INQUINAMENTO DA MEDICINALI
POLLUTION CAUSED BY USE AND ABUSE OF MEDICINAL PRODUCTS
L’eccessivo consumo di farmaci, antibiotici inclusi, nuoce alla nostra salute – una consapevolezza che gradualmente si va diffondendo anche nella popolazione generale. In particolare, il caso degli antibiotici è clamoroso. Decenni di abuso hanno contribuito al preoccupante fenomeno dell’antibiotico-resistenza (Antimicrobial Resistance). Fatto sta che l’abuso di quei prodotti danneggia anche la salute dell’ambiente, quindi indirettamente torna a nuocere anche a noi.
Tra le principali fonti di inquinamento si annoverano anche i medicinali. Gli scarti che espelliamo dopo l’assunzione dei farmaci (escrezione) finiscono principalmente nelle acque, nelle quali convergono anche quei prodotti mai consumati che sono infine smaltiti impropriamente. Un discorso a sé vale per scarti e residui di produzione – rifiuti che vanno incontro a diversi destini, a seconda delle normative e del monitoraggio in essere nei Paesi dove si eseguono le lavorazioni.
I fiumi asiatici sono tra i più inquinati al mondo, anche a causa delle svariate centinaia di industrie chimico-farmaceutiche attive in quei territori. Neppure il “paradiso” Europa è pulito. Ad esempio, in Italia la pessima salute del fiume Lambro è facilmente percepibile da chiunque si avvicini a questo corso d’acqua - e ci sono analisi a conferma. Circa gli antibiotici, l’Istituto Mario Negri ne ha rilevato la diffusa presenza territoriale sotto forma di tracce in fiumi e laghi, in acque reflue, in acque di falda e nei fanghi degli impianti di depurazione, utilizzati come concime per i campi coltivati. Ma anche vari altri farmaci e stupefacenti sono stati identificati nelle nostre acque.
Vari medicinali e altri composti sono tossici per parecchi organismi che vi entrano in contatto - causano mutazioni genetiche e alterazioni dello sviluppo (teratogenesi), nonché disturbi metabolici e vari altri possibili effetti patologici. La sinergia di svariate specie chimiche inquinanti moltiplica i danni, determinando riduzione o scomparsa delle specie più sensibili, con un importante impatto sulla biodiversità.
In Europa, la sostenibilità ambientale, in relazione alle attività industriali, è attenzionata e regolamentata - volumi e qualità delle emissioni di inquinanti (atmosfera e acque). Tuttavia, per mitigare le problematiche in ottica onehealth è necessario andare oltre, adottando una nuova “farmaceutica verde” cioè intervenendo fin dalla progettazione dei prodotti, pensando già in quelle fasi a quale potrà essere il destino ambientale dei prodotti finiti così da poter applicare criteri di safety di nuova generazione. Anche questa è innovazione.
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Il discorso politico-culturale sulla sostenibilità subisce influssi ideologici, soffre della parzialità delle cognizioni ed è inquinato interessi particolaristici (cfr: greenwashing e socialwashing). Dalle indicazioni che l’Agenda2030 articola a tutto tondo, solitamente si attinge in modo frammentario. E’ in gran voga la sigla ESG (Environmental, Social, Governance) che è intesa a semplificare e riassumere i poliedrici contenuti dell’Agenda. E’ comune che coloro che si focalizzano sulla “E” (facendone a volte una professione e in qualche caso perfino una religione) non dispongano di cultura ecologica e/o di scienze naturali (da non confondersi con l’ecologismo). A prescindere dalla cultura individuale (da non confondersi con le cognizioni normative), chi si appassiona a uno dei tre versanti, solitamente trascura o non comprende bene la stretta interconnessione che abbraccia tutti e tre. Nondimeno, la sostenibilità è un macro-tema trasversale nonché muti-disciplinare. Cucinare diligentemente uno spezzatino di normative e specializzazioni non porta in automatico ad afferrare come si compone il paesaggio tematico, che è poliedrico, articolato. Dalle specializzazioni normative ai paraocchi il confine è labile. Discutere di sostenibilità significa necessariamente discutere di complessità – che non risulta dalla sommatoria di singoli elementi.
Soltanto da pochi anni capita di leggere articoli circa la nuova farmaceutica verde, nonostante il discorso “sostenibilità” ha preso quota ormai da parecchi anni – ecco un esempio di come visuali rigorosamente verticali inibiscono dal guardare lateralmente, inibiscono l'innovazione.
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e poi nell'ambiente ci sono anche altri composti, pesticidi, fitofarmaci etc www.sanitainformazione.it/salute/pesticidi-la-societa-italiana-di-neurologia-lancia-un-monito-per-un-uso-responsabile/
"I superbatteri resistenti agli #antibiotici causano oggi 30mila morti in Europa, di questi 11mila in Italia e il nostro Paese è tra quelli che soffre di più il problema con due milioni di giornate di degenza ogni anno per le conseguenze dell’antimicrobico-resistenza, come se tutti i posti letto del Friuli Venezia Giulia fossero dedicati a questo problema.." (cit.) www.sanitainformazione.it/salute/superbatteri-resistenti-lallarme-degli-infettivologi-11-mila-morti-allanno/ #Sanità #salute Sanità Informazione
Chemsafe Founder and Managing Director | ERT° European Registered Toxicologist
11 mesiE’ un tema legato al concetto PIE: Pharmaceuticsl into Environment la prima volta affrontato da una linea guida EMEA (ora EMA) del 2006 ma in continua evoluzione
Sales Manager Pharma & Biotech (fine chemicals, intermediates, APIs, excipients, custom projects)
11 mesiGrazie Antonio. Argomento amplissimo, è secondo me essenziale che anche noi, coinvolti a vario titolo nella filiera del prodotto farmaceutico (e cosmetico) siamo educati a riflettere e valutare gli aspetti del post uso. Non siamo i soli a doverlo fare, ma abbiamo una responsabilità maggiore in quanto consci del problema. Sarebbe interessante poterne parlare tecnicamente e scientificamente: da dove cominciamo?