La crisi che stiamo vivendo coinvolge molti aspetti della nostra vita, fra cui il lavoro. Le donne tuttavia possono trarre beneficio dalla quarantena.
Il coronavirus ormai sta costringendo la maggior parte dei pesi sviluppati ad azioni di contenimento sempre più drastiche, con chiusura delle attività commerciali e produttive, delle scuole e l’obbligo di residenza nelle proprie abitazioni. Nei paesi in via di sviluppo il problema è meno sentito non solo perché ancora si registrano pochi casi di coronavirus, ma anche perché le condizioni di vita di molte fasce della popolazione mondiale rendono quasi impossibile l’idea di quarantena – pensiamo alle popolazioni di molti paesi africani che devono necessariamente uscire di casa per procurarsi il cibo.
Fermandoci dunque all’analisi di contesti sociali ed economici a noi più vicini, gli effetti di questa fase di crisi sono di certo diversi da quelli di una recessione tradizionale, in cui a essere maggiormente colpiti sono soprattutto i lavori tradizionalmente svolti da uomini. In questo caso, tutte le categorie lavorative, salvo poche eccezioni, sono state colpite dalla crisi, e hanno riguardato tanto gli uomini quanto le donne. Si aggiunga a ciò il fatto che, con le scuole chiuse, la necessità di seguire di più i figli a casa rischia di avere un maggior impatto sulle donne lavoratrici, che devono così dividersi su più fronti, in condizioni più difficili. Inoltre, la distanza dai nonni, che spesso aiutano nella gestione quotidiana dei nipoti e che ora vivono separati dal resto della famiglia o che spesso cadono malati a causa del virus, ha aumentato ancora di più la necessità di cura dei figli.
Uno studio molto interessante, The impact of covid-19 on Gender Equality, condotto da T. Alon, M. Doepke, J. Olmstead-Rumsey, M. Tertilt, affronta gli effetti del coronavirus sul lavoro, sulla cura dei figli e sulla flessibilità lavorativa e la parità di genere:
- Effetti sul lavoro: A differenza delle recessioni tradizionali, la crisi causata dal coronavirus, secondo questo studio, avrà effetti trasversali sia sugli uomini che sulle donne. Tuttavia, lo studio si sofferma sull’analisi dell’impatto della crisi sui settori lavorativi e sulla capacità dei vari tipi di lavori di essere svolti anche a distanza. In particolare, nei settori “critici” (cioè, quelli strategici per il momento, come quello della produzione di dispositivi biomedicali, dell’installazione, dei servizi di protezione, della pesca, dell’agricoltura), in base ai dati forniti dall’American Time Use Survey – ATUS, 2017 e 2018, qual è il tasso di occupazione femminile? In alcuni casi, pari a zero. Nei settori invece in cui i lavoratori dichiarano di poter lavorare anche a distanza per una percentuale superiore al 50%, le donne sono occupate in percentuali ridotte (gli uomini risultano più impiegati in questi settori ad alta trasformazione digitale rispetto alle donne): questo significa che più uomini che donne saranno in grado di portare avanti il proprio lavoro a distanza. Il rovescio della medaglia implica che più donne che uomini, in questa crisi rispetto a una recessione tradizionale, rischiano di perdere il lavoro.
- Effetti sulla cura dei figli: Oltre al rischio di perdere il lavoro in base al settore e alla capacità di trasformarsi digitalmente, la capacità di lavorare dipende più che in altre crisi dalla necessità di prendersi cura dei figli, senza la possibilità di delegare genitori-nonni o baby sitter. Per i genitori che crescono i figli assieme, la divisione dei compiti nella cura dei figli dipenderà molto dalla flessibilità del lavoro di ciascuno dei due. In genere, le madri hanno la maggior parte della responsabilità nella cura dei figli. Se però ci troviamo di fronte a famiglie monogenitoriali, le difficoltà aumentano: in particolare, secondo lo studio, in America, fra i proprietari di casa, il 17% sono genitori single e più di 8,5 milioni sono madri single.
- Effetti sulla flessibilità del lavoro e sulla parità di genere: questa è la sezione più interessante per la visione prospettica e per le opportunità a favore delle donne che propone, a causa e/o grazie all’attuale crisi. Che cosa prevedono gli autori? Vediamo di seguito:
- Maggiore flessibilità sul posto di lavoro, che molto probabilmente durerà oltre la crisi e andrà a beneficio delle donne lavoratrici, per bilanciare anche gli impegni familiari, soprattutto in settori come quello finanziario;
- Cambiamenti nei ruoli sociali e nelle normative di welfare: la crisi porterà sempre più padri a occuparsi della cura dei figli e questo non potrà che rispecchiarsi anche nelle normative nazionali in tema di welfare.
Gli autori concludono lo studio con alcuni suggerimenti rivolti ai governi (in termini di sussidi economici, di estensione dei sussidi anche ai lavoratori che scelgono di restare a casa per stare vicini ai figli, e così via), ma quello che mi piace sottolineare, in uno scenario comunque preoccupante e di profondo cambiamento delle nostre vite, è che ogni crisi ha in sé il seme del cambiamento. E ciascuno di noi può beneficiarne, sia come individui che come società.