La libera professione è morta?
6 novembre 2019, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia

La libera professione è morta?


La libera professione è morta?

Secondo alcuni professionisti presenti al convegno che ho tenuto a Brescia qualche giorno fa, la risposta è indubbiamente SÌ.

A decretarlo, stando a quanto emerso dal loro intervento, non sono solo il calo delle marginalità, l’aumento degli adempimenti e la maggiore difficoltà nella ricerca dei clienti, ma il fatto che il Professionista è passato dall’essere un detentore del sapere a un mero esecutore.

Quindi, mentre anni fa era fondamentale rivolgersi al commercialista per passare da una condizione di ignoranza a una di conoscenza e consapevolezza, oggi, nella percezione di alcuni presenti al convegno, la professione è cambiata a tal punto da poter essere tranquillamente svolta da una macchina o un computer. L’intervento dei miei interlocutori si è chiuso decretando senza possibilità di appello la morte del ruolo del professionista e invitando i relatori e i giovani professionisti presenti in sala a riflettere su come gestire questa inevitabile apocalisse, invece di perdere tempo con “palliativi” come il controllo di gestione.

Riflettere su obiezioni e posizioni come questa, per quanto estremamente distanti dalla mia visione, è sicuramente giusto e interessante. Certo è innegabile che, per adattarsi alle trasformazioni economiche, digitali e sociali, la professione è profondamente cambiata, ma questo non comporta un’automatica estinzione del ruolo del professionista. Davanti ad ogni grande cambiamento, la chiave per il successo sta nel dotarsi degli strumenti per comprenderlo, dominarlo e sfruttarlo a proprio vantaggio. Per questo motivo abbiamo fatto del controllo di gestione la nostra professione: perché crediamo fermamente che fornendo ai professionisti i mezzi e le conoscenze adeguate per comprendere e gestire ogni cambiamento, nessuna trasformazione del contesto può diventare un ostacolo insormontabile.

Non parliamo quindi di palliativi adatti solo a garantire la sopravvivenza dello studio per un paio di anni, ma degli strumenti essenziali per cavalcare l’onda invece di lasciarsi affogare. Parliamo del raggiungimento di quella consapevolezza che solo i professionisti possono avere e che non potrà mai essere rimpiazzata da un computer.  

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