Il Giovane Lando Norris e l’arte di essere eroi senza superpoteri

Il Giovane Lando Norris e l’arte di essere eroi senza superpoteri

Ci sono storie che vibrano, che ci catturano non per la loro straordinarietà, ma per l'umanità che ci restituiscono.

Il percorso di Lando Norris nell’ultimo campionato di Formula 1 è una di queste. Non ha vinto il titolo mondiale, non ha avuto un’auto imbattibile come quella di Verstappen, ma si è distinto per qualcosa che va oltre i trofei: il coraggio di migliorare, la resilienza nel cadere e rialzarsi, e la capacità di trasformare la normalità in una forza.

Questo pensiero nasce da una chiacchierata fatta con mia figlia, Ginevra, appassionata di Formula 1. È stata lei, con il suo entusiasmo e le sue riflessioni, a farmi vedere in Lando Norris non solo un pilota, ma un simbolo di qualcosa di più profondo: la capacità di affrontare le sfide con determinazione e umiltà.

Una lezione che, come genitore, mi ha ispirato a riflettere sul coraggio, sull'antifragilità e su cosa significhi davvero "vincere".

Lando Norris non è arrivato in Formula 1 come il supereroe perfetto. Non ha avuto la strada spianata, né una macchina che potesse mascherare i suoi errori. Al contrario, la sua crescita è stata graduale, spesso accompagnata da delusioni. Ci sono stati momenti in cui i suoi limiti erano evidenti, eppure ogni difficoltà sembrava un seme da cui far germogliare qualcosa di nuovo.

I giovani spesso si sentono schiacciati dall’idea che devono essere perfetti, invincibili, pronti a dimostrare subito tutto. Ma la vera forza sta nel vivere i momenti di crisi non come fallimenti, ma come opportunità per riscrivere la propria storia. Il giovane Lando insegna che le difficoltà non solo temprano, ma rendono migliori: sono il terreno su cui si impara a guidare la nostra “macchina interiore” con più precisione e consapevolezza.

Norris non è un eroe dai superpoteri. Non ha la macchina più veloce, non è nato con il piede di piombo di Senna o Schumacher. Ma è esattamente questo che lo rende speciale. È un giovane che ha lavorato instancabilmente, trasformando i suoi limiti in una forza.

Nel suo approccio vediamo una lezione per tutti noi: il vero coraggio non è l'assenza di paura o debolezza, ma la capacità di agire nonostante queste. È l’abilità di accettare che siamo imperfetti, e di fare di questa imperfezione una leva per raggiungere risultati straordinari.

Nella vita, spesso ci aspettiamo che il successo arrivi solo per i più dotati, i più privilegiati. Ma Lando ci ricorda che anche un ragazzo "normale", con un sogno grande e il coraggio di perseguirlo, può arrivare lontano. Un ragazzo che ci mostra che non serve essere perfetti per essere vincenti

Ai  giovani che magari stanno leggendo queste righe, mi piace dire: non abbiate paura di essere “normali”. Non abbiate paura di sbagliare.

La vita, come il Mondiale Costruttori, non si vince in un singolo momento di gloria. Si vince costruendo, migliorando, affrontando le sfide come parte di un processo continuo. Ogni giorno è una curva da affrontare, ogni errore un pit stop per riflettere e ripartire.

Come Lando, anche voi potete essere eroi. Non servono superpoteri, solo la volontà di trasformare ogni limite in una nuova possibilità. Alla fine, la vera vittoria sarà costruire una vita di cui essere orgogliosi, insieme a chi ci sostiene nel nostro percorso.

E, forse, sarà proprio in una chiacchierata con qualcuno di speciale – come è successo a me con Ginevra – che troverete l’ispirazione per vedere la vostra corsa sotto una luce nuova.

Di errore in errore scoprirete la Verità che potete diventare!!

Marco Cavatorta

Project Portfolio Manager @ CA Italia - Comitato Consultivo @ Le Village by CA Milano

2 settimane

Emanuele, di figlia in figlio: Giulio ha sempre mostrato forte irritazione per ogni narrazione motivazionale. Il lato evidentemente positivo è che mi ha spinto a riflettere e a osservare le mie emozioni e le sue. E a constatare che la mia narrazione è più umille: faticando ho scoperto percorsi che mi attirano, persone che apprezzo, luoghi che mi piacciono e li frequento non appena mi è possibile. Non una vocazione ma lo sguardo sorpreso da ogni nuovo particolare nel quotidiano percorso casa-vita.

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