La formazione, la digitalizzazione e la cooperazione come antidoto alla Crisi!
Questa mattina, ascoltando Radio 24, mi ha colpito il risultato di un'indagine realizzata da Confindustria e CERVED (Centro di Elaborazione Dati della Camera di Commercio del Veneto) sulle P.M.I. italiane.
L'indagine aveva l'obiettivo di fotografare lo stato di salute di 111 mila piccole e medie imprese con sede nelle regioni del Centro e del Nord e di 25 mila con sede nel Mezzogiorno.
I dati indicano che i segnali di ripresa evidenziati il 2016 si sono rafforzati, con un’accelerazione di fatturato, valore aggiunto, margini lordi e netti. Rimane però ampia la distanza con i livelli pre-crisi. Prosegue anche il rafforzamento patrimoniale delle PMI, che evidenziano profili meno rischiosi rispetto al passato.
Segnali positivi anche dalla demografia d'impresa: prosegue l'aumento delle nascite, spinte dalle Srl semplificate, e il calo delle chiusure di imprese a seguito di default o per scelta dell’imprenditore.
Il dato che più mi ha colpito, invece, è stato quello relativo alle performance individuali legate alla internazionalizzazione, all'aumento di fatturato ed all'incremento dei profitti.
Secondo questa indagine, infatti, le PMI che hanno evidenziato i risultati migliori sono quelle che si sono affacciate sui mercati esteri anche e soprattutto grazie a network creati con altre imprese dello stesso settore e/o con settori collegati, che hanno aumentato sensibilmente la propria digitalizzazione e che hanno formato in maniera continuativa il proprio personale.
Pertanto, come sostengo da tempo, non è vero che le imprese sono tutte uguali e tutte soffrono nella medesima maniera a causa della crisi, ma è vero che quelle che subiscono maggiormente sono le imprese poco inclini ai cambiamenti, che non si adeguano alla nuova tecnologia e, soprattutto, che non formano tutti i propri stakeholder.
Concludo con una frase che mi piace particolamente!
"Chi non si forma si ferma".
Buona vita a tutti!