Il succo del discorso sul Neuromarketing.
Introduzione generale
Negli ultimi anni, le neuroscienze hanno avuto un grande sviluppo, che tutt’ora avanza ancora a grande velocità, sempre ottenendo ottimi risultati.
Sin dagli ultimi anni del millennio scorso, queste scienze si sono viste accostate ad altre discipline come l’economia, la psicologia, il marketing e molte altre. L’unione tra queste ultime e le pratiche neuroscientifiche hanno dato vita a nuove discipline come la neuroeconomia, la neuropsicologia, o il neuromarketing.
Queste unioni danno vita a pratiche che, studiando i principi cognitivi e comportamentali in base a diversi stimoli, hanno come fine quello di ottenere risultati migliori.
Neuromarketing: cos'è?
Il Neuromarketing è l’applicazione delle neuroscienze che studiano i processi decisionali dei consumatori di marketing, al fine di realizzare la migliore strategia possibile, ed è un concetto giovanissimo.
Infatti, nasce negli anni ’90, quando alcuni ricercatori utilizzano la fMRI (la risonanza magnetica funzionale, tecnica che valuta le funzionalità di un organo) per lo studio delle attività cerebrali sui processi decisionali durante l’esecuzione di alcuni compiti.
È l’applicazione delle neuroscienze che studiano i processi decisionali dei consumatori al marketing, al fine di realizzare la migliore strategia possibile.
Essendo ancora una pratica nuova ma vecchia, possono esserci diversi elementi che inducono a considerazioni errate.
Il neuromarketing è visto come uno “strumento manipolatorio” che devia le scelte originali e sorpassa la privacy del consumatore. Certo, il neuromarketing è uno strumento molto potente e complicato, ma l’unico scopo che vuole avere è quello di agevolare il consumatore nel suo processo decisionale.
Insomma, ha il compito di rendergli la via facile.
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Le basi neuroscientifiche per un marketing
Parto svelando che il modo in cui prendiamo le decisioni non è completamente sotto il nostro controllo.
Infatti, il processo decisionale è frutto dell’elaborazione a livello inconscio di impulsi e sensazioni dettate stimoli esterni.
Il nostro cervello, quindi, a causa della sua elaborazione delle informazioni in maniera “non lineare”, non prende le decisioni in modo del tutto razionale. Anzi, quasi per niente.
Al fine di creare strategie efficaci, è necessario comprendere anche i circuiti cerebrali delle emozioni e motivazioni nelle scelte di acquisto. Tra di questi, utili nella valutazione di ricompense, piacere e paura si trovano in varie zone:
Arriveranno altri articoli del genere. Rimanete aggiornati
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-Amin