Jobs Act: il Grande Fratello entra nei luoghi di lavoro?

Jobs Act: il Grande Fratello entra nei luoghi di lavoro?

Dopo una lunga attesa, è stata finalmente pubblicata la nuova normativa relativa ai controlli a distanza sui luoghi di lavoro. E’ stato uno testi più sofferti e combattuti del Jobs Act. Il decreto legislativo n. 151 del 14 settembre 2015, in materia di “razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di lavoro e pari opportunità” reca, infatti, una nuova disciplina in materia di impianti audiovisivi e altri strumenti di controllo a distanza dei lavoratori, che sostituisce integralmente l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori (legge n. 300/1970).

Lungo è stato il dibattito tra chi lamentava la assenza di norme precise che consentissero di utilizzare senza problemi e liberamente i grandi progressi tecnologici degli ultimi 45 anni e chi denunciava la prossima instaurazione di sistemi spionistici di controllo, tipici degli stati di polizia.

Insomma, come al solito, un tema intorno al quale non si è persa l’occasione di estremizzare da ambo le parti; quasi che dal 1970 (anno in cui fu introdotto lo Statuto dei Lavoratori e l'art. 4) ad oggi non siano mai stati introdotti nuovi sistemi di lavoro tecnologicamente innovativi o, dall’altro lato, che i datori di lavori siano impegnati maniacalmente a tentare un monitoraggio costante dei propri dipendenti.

Sfrondata la questione dagli orpelli ideologici, non c’è dubbio che un “tagliando” all’art. 4 St Lav. andasse fatto. Non fosse altro perché negli anni settanta i controlli a distanza erano per lo più rappresentati da sistemi di telecamere e da rudimentali (agli occhi odierni) software capaci di registrare i movimenti del traffico telefonico; e poco più. Oggi, con l’esplosione della tecnologia, l’introduzione della telematica e della geolocalizzazione, la giurisprudenza procedeva per estensioni analogiche (talvolta“ardite”) non sempre coerenti.

La nuova norma, del resto, è piuttosto chiara; è ribadita la vecchia normativa in termini di controlli a distanza “classici” (videocamere etc.) a tutela della sicurezza del lavoro e (novità) del patrimonio aziendale per i quali rimarrà in vigore la necessità di raggiungere gli accordi con le OO.SS o, in mancanza, con l’Ispettorato del Lavoro. Rimarrà, parimenti, sempre valida la giurisprudenza in temi di controlli ad hoc (es. pedinamenti) predisposti in occasione del fondato sospetto della commissione di un comportamento gravemente lesivo al patrimonio aziendale (furti, atti di danneggiamento, trafugamento di segreti industriali, truffe etc.),

E’ altresì ribadito il principio del rispetto delle norme della privacy. La vera novità riguarda l’utilizzo dei telefoni cellulari, tablet, PC dati in dotazione ai propri dipendenti; essi potranno esser utilizzati sia per ragioni organizzative sia per supportare eventuali contestazioni disciplinari senza che sia necessario concordare alcunché con le OO.SS.. Basterà avere preventivamente (e chiaramente) avvisato per iscritto i propri dipendenti di questa eventualità. Sarò pertanto consigliabile provvedere immediatamente a redigere la documentazione utile a questo scopo. In realtà, la norma non si limita a telefoni, PC e tablet  ma si riferisce a tutti gli "strumenti dal quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori”: la giurisprudenza ci aiuterà a comprendere meglio cosa rientra in questa più ampia definizione (molti commentatori si sono già sbizzarriti).

Anche in questo caso - ed è ovvio - l’utilizzo dovrà essere legale e non effettuato per assumere informazioni che nulla hanno a che fare con le due finalità illustrate.

Ai lavoratori che vorranno continuare ad effettuare chiamate e navigazioni rigorosamente private non rimane che una soluzione; comprarsi uno smartphone personale. Ormai costa anche poco …..

Stefano Beretta

Author of "LA FISICA della NEGOZIAZIONE" - CEO & International Training Planning

9 anni

Grazie per lo schema molto utile.

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