La copertina di Giancarlo Vitali

La copertina di Giancarlo Vitali

I lampi di Giancarlo Vitali.
Un giornale spiegazzato e fissato al muro con un chiodo. Un gesto assoluto, perentorio, fermato sulla tela da una pittura densa, stratificata, materica, ricca di lampi di luce e di ombre profonde. È un semplice foglio di carta, ma l’artista chiama queste pitture, maschere.
Giancarlo Vitali (Bellano, 1929, domenica 29 è il suo 86° compleanno) vede queste figure informi come presenze e insieme assenze: “specchi rotti”, per dirla alla Borges, di un’umanità che si consuma nel teatro della vita. Un’apparizzione dall’inconscio che si fa materia viva, dichiarazione di una sospensione del tempo nel nome di un autentico richiamo alla tradizione della pittura. D’altronde Giancarlo Vitali è un artista solitario e silenzioso che non nasconde la sua fascinazione per vecchi amici: ha per compagni di viaggio Ensor, Goya, Velàsquez, Rembrandt. Le sue pitture sono popolate da carni squartate, girasoli, rose, galli, animali vivi e morti.
Il suo è un corpo a corpo con il dipingere in cui frammenti di un microcosmo quotidiano, come la cucina della sua casa sul lago di Como, diventano messaggio universale e non senza una sofisticata ironia, occasione per raccontare i misteri dell’esistenza.

Gianluigi Colin
Corriere della Sera, 30 novembre 2015

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