Il Welfare Aziendale genera impatto sociale

Il Welfare Aziendale genera impatto sociale

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Ricordo la prima edizione di Welfare Index PMI. Era il 2016 e premiavamo circa 22 aziende su 2.000 partecipanti. All’edizione di quest’anno, abbiamo premiato 105 Welfare Champion, che sono i portabandiera di un movimento di oltre 6.000 imprese che si sono distinte per l’impegno sociale.

Si tratta di PMI di tutte le dimensioni, da 6 a 1.000 addetti, e di tutti i settori: industria, artigianato, commercio, servizi professionali, agricoltura e terzo settore. Queste sono quelle che hanno avuto una visione più ampia, che hanno guardato fuori e che si sono attivate per dare forza in un momento di grandissima incertezza.

Welfare aziendale come impatto sociale

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L’impatto sociale è il filo rosso che attraversa queste incredibili esperienze e che per la prima volta abbiamo deciso di misurare. In questo modo le aziende hanno portato la cultura del welfare che avevano maturato in azienda anche all’esterno. Si sono dimostrate un punto di riferimento, non solo per i lavoratori e le loro famiglie, ma anche per le comunità locali.

In primo luogo, si sono occupate attivamente di salute, ma anche di formazione a distanza e di sostegno alle famiglie che nel proprio territorio erano in difficoltà, avviando iniziative per sostenere le famiglie nell’istruzione dei figli: impegno particolarmente rilevante in un paese con tassi di abbandono scolastico troppo elevati.

Hanno introdotto esperienze avanzate di conciliazione vita-lavoro, offrendo servizi alle famiglie per aiutarle nella cura dei figli e degli anziani. Da sottolineare anche questo dato significativo: in queste aziende la quota di presenza femminile è sensibilmente superiore alla media.

Welfare aziendale come responsabilità sociale

Le aziende impegnate sono state, non solo soggetti economici capaci di reagire all’impatto indotto dalla pandemia, ma veri e propri attori sociali. Hanno capito che il welfare aziendale, oltre a farle crescere, è anche una potente leva di coesione sociale per affrontare una crisi di sistema.

Queste piccole medie imprese si sono attivate con azioni concrete su quelle che sono le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): salute, donne, giovani, famiglie e comunità.

È questa la nuova consapevolezza, la nuova responsabilità sociale. È la cultura imprenditoriale che fa bene al Paese e che con Welfare Index PMI abbiamo premiato durante l’evento del 9 settembre. Una cultura del fare, che contraddistingue da sempre le PMI italiane. E una cultura del fare insieme, insegnamento che abbiamo compreso con la pandemia.

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All'interno del Comitato Guida di Welfare Index PMI, di cui faccio parte, crediamo che si debba prendere ispirazione da ciò che sta cambiando nel rapporto fra impresa e società, e valorizzare l’impatto che il welfare aziendale può avere.

Questo è l’impatto sociale, un elemento chiave per una crescita inclusiva e sostenibile che vuol dire, infatti, essere un’azienda trasformativa, generativa, a impatto, capace di creare valore nel lungo periodo per le persone, per le famiglie e per le comunità. 

Welfare aziendale in Europa

Quest’anno, l’esperienza che Welfare Index PMI ha diffuso e fatto crescere in Italia entra in Europa, partecipando alla prima edizione di SME EnterPRIZE, la nuova iniziativa di Generali che premia i modelli di business sostenibile. Il 28 settembre appuntamento a Bruxelles, dove saranno premiate le migliori imprese europee.

Il welfare aziendale è cresciuto: nelle azioni promosse, nella consapevolezza degli imprenditori, nell’impatto sociale e sono sicura che crescerà ancora grazie all’impegno di tutti.

Per approfondire le tematiche che ho trattato, potete trovare il Rapporto Welfare Index PMI 2021 completo sul sito: www.welfareindexpmi.it

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