La differenza che fa la differenza
È da un po' che mi sto interrogando su che tipo di professionista io sia...
So che sembra una riflessione strana all'alba dei cinquant'anni e con più di trenta di esperienza.
Eppure è un quesito che mi sta entusiasmando e, contemporaneamente, portando a livelli di profondità sulla mia professione che non avevo mai affrontato.
Un po' di storia
Come scrivevo qualche tempo fa (Cosa farai da grande) nel corso della mia carriera, e della mia vita, mi sono interessato e ho approfondito davvero tante cose diverse.
Nell'ambito della comunicazione soprattutto.
Oggi mi ritrovo con un CV davvero strano ed eterogeneo in cui è difficile raccapezzarsi su cosa io davvero faccia.
Allora ho chiesto a collaboratori e clienti con cui ho a che fare da un po':
«Qual è la differenza che fa la differenza nel mio approccio lavorativo, ma anche umano, con te?»
I risultati
Questo piccolo sondaggio mi ha portato a un risultato quasi univoco: la differenza è tutto nell'approccio da coach che ho.
Non dovrebbe stupirti... e ancora meno dovrebbe stupire me stesso visto che è quello che faccio/sono da ormai tanti anni.
Eppure questo approccio è chiaramente percepito anche da chi si è confrontato con me come cliente per le consulenze di marketing e comunicazione o come discente di corsi.
Consulenza VS Coaching
Consulente: Professionista a cui si ricorre per avere consiglio o chiarimenti su materia inerente alla sua professione
Coach: Professionista che aiuta a sviluppare la propria personalità e a riuscire nella vita, negli studî, nel campo del lavoro
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La differenza è chiara e lampante: il consulente consiglia il proprio cliente, il coach aiuta a riuscire.
Cosa vuol dire aiutare, vuol dire che non "riverso" il mio mondo (convinzioni, valori e altro) in quello del mio cliente/coachee ma che lo aiuto a farsi un'idea chiara del proprio e a trovare le SUE soluzioni ai SUOI problemi.
Quindi?
Quindi cambia tutto l'approccio, non si parte più dal voler trovare una soluzione ma dal cercare di far trovare una soluzione.
Non si tratta di avere tutte le risposte ma di avere tutte le domande.
Quindi quando mi chiederai di aiutarti con il tuo marketing quello che ti devi aspettare è di subire una sorta di interrogatorio e, soprattutto, di essere messo davanti a domande (e risposte) che non vorresti darti.
Non verrò a darti delle soluzioni ma ad aiutarti a trovare le tue.
Non sarò il tuo sostituto nella comunicazione ma ti aiuterò a trovare il tuo modo, con i tuoi tempi e le tue risorse, per comunicare in modo efficace ciò che fai.
Non ti dirò cosa devi dire, raccontare e far sapere di te, ma ti aiuterò a scoprire qual è la tua differenza che fa la differenza e a raccontarla al mondo.
Vantaggi e svantaggi
Mi rendo perfettamente conto che tutto questo può avere degli svantaggi, sia per me che per il cliente.
Il cliente che si aspetta un consulente potrebbe rimanere spiazzato da questo approccio e quello che sta cercando un temporary manager ancora di più.
Io, applicando la teoria "regala un pesce a un uomo e lo sfamerai un giorno, insegnali a pescare e lo sfamerai per tutta la vita", mi ritrovo con un sacco di clienti contenti e autonomi... quindi devo trovarne sempre di nuovi.
Un piccolo dazio da pagare per la soddisfazione di vedere i miei clienti che spiccano il volo.
Gualtiero Tronconi
Agent Immobilier | Coach d'Affaires | Chef de projet
2 mesiCaro Gualtiero, l’approccio di un Coach è culturale e tende a migliorare e far migliorare il mondo a noi circostante. Sono sempre stato fautore del fare crescere gli altri, con le loro risorse e lasciando loro la libertà di ampliare il loro scenario di osservazione grazie all’ affiancamento di noi Coach. Avere competenze trasversali e eterogenee come tu scrivi è un bene e non il contrario. Le persone è possibile che fatichino un po’ a etichettarci in una competenza specifica ma è proprio nella varietà che sta la “differenza che fa la differenza”. Buon lavoro!