Stiamo a prendercela sempre con il finale, e non ci focalizziamo sulle responsabilità del principio.
Su 10 laureati, 6 sono ragazze (Rapporto Almalaurea). Ma, a 5 anni dal diploma di Laurea, questo vantaggio si perde: ad aver trovato un impiego è l’88% dei maschi contro il 81% delle donne. E solo un terzo di loro riuscirà a raggiungere posizioni dirigenziali.
Tutte, invece, guadagneranno meno dei colleghi uomini e avranno sulle spalle le mille incombenze famigliari.
Per voltare, davvero, pagina occorre sicuramente partire dalle nostre figlie cioè educarle fin da piccole a prendere coscienza del loro valore, ad avere coraggio, a non rinunciare in partenza a un sogno. L’importante è iniziare all’età giusta, dall’infanzia fino alla preadolescenza, quando sono molto ricettive, aperte e con una mente ancora libera da condizionamenti.
E' da piccole che si impara a credere in se stesse. Così sarà più facile, da grandi, avere gli stessi diritti degli uomini. In famiglia e nel lavoro
E' incredibile come già nella Repubblica di Platone, la prospettiva della donna è a tratti rivoluzionaria, poiché la riflessione trova le sue radici nel modello educativo spartano, infatti la donna era in grado di partecipare sia alla vita pubblica sia al bene dello Stato.
Platone afferma: “non c’è alcuna pubblica funzione che sia riservata alla donna in quanto donna, o all’uomo in quanto uomo, ma fra i due sessi la natura ha distribuito equamente le attitudini, cosicché la donna, appunto per la sua natura, può svolgere tutti gli stessi compiti che svolge l’uomo […]”.
Ad esser messo in discussione è proprio il metodo educativo, che deve essere quanto più simile sia per la donna sia per l’uomo.
Proprio nel quinto libro del dialogo Repubblica si approda ad una vera e propria regola di natura pedagogica e metodologica secondo cui: “per quanto riguarda la preparazione di una donna alla difesa dello Stato, non si può mettere in atto una educazione per formare gli uomini e un’altra per formare le donne, soprattutto perché abbiamo a che fare con la medesima natura”.
Il grande filosofo, insomma, riteneva che ogni persona dovesse avere dei ruoli e delle funzioni, non in base al sesso biologico, ma secondo le proprie abilità intellettuali e morali. In questo modo l’educazione diventava uguale per ognuno, al di là del genere di appartenenza.
Ci troviamo di fronte alla più radicale dichiarazione di uguaglianza di diritti e di doveri fra i sessi che l’antichità abbia mai formulato.
Consigliati da LinkedIn
Moderno no?
Qualche tempo fa stavo cercando un regalo per una bimba di 5 anni sono entrato in tre negozi: in una libreria mi è stato chiesto se il libro era per un bambino o una bambina, in un’altra se la carta regalo doveva essere con sfondo rosa o celeste, e in un negozio di giocattoli, parlando di una casetta di legno, la venditrice ha specificato che era "per le femminucce".
Il fatto è che questi "innocenti" stereotipi hanno un peso sulla visione che bambine e bambini si creano rispetto al loro ruolo e al loro futuro, ed incredibilmente potranno contribuire a influenzare le scelte scolastiche e professionali in direzioni molto meno ambiziose.
Aeronautica spaziale, ingegneria, fisica, informatica, statistica; Necessita incoraggiare le nostre figlie a non aver timore di mettersi alla prova anche in ambiti considerati “maschili".
Non si tratta, semplicemente, di fare "qualcosa di nuovo" per scoprire le proprie potenzialità. Bisogna assolutamente scardinare quella vecchia forma mentale che, finora, ha fatto sì che fossero le Donne per prime, anche se molto dotate, ad auto precludersi carriere e opportunità.
Nel mondo del lavoro è purtroppo ancora diffusa l’idea che le donne siano meno credibili degli uomini, che abbiano più difficoltà nel prendere le decisioni e che, una volta madri, perderanno la motivazione.
È un circolo vizioso: diversi studi dedicati al comportamento femminile sul posto di lavoro dimostrano, effettivamente, che le Donne abbiano un basso livello di autostima, scarsa ambizione, paura di non essere accettate in un ambiente maschile e che tendono ad abbandonare un obiettivo se rischia di provocare conflitto (a lavoro e in famiglia).
Dovremmo iniziare dal concedere alle nostre piccole donne la possibilità di NON essere eccellenti, a non ricercare l'eccellenza nella vita come nei primi anni della scuola. Insegnare loro che non bisogna sapere tutto ancor prima di cominciare; che si può "provare a fare" senza l'onere dell'accettazione (noi maschi in questo siamo bravissimi).
Se una Donna, ogni Donna, penserà di farcela, avrà ragione.
E se penserà di non farcela? Avrà ragione.