Il tempo dei pontieri
Incombe la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018, in Lombardia si celebreranno anche le elezioni regionali. Mano a mano che la scadenza si avvicina, ai ragionamenti, alle ambizioni e ai calcoli politici e personali di coalizioni, partiti e candidati si affiancano le ragioni della comunicazione politica come fattore determinante per la vittoria alle elezioni. Ragioni giocate tra strategie e tattiche sopraffine che col tempo possono addirittura diventare determinanti su qualsiasi altra considerazione strategica. Le campagne non sono materia per pubblicitari, per smanettoni del web, per professionisti delle relazioni pubbliche, per giornalisti, sono invece appannaggio, o dovrebbero esserlo, di strateghi della comunicazione globale intesa come integrazione tra le svariate leve del decision making, professionisti che abbinano a queste conoscenze anche quelle della teoria politica e della prassi in materia. Chiamateli spin doctor o come volete, uomini e donne di mondo sicuramente, dalla significativa esperienza, versatili, concavi e convessi, senza manifesta appartenenza, sono quindi figure ben diverse dal portaborse, dal militante, dal capo segreteria, dal portavoce o da chiunque altro di solito viene chiamato in causa in occasione delle campagne elettorali quando manca la minima cognizione organizzativa da parte del committente, candidato o partito che sia. Tra questi ci sono i "pontieri", figure peraltro non nuove nel mondo politico e partitico, anzi! Nella Prima Repubblica sbrogliavano complesse e delicate matasse nei congressi di partito, nei momenti in cui si formava un nuovo governo, venivano chiamati in causa per creare consenso per l'approvazione di una legge importante e via dicendo. Erano nella quasi totalità politici di lungo corso, parlamentari in servizio, abili mediatori dedicati alla causa, negoziatori per professione e così è stato anche nei primi anni della Seconda Repubblica. Oggi non è più così, resiste sicuramente uno zoccolo duro di parlamentari o ex parlamentari dediti a questo delicato lavoro, ma le figure più importanti e determinanti sono da ricercarsi altrove. In un contesto sempre più "americano" dell'universo che gravita intorno al potere. Figure da ricercarsi appunto nel settore del lobbying e della comunicazione pubblica di alto livello, professionisti che si prestano in certe e ben determinate fasi storiche e politiche a svolgere ruoli tipicamente da spin doctor evoluto, con forti connotazioni strategiche politiche e non solo di comunicazione. Avulsi dal calcolo elettorale, fuori dalle trame della bassa cucina del potere, senza ambizioni carrieristiche nell'agone politico, come ambasciatori d'altri tempi trattano per il mandante di turno in modo assolutamente professionale. I pontieri, si diceva. Le campagne elettorali si vincono prima della presentazione delle liste, come recita un vecchio adagio sempreverde. Trattative e accordi ben riusciti sono basilari per vincere in seguito, le campagne si decidono in quel momento lì, la raccolta del consenso è una conseguenza.