Il talento è un alibi e una misera giustificazione
“Potrebbero esserci persone con più talento di te, ma non hai scuse se qualcuno lavora più duro di te” (D. Jeter)
Il talento, questo mito menzionato milioni di volte in qualsiasi ambito. C’è chi dice che sia la benedizione del cielo, una dota naturale, un gene del dna. Io penso che il talento sia un grandissimo alibi per cercare di non lavorare sodo, e una misera giustificazione per chi non ha intenzione di farsi il mazzo.
La storia è piena di esempi che mi portano a pensare esattamente quello che ha voluto dire Derek Jeter (giocatore di baseball dei New York Yankees) nella frase riportata sopra: il lavoro duro batte qualsiasi talento presunto.
Ammettendo che il talento esista e qualcuno sia stato baciato dalla fortuna, o dotato di una capacità fuori dal comune in un particolare ambito, questo non è sufficiente per realizzare grandi risultati.
Senza il lavoro costante, la dedizione e lo spirito di sacrificio, non si va da nessuna parte, nemmeno partendo da un livello superiore alla media.
Uno degli aspetti che meno digerisco, soprattutto in ambito sportivo, è quando si giustificano comportamenti irrispettosi, indolenza e scarsa applicazione, dicendo la canonica frase: “eh ma lui ha talento, può permetterselo!”. Non sono per nulla d’accordo. Pensi che Michael Jordan sarebbe arrivato dove è arrivato solo grazie al talento? Cristiano Ronaldo è, secondo te, solo talento? Valentino Rossi ha solo il cosiddetto manico? NON CREDO PROPRIO.
Nello sport, nel lavoro e nella vita, avere talento o una dote naturale non basta, le caratteristiche che servono sono altre e, bada bene, possono sopperire anche la mancanza di talento.
Il rovescio della medaglia è che il talento diventa giustificazione per chi non ha voglia di sbattersi e lavorare duro. “Lascio perdere perché tanto io non ho talento” è la frase che sento dire più spesso da chi si avvicina ad una nuova attività. E’ comodo buttarla su una mancanza considerata fondamentale da tutti, quando si vuole nascondere la testa sotto la sabbia.
Avere o non avere talento non è l’ago della bilancia tra successo e insuccesso.