La Confraternita dei Preraffaelliti
Particolare dell’opera “The Baleful Head”, 1885, Southampton City Art Gallery

La Confraternita dei Preraffaelliti

Pelli chiari e candide, capelli lasciati morbidi che cadono lungo le spalle o raccolti in dolci acconciature. Ambientazioni rigogliose tutto intorno e pose sinuose.

Vi ricorda qualcosa? Ma certo! Sicuramente la vostra memoria visiva vi avrà portato dritti dritti nell’arte rinascimentale, quella segnata da grandi geni come Raffaello, che hanno saputo elevare la pittura ad Arte alta, oggetto di gusto e appagamento estetico e non solo medium attraverso il quale dedicarsi alla preghiera.

Ecco, probabilmente questa percezione così quasi “innata” è la stessa che avranno provato molti artisti di epoca vittoriana, ben quattrocento anni dopo quei tempi lì fatti per lo più di Madonne, Cristi in Croce e Papi.

Quello che si è voluto fare è stato riscoprire un vecchio mondo con occhi nuovi

Il richiamo della natura, dello spirito e del mito portò un gruppo di giovani artisti a rompere lo schema: proprio coloro che si opposero all’arte vittoriana con le sue imposizioni, ne divennero uno dei simboli più amati. 

Evelyn De Morgan, dettaglio dell’opera “Flora” del 1894, olio e oro su tela

Passionali e spregiudicati, i preraffaelliti crearono un movimento che non fu solamente artistico: poeti, scrittori, modelle e architetti si unirono a quell’ideale. Picchi di luce e momenti bui ne caratterizzarono le vicende. Nonostante quel sogno non sopravvisse al suo secolo, ciò che produsse ebbe il suo peso nelle future generazioni.

La Confraternita dei Preraffaelliti è stata un'associazione artistica influente per la pittura vittoriana (XIX secolo), nata nel settembre del 1848, sviluppatasi ed esauritasi in Gran Bretagna. Per certi aspetti affine alla corrente del simbolismo e dell'art nouveau, può essere definita la trasposizione pittorica del tardo romanticismo e del decadentismo.

Nacque dall’incontro di idee e ambizioni di alcuni giovani pittori di circa vent’anni. Il gruppo originario era composto da Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt e John Everett Millais. I tre si formarono nella prestigiosa Royal Academy di Londra. Le tecniche pittoriche insegnate sottostavano a norme severe, e solo le opere ritenute idonee venivano accolte nelle esposizioni della Academy. Inizialmente, anche loro rispettarono queste regole, che successivamente disprezzarono.

"I preraffaeliti vedevano in Raffaello un apostata dell'Ideale ed un apostolo del savoir faire; prendevano ad esempio il Botticelli e il Mantegna. Ma non erano volgari «impiastricciatori». Il carattere saliente della loro scuola è l'intellettualismo, il disdegno dell'arte per l'arte; vogliono narrare ed insegnare, commuovere l'anima delle folle, scendere tra il popolo e convertirlo alla bellezza." 

Nelle sessioni di pittura, i ragazzi spaziavano su qualsiasi argomento, come arte, letteratura e poesia. Presto i tre artisti ribelli iniziarono a lavorare insieme, condividendo spazi e speranze. Fu allora che nacque l’idea di staccarsi dai canoni vigenti. I loro interessi li condussero a trovare ispirazione nelle opere di Shakespeare e Keats, nelle leggende medievali o nel naturalismo. Nelle loro prime esposizioni si percepisce l’influenza dovuta all’esortazione contenuta nel saggio Pittori moderni del critico d’arte John Ruskin. Il futuro mecenate della Confraternita spronava i giovani pittori del tempo “ad andare verso la natura con onestà di cuore […] senza rifiutare nulla”.

Sempre nel 1848, si aggiunsero quattro nuovi membri. Furono accolti James Collinson, Thomas Woolner, Frederic George Stephens e infine il fratello di Rossetti, William Michael. Il fervore culturale spinse i preraffaelliti a fondare una rivista: The Germ: Thoughts towards nature in poetry, literature and art. Il progetto ebbe vita breve, ma servì a far conoscere al pubblico le loro idee innovative.

John Everett Millais,"Ophelia", 1851-1852, Tate Britain

Ophelia, di John Everett Millais, raffigura l’eroina dell’Amleto nell’atto di togliersi la vita annegando in un fiume. E’ considerato uno dei simboli del preraffaellitismo,  col trionfo della natura sulla morte, i colori vivi e la bellezza eterea di Ofelia morente. A posare come modella fu Elizabeth Siddal, anch’essa membro della Confraternita.

L’identità preraffaellita

Alla base dell’ideale preraffaellita c’era un forte rifiuto. Gli ideali artistici dominanti nell’epoca vittoriana erano percepiti come vetusti, soffocanti. Grandi cambiamenti attraversavano la società inglese, che faticava a riconoscersi. I contadini vedevano in lontananza i fumi delle fabbriche; nei comignoli delle case del rampante ceto medio morivano piccoli spazzacamini; racconti di terre esotiche affollavano le librerie, mentre i sudditi si crogiolavano nella grandezza dell’Impero. Eventi simili mettevano a dura prova gli animi più sensibili. Il bisogno di evasione si fece sempre più forte.

John William Waterhouse, “The Lady of Shalott”, 1888, Tate Britain

Fu questo connubio tra sensazione di chiusura e desiderio di apertura a condurre i preraffaelliti sulla loro strada. Gli artisti rinascimentali italiani erano presi a modello dalle accademie inglesi, dove ne venivano insegnate le inarrivabili tecniche. Raffaello era considerato il ‘maestro’ per eccellenza, qualcosa cui ogni aspirante pittore dovesse sottostare e ambire. Restando in tema di maestri italiani, si può dire che quello dei preraffaelliti fu sicuramente un gran rifiuto, ma non certo commesso per viltade. Il nome deriva proprio dall’avversità al grande pittore marchigiano, ritenuto privo di spiritualità e passione.

Il declino della pittura inglese andava fermato con una rinascita. Il gruppo prese a modello l’arte prerinascimentale, attinse a temi medievaleggianti e diede dignità alla figura femminile. Bellissime donne immerse in scenari suggestivi contraddistinsero la produzione della Confraternita. Semplicità, empatia, ispirazione. Era questo che cercavano i preraffaelliti e che, a loro parere, mancava al leggendario Raffaello; l’assoluta perfezione di quella tecnica rendeva l’opera spiritualmente sterile.

Cosa rimase della Confraternita

A pochi anni dalla nascita, il movimento preraffaellita conobbe un enorme successo, tanto da essere protagonista nella severa Royal Academy. Con la fama arrivarono anche i problemi, e alcuni membri si allontanarono sia artisticamente che fisicamente dal gruppo. La Confraternita conobbe dalla metà del XIX sec. una seconda fase, dominata da Rossetti e con nuovi nomi, quali William Morris e Edward Burne-Jones. Anche se l’ideale preraffaellita col tempo diventò sempre più evanescente, il fascino che esercitò sulla generazione di artisti successivi fu innegabile. Basta citare pittori come Waterhouse, Dicksee e Shaw.

Dante Gabriel Rossetti, "Beata Beatrix", 1864-1870, Tate Britain

Ophelia di Millais, The Lady of Shalott di Waterhouse, Beata Beatrix di Rossetti sono solo alcuni dei dipinti preraffaelliti più conosciuti. La loro produzione immensa, dovuta anche al numero di artisti che coinvolse, suscita ancora oggi ammirazione. Molte delle loro opere sono esposte alla Tate Gallery e al Victoria and Albert museum di Londra (che ho avuto il piacere di vedere dal vivo questa estate).

Ammetto che vederle di presenza determina un coinvolgimento emotivo non indifferente. Queste opere ti rapiscono l’anima e ti inglobano a sé.


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Patrizia Zampieri

🖊Storydoer arte, musica e viaggi in ITALIA 🇮🇹 Community manager per costruzione di relazioni e comunicazione di territori, strutture ricettive e progetti cultural care 🚆 Cerco luoghi da vivere e raccontare

1 anno

Sì, in una mostra a Torino diversi anni fa, credo fossero le stesse opere custodite al Tate 😍 Io ho fatto una ricerca sui Preraffaeliti perché molti artisti loro seguaci emigrati in Toscana frequentarono la chiesa inglese di St. Mark's, fra questi lo stesso fondatore William Holman Hunt e John R. Spencer Stanhope, pittore che si occupò della decorazione, in chiesa c'è una placca di ringraziamento in sua memoria. Non ho però mai capito al 100% la critica a Raffaello, faccio fatica a guardare un suo quadro e a non vederci spiritualità... diciamo che quelle dei nostri eroi ribelli in confronto appaiono più spontanei... dico bene? 🤔

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