Il tuo miglior alleato sei tu
“Chi si ferma è perduto.”
“Non è la specie più forte o quella più intelligente a sopravvivere, ma chi si adatta meglio al cambiamento.”
“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.”
“Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.”
Ci sono moltissime frasi e citazioni che spronano le persone a cambiare la propria vita, ad evitare la stasi e a progredire. Tutti sappiamo che molto spesso cambiare la propria condizione attuale e risolvere determinate questioni in sospeso può portare ad un miglioramento della propria condizione di vita, favorendo il benessere e la crescita personale. Spesso progredire permette di migliorare, di evolvere e di avvicinarci alla visione ideale che abbiamo di noi stessi e della nostra vita.
Allora perché molto spesso non ci riusciamo? Cosa ci impedisce di attuare e portare a termine quei cambiamenti che ci siamo prefissati? Perché preferiamo un posto tossico ma sicuro alla possibilità di una maggiore serenità? Molto spesso il cambiamento non è un processo semplice e naturale per l’uomo, anche per chi si trova in una situazione di sofferenza o dolore. Le persone faticano a cambiare casa, lavoro e partner, e preferiscono una sicurezza conosciuta ad un futuro senza certezze, anche se con molte probabilità potrebbe essere migliore del presente. Il problema sta nel fatto che “chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova”. Ciò che spesso ci impedisce di cambiare è proprio questo: l’incertezza. Il futuro non può essere previsto, non si possono sapere in anticipo le conseguenze delle nostre scelte e questo ci fa paura, così rimaniamo inchiodati nella condizione attuale, qualsiasi essa sia, perché ormai la conosciamo, sappiamo muoverci in questa situazione e questo ci dà sicurezza. Perché l’ignoto spaventa più di una routine nociva e tossica, che ci può addirittura portare alla malattia. Siamo spaventati, non vogliamo impegnarci e spesso non abbiamo la forza o la capacità di prendere una decisione chiara. Così rimaniamo invischiati nelle sabbie mobili, le conosciute e rassicuranti sabbie mobili.
Ma una volta raggiunta questa consapevolezza, la questione principale diventa un’altra: come trovare la forza di cambiare e fare quel passo avanti che ci permette di liberarci dal problema e dal dolore? Come uscirne? Il primo passo è far pace con se stessi, quindi con il nostro inconscio. L’inconscio è la nostra intelligenza emotiva, l’altra parte di noi, quella non razionale ma pulsionale. Se l’inconscio rema contro di noi non riusciremo a progredire solo con la forza di volontà: esso determina le nostre scelte, l’umore, ciò che preferiamo e non preferiamo, le situazioni in cui ci cacciamo e i partner che scegliamo. Influenza tutta la nostra vita senza che ce ne rendiamo conto. Per questo non dobbiamo essere in conflitto con noi stessi, ma accettare l’esistenza di questa nostra parte interiore, comunicarci e far pace con essa, cosa possibile grazie a Stefano Benemeglio e alle Discipline Analogiche. Così facendo avremo la forza di cambiare, rispettare le nostre scelte, portarle avanti e progredire. L’inconscio può essere una risorsa davvero preziosa: una volta che siamo in sintonia con questa parte di noi, e quindi sia la nostra parte logica che quella emotiva sono allineate per un fine comune, è possibile affrontare qualsiasi difficoltà della vita perché quella misteriosa “forza” che ci teneva ancorati a una persona o a una situazione altamente dannosa per noi, sarà di nuovo nelle nostre mani e potremo utilizzarla per i nostri scopi, il benessere e la felicità.
Il nostro inconscio è un guerriero al nostro fianco, la nostra forza e il nostro miglior alleato nelle situazioni difficili, soprattutto quando dobbiamo affrontare l’ignoto che tanto ci spaventa.
Ricordiamoci sempre che “il modo migliore per predire il futuro è crearlo”.