per trarre le dovute decisioni!!

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