La comunicazione di massa viene orientata a uno scopo
Presenta un problema, proponi una soluzione e otterrai una risposta adeguata.
Mentre facevo una ricerca sul web, per il nostro osservatorio, mi è caduto l’occhio su un articolo di laRepubblica di fine 2023 che titola:
“Oltre la metà degli italiani è convinta che tra cinque anni staremo peggio. I più preoccupati? I medici e i ragazzi. Un protocollo d’intesa siglato con il Consiglio Nazionale dei Giovani per definire le esigenze delle nuove generazioni”.
Nell’articolo si presentano le principali preoccupazioni degli italiani secondo l'indagine demoscopica "La salute che verrà" condotta da AstraRicerche. Non era un mio preciso interessa approfondire il tema, non mi occupo di aspetti legati alla salute. La comunicazione è centrale nel mio ruolo professionale e sono molto attento alla comunicazione di massa essendo oggetto anche dei miei studi universitari. Prendo a spunto questo tema come esempio poiché è la struttura della comunicazione tipica dei media sui temi rilevanti.
Leggendo l’articolo mi è parso evidente lo schema che viene utilizzato dalla comunicazione di massa che sfrutta il basso livello di attenzione e l’assenza di filtro del pubblico medio; non è una novità che la maggior parte dei messaggi che ci raggiungono vengono assorbiti a livello inconscio e quindi senza alcun filtro consapevole.
Uno schema che dovremmo imparare a conoscere bene tutti se vogliamo mantenere un punto di vista aperto ed equidistante dalle diverse tesi.
L’articolo snocciola i numeri spiegando cosa preoccupa giovani e medici. Ad esempio:
“il 40% degli intervistati è convinto che la salute della popolazione sarà peggiore entro 5 anni, con un picco ulteriore tra le nuove generazioni (55%)”
e così via con altri dati decisamente poco edificanti.
Completata la carrellata di numeri, che vogliono dimostrare la serietà e la profondità della ricerca, ecco arrivare una frase salvifica. Gli intervistati dicono di essere fiduciosi nella ricerca perché troverà nuove soluzioni per trattare malattie oggi incurabili e tanto altro.
E poi una frase che chiarisce, solo ad un occhio attento, lo scopo dell’articolo:
“La strada per ottenere questi risultati passa per gli investimenti nella ricerca, ma anche, dicono gli intervistati, per lo sviluppo di partnership pubblico-privato”.
Finisce l’articolo e subito sotto “casualmente” trova posto un altro articolo che titola: 350 milioni per farmaci innovativi. Interessante coincidenza, anche perché la prima riga dell’articolo recita:
“È in questo quadro che si colloca l'annuncio di Novartis, che parla di investimenti in Italia…”
Un occhio attento dovrebbe rendersi conto di almeno tre cose:
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Per farla breve, quale messaggio lascia l’articolo casualmente posizionato vicino all’altro articolo Novartis?
Di stare tranquilli perché a noi penseranno le case farmaceutiche, non lo Stato e che la soluzione sono le cure e non la prevenzione.
Faccio notare che l’articolo 32 della Costituzione recita:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”
“La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale…” si riferisce implicitamente alla prevenzione, la seconda parte alle cure. Quindi, prevenzione e cura.
Come si può vedere principi fondamentali sanciti dalla Costituzione, sui cui era stata costruita la società nel dopoguerra, lentamente vengono sostituiti da altri concetti che hanno il compito di modificare la percezione del pubblico. Tutto questo in modo lento e progressivo e ad opera dei media di massa che ogni giorno ci ricordano quali sono i temi importanti su cui mettere l’attenzione.
In un altro articolo ho parlato di Agenda Setting e di come funziona la selezione dei temi da trattare e che devono avere rilievo in dato periodo storico.
Penso che dobbiamo tornare ad allenare il nostro punto di vista critico e a leggere nella comunicazione di massa i messaggi neanche troppo subliminali che ci vengono lanciati. Se non recuperiamo questo spirito critico alimentiamo le forme di estremismo che portano a schieramenti opposti fra persone che per maggior comodità, sposeranno specifiche categorie.
Sposare una categoria e trattare i temi in modo ideologico è facile, richiede poco sforzo. Diversamente, approfondire e raccogliere informazioni da più fonti richiede molto impegno ma, è l’unico modo per avere un punto di vista fresco e libero il più possibile da condizionamenti.
Da qualche anno mi capita abbastanza spesso di aprire la Costituzione, per resettare il mio focus. Non voglio dimenticare da dove siamo ripartiti nel 1947. I segni della Seconda guerra erano ancora visibili e serviva un nuovo accordo su basi “etiche” da cui ripartire mettendo in primo piano i diritti fondamentali. Oggi, questi aspetti sono stati eliminati dal dibattito pubblico e li dovremmo ravvivare.
Che c’entra tutto con noi imprenditori o con questo social. Credo che il contesto nel quale gestiamo le imprese sia fondamentale. Il contesto condiziona il percorso delle nostre imprese e non vedo come si possa fare l’imprenditore avulsi dal contesto che ci circonda o dalla direzione che la nostra Società sta prendendo.
Forse ogni tanto dovremmo ricordarci chi siamo e da dove veniamo.