Kamala Harris vs Donald Trump
Donald Trump | The New York Times

Kamala Harris vs Donald Trump

E’ iniziata la battaglia politica tra la Harris e il tycoon repubblicano, modellata da insulti e abili strategie di comunicazione politica: “Lui è predatore, lei una incompetente”

Le campagne elettorali si compongono di storie, alcune ben raccontante, altre figlie di eventi imprevisti, altre ancora, infine, pericolose e infruttuose.

Solo pochi giorni fa, il presidente Joe Biden ha annunciato il suo ritiro dalla corsa alle presidenziali americane, sostituito dalla vicepresidente Kamala Harris, che nelle ultime 48 ore ha raccolto ampi consensi tra le fila dei Dem americani. Dei  grandi politici statunitensi, le manca solo l’endorsement pubblico di Barack Obama per chiudere il cerchio degli apprezzamenti.

Va detto, tuttavia, che le avvisaglie della ritirata di Biden erano note e ve le avevamo anticipate già agli inizi di luglio, riportando gli spifferi dell’Agenzia Reuters (QUI).

Tornando all’incipit: la stampa americana si sta trovando a raccontare due vicende esiziali, cronologicamente, l’ascesa di Harris e l’attentato a Trump. Di Harris ci sarebbe da dire molto, prendendoci uno spazio (riservato ai media) che è già saturo di informazioni.

Kamala Harris, 60 anni ad ottobre, sostituisce Joe Biden – ritiratosi per motivi di salute – nella corsa alle presidenziali americane che termineranno con il voto del 5 novembre, aprendo un fronte di incertezza in termini di consenso politico e voti. Ad ora, i Democratici sembrano essersi ricomposti attorno alla Harris e faranno affidamento sugli ampi fondi per il prosieguo della campagna elettorale, contando comunque sulla figura di Biden che ha pubblicamente annunciato il suo supporto alla campagna della collega. Ma di scogli ce ne molti, come la Convention del 19 agosto che decreterà formalmente se sarà Kamala Harris la nuova candidata in corsa per la Casa Bianca. Beninteso, la raccolta di consenso è un processo già avviato che terminerà in via formale alla Convention. Sembra, infatti, che la vicepresidente sia sul punto di assicurarsi un numero sufficiente di delegati con ampio anticipo.

Biden, nel mentre, continuerà ad essere il Presidente degli Stati Uniti, mandando avanti la propria agenda politica, non senza ombre, come lamentano (gli oppositori) e alcuni analisti internazionali: “Si ritira dalla campagna elettorale per motivi di salute ma continua a presiedere la più importante stanza dei bottoni del mondo?” È un’impasse di difficile risoluzione logica.

Harris dipinge Trump come un «truffatore e predatore» dando vita a un rinnovato storytelling politico, degno di una campagna elettorale così importante ma statica, fin ad ora. In altre parole, Kamala Harris vuole ricordare che da Procuratrice ha già accusato criminali e malviventi “alla Trump”. Il tycoon non ha perso tempo e le ha risposto: «La sua incompetenza ci ha regalato il confine peggiore e più pericoloso al mondo», afferma Trump citando un sondaggio di Nbc secondo il quale Harris è il vicepresidente più impopolare della storia. «I democratici hanno detto bugie e ingannato il pubblico su Biden, hanno anche ingannato i repubblicani, ai quali hanno causato uno spreco di soldi», conclude l’avversario repubblicano».

Trump ha costruito una ampia parte della sua immagine pubblica utilizzando sapientemente lo storytelling politico, mettendosi, ad esempio, in feroce contrapposizione con un nemico. Lui è l’eroe che deve sconfiggere il villain.  

L’attentato che lo ha visto protagonista ha dato nuova forma alla strutturata comunicazione politica del tycoon, che lavorava da almeno due anni alla elaborazione della campagna presidenziale. La vicenda, ancora oscura sotto molti punti di vista, è ben raccontata sulle pagine del New York Times che annuncia la nascita di una «Task force bipartisan» per indagare sull’attentato (“il presidente della Camera Mike Johnson – repubblicano - e il rappresentante Hakeem Jeffries, leader della minoranza democratica alla Camera, hanno raggiunto un accordo per formare una task force bipartisan che guiderà le indagini del Congresso sul tentato assassinio dell'ex presidente Donald J. Trump, QUI). Contestualmente Kimberly Cheatle, direttrice dei servizi segreti, ha rassegnato oggi le sue dimissioni, riconoscendo le gravi carenze che hanno portato Trump a «Un pollice dalla sua vita», citando il senatore John Barrasso del Wyoming (QUI).  

La morale della storia, ancora da scrivere, è che Trump si è trovato all’improvviso ad affrontare un avversario completamente diverso: una donna di colore, di quasi 20 anni più giovane, con argomentazioni che potrebbero infastidire il tycoon e spingerlo, come già in passato, ad attacchi personali con il risultato di perdere una parte di elettorato.

The New York Times



STEFANO MAULLU

Deputato della Repubblica

5 mesi

Giuseppe Varrucciu premesso che non capisco cosa voglia dire con questa affermazione tra sardista e sardo italiano se non una banale espressione di “balentia” che si commenta da sola, la nota fa una fotografia dell’attuale situazione negli Stati Uniti che si preparano al rush finale , con un dato evidente a tutti coloro che osservano la politica, gli interessi americani e il sistema economico finanziario sottostante con la loro influenza globale sull’Europa e sul resto del Mondo rimangono tali indipendentemente dal tipo di Presidenza che incide più sulle dinamiche interne al paese, la mia collocazione politica rispecchia il partito in cui milito e in cui sono eletto.

Pietro Accame

Direttore Generale Fondazione Stelline

5 mesi

penso che Maullu dovrebbe prima leggere attentamente il programma elettorale del duo Trump/Vance prima di esprimersi così calorosamente per i conservatori americani che nulla hanno a che fare o vedere con quelli europei. una vittoria del tandem repubblicano a novembre sarebbe un colpo mortale per tutta l'Europa in una fase politica in cui il nostro paese e di fatto molto debole per scelte economiche passate di cui Meloni non ha alcuna colpa. Qualsiasi europeo non autolesionista anche di destra non può non aprire un ragionamento serio sul tema. dovrebbe fare memoria quando Salvini fu scaricato rapidamente "dall'amico e alleato" Trump a favore di Conte per meri interessi di banche d'affari americane sul nostro debito pubblico per capire quanto divergenti siano gli interessi del nostro governo rispetto alla prospettiva di un rapido ritorno repubblicano alla casa bianca

Giuseppe Varrucciu

Responsible for the management of naval and railway intermodal logistics for the Ferrovie del Mare of goods and passengers.

5 mesi

Si a parte il redazionale ma Lei da che parte sta Con il partito democratico ? Vi è differenza da democratici americani e italiani però sempre di democratici di tratta lei è piuttosto a destra tecnicamente starebbe con i repubblicani progressisti ho sbaglio. Sono curioso di sapere chiaramente non è un Sardista lei è un Sardo italiano mi faccia sapere che ne pensa grazie

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