Il Progresso Tecnologico a Beneficio di Pochi

Il Progresso Tecnologico a Beneficio di Pochi

Guardando il mondo di oggi sono preoccupato e in un certo senso anche convinto che il potere politico non abbia sfruttato il progresso industriale per portare la prosperità a milioni di persone. Se un secolo fa erano le fabbriche tessili automatizzate a licenziare i propri lavoratori oppressi a costo di arricchire i loro proprietari, ora è il turno delle tecnologie digitali di ampliare ulteriormente il divario socioeconomico fra le persone. È improbabile che la situazione nel futuro cambi se il potere di prendere tutte le decisioni importanti rimane nelle mani di regimi autocratici e di pochi leader tecnologici, spesso arroganti. La mia domanda secolare è: il progresso tecnologico ha significato prosperità per tutti? Ripassando la nostra storia millenaria, dalla rivoluzione agricola neolitica all'ascesa dell'intelligenza artificiale odierna, diventa chiaro che l'idea di prosperità condivisa continua ad essere una meta distante. Le posizioni geografiche dei cambiamenti tecnologici hanno contribuito alla direzione della tecnologia e al tipo di progresso in diverse parti del mondo: l'Europa occidentale e la Cina sono diventate il centro dell'agricoltura; la Gran Bretagna e gli Stati Uniti per la rivoluzione industriale e gli Stati Uniti e la Cina per le tecnologie digitali. Mentre in precedenza i diversi paesi avevano opinioni diverse sull'adozione della tecnologia, le sue implicazioni sulle principali economie hanno in seguito anche portato all'imposizione delle tecnologie al resto dei paesi del mondo, soprattutto quelli appartenenti al Sud Globale. Un simile approccio rimane tutt'altro che inclusivo, in quanto ha ampiamente contribuito alla ricchezza di coloro che lo hanno promosso e diffuso. Tuttavia, sono innumerevoli le storie di casi che giustificano l'entusiasmo per il cambiamento tecnico a costo di penalizzare una larga maggioranza della popolazione del mondo. Ad esempio: Francis Bacon e la storia del fuoco; la ricerca di Lesseps per la costruzione del canale di Panama; i carri di Stephenson per spostare il carbone; le macchine utensili di McCormick per la raccolta dei raccolti per finire con l’ottimismo tecnologico di Bill Gates ed Elon Musk; ci fanno capire che nel corso della storia sono state le tecnologie del vincitore a imporre più disuguaglianze e violenza nella società globale. La realpolitik della tecnologia per il cambiamento economico è distorta, poiché la tecnologia ha due lati. Ci sono un gran numero di esempi in cui il progresso tecnologico ha portato a enormi guadagni per i ricchi a spese dei percepiti beneficiari. Questa è secondo la mia opinione più o meno la storia della relazione tra progresso tecnologico e persone. La tecnologia viene propagandata per le promesse che mantiene, ma i benefici si accumulano dopo molto tempo e talvolta nella direzione contraria. Navi migliori hanno aiutato nel commercio ma hanno promosso la schiavitù trasportando centinaia di migliaia di persone di colore. Nel 1871, Karl Marx aveva osservato che i costanti miglioramenti della tecnologia avrebbero creato un enorme esercito di disoccupati. Più di un secolo dopo, le sue parole sembrano avverarsi, poiché la promessa trasformazione della vita da parte dell'intelligenza artificiale ha la possibilità di peggiorare la vita della maggior parte delle persone. Le persistenti preoccupazioni di John Keynes, vecchie un secolo, sulla disoccupazione tecnologica sono oggi tornate d’attualità.  Per ridurre gli impatti negativi sulla società, è necessario che i dibattiti sulle nuove tecnologie dovrebbero concentrarsi non solo sulla brillantezza dei nuovi prodotti ma anche sul fatto che funzionino per le persone e la società e non solo per i profitti delle imprese. A tal fine, c’è una lunga serie di cose da fare per regolamentare le tecnologie di proprietà privata che hanno intrinseche esternalità negative per la società nel suo insieme. La società e i suoi potenti guardiani devono smettere di essere ipnotizzati dai miliardari della tecnologia e dai loro programmi. Infatti, il progresso non è mai automatico a meno che la società non si unisca contro il potere bruto delle corporazioni tecnologiche. È una preoccupazione necessaria per chiunque non solo si preoccupi del presente ma anche di chi si occupa del futuro della democrazia nel mondo.

 

 


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