LA “LAVAGNA” DEGLI AFFETTI
Lo sguardo e il volto dell'insegnante, come è già stato per la madre, possono far prendere "forme" buone alle sensazioni corporee di chi è seduto fra i banchi di scuola.
Cosicché le emozioni degli studenti altro non sono che letture, delle valutazioni, di quanto sta accadendo all'interno del contesto di apprendimento, però guidate, 'modellate', dall'insegnante stesso.
Dallo sfondo umorale dell'insegnante, dalla sua dimensione e disponibilità affettiva più in generale, da ciò che gli si legge su quella speciale "lavagna" che il suo volto rappresenta per chi lo guarda, dipenderà la plasticità neuronale del cervello dello studente negli anni della scuola d'infanzia e primaria, il suo benessere psicologico più avanti, l'amore per il sapere, poi anche gli apprendimenti.
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(Cfr. F.P. Romeo, Didattiche resilienti. Dalle emergenze educative durante l'infanzia, alle relazioni che riparano a scuola, in press)
#politichedellinfanziaeadolescenza